Archivio | aprile 2018

Chi è venuto dall’aldilà? Santa Gemma Galgani


Una devota di S. Gemma Galgani depose:
«Nel 1906, da circa dieci mesi ero sofferente di forte dolore al capo, nel quale sentivo come tanti carboni accesi, in maniera che mi sembrava che mi bollisse il cervello; mi si bruciò anche tutta la bocca, in maniera che non potevo mangiare e dovevo contentarmi soltanto di bevande diacce, e qualche volta anche d un po’ di minestra, ma diaccia. Il dottor Lippi Castruccio mi fece quattordici visite, e dopo aver sperimentato molti mezzi per farmi guarire, alla fine mi disse: Carina mia, se fosse una rapa o una mela potrei spaccarla e vedere quello che c’è dentro; ma io non so più cosa farti; rassegnati alla volontà di Dio. — Allora io, alzando gli occhi al Cielo e con le mani giunte, dissi: Gemma, se è vero che tu sei in Paradiso, dammi questo segno, fammi la grazia, guariscimi. Detto così, mi sentii guarita all’istante.
Avevo promesso a Gemma che se avessi ottenuto la grazia della guarigione, l’avrei pubblicata immediatamente in suo onore. Però non la pubblicai subito perché volevo accertarmi se me l’aveva fatta completa. Non ho avuto più nulla e ho ripreso i miei sonni e le mie abitudini senza sentire mai più il minimo dolore di capo, e già sono passati sedici anni dalla grazia ricevuta.
Il medico aveva diagnosticato che la mia malattia fosse una meningite progressiva e tanto grave che ritrovandomi un giorno per la strada, meravigliato nel vedermi, disse: Oh che fai? Ti credevo nella tomba. Grazia speciale!
Il Padre Germano, direttore spirituale di S. Gemma, nei processi per la beatificazione della medesima (nei quali è contenuta la relazione del miracolo), fa questa precisazione: Dall’inizio della malattia, dicembre 1906, ai primi di ottobre dell’anno successivo non potè mai dormire più di un’ora circa il giorno.
Questa è la pura verità — attestò la miracolata nel certificato che rilasciò al medesimo Padre — e la confermo con giuramento, io Isolina Serafini.

(Dai Processi di beatificazione della Serva di Dio Gemma Galgani).

Preghiera Composta da Santa Gemma per ottenere grazie

Eccomi ai vostri santissimi piedi, caro Gesù, per manifestarvi ogni momento la mia gratitudine per tanti e continui favori che mi avete fatto e che ancora volete farmi. Quante volte vi ho invocato, o Gesù, mi avete fatta sempre contenta: ho ricorso spesso a voi e m’avete sempre consolata.

Come esprimermi con voi, caro Gesù? Vi ringrazio. Ma un’altra grazia voglio, o mio Dio, se a voi piace…….. (esporre la grazia che si desidera).

Se voi non foste onnipotente, non vi farei questa domanda. O Gesù, abbiate pietà di me! Sia fatto in tutto il vostro santissimo volere.

Pater, Ave e Gloria.

Diario di Santa Gemma Galgani

18-19 agosto, Sabato – Domenica
Maria Teresa, accompagnata da Gesù e dal suo Angelo Custode, viene a ringraziare la Santa e se ne vola al cielo.

Nella S. Comunione stamattina Gesù mi ha fatto conoscere che stanotte a mezzanotte M. M. Teresa, volerà in Paradiso. Nient’altro per ora.
Gesù mi aveva promesso di darmi un segno. Son giunta a mezzanotte: nulla ancora; eccomi al tocco: neppure; verso il tocco e mezzo mi sembrò che la Madonna venisse a darmi avviso, che l’ora si avvicinava.

Dopo un po’ di tempo infatti mi è parso vedermi veire innanzi M. Teresa vestita da Passionista, accompagnata dal suo Angelo Custode e da Gesù. Quanto era cambiata dal giorno che la vidi per la prima volta. Ridendo si avvicinò a me, e disse che era veramente felice, e andava a godere il suo Gesù eternamente; di nuovo mi ringraziò, e soggiunse: «Avvisa M. Giuseppa , che io sono felice e si metta in quiete». Mi fece più volte cenno con la mano di dirmi addio, e insieme con Gesù e il suo Angelo Custode volò al Cielo circa le 2½.

In quella notte soffrii assai, perché io pure volevo anare in Paradiso, ma nessuno fece atto di portarmici.
Il desiderio che da tanto tempo Gesù aveva fatto nacere in me, alfine mi è stato soddisfatto: M. Teresa è in Paradiso; ma anche dal Paradiso mi promise di tornarmi a vedere.

Devozione delle “Tre Ave Maria”

 

Santa Matilde di Hackeborn (1241-1299), pensando con timore al momento della sua morte, pregava la Madonna di assisterla in quel momento estremo. La risposta della Madre di Dio fu molto consolante: “Sì, farò quello che tu mi domandi, figlia mia, però ti chiedo di recitare ogni giorno Tre Ave Maria:

– la prima per ringraziare l’Eterno Padre per avermi resa onnipotente in Cielo e in terra;

– la seconda per onorare il Figlio di Dio per avermi dato tale scienza e sapienza da sorpassare quella di tutti i Santi e di tutti gli Angeli;

– la terza per onorare lo Spirito Santo per avermi fatta, dopo Dio, la più misericordiosa”.

PREGHIERA

O Maria, Madre di Gesù e Madre mia, difendimi dalle insidie del maligno in vita e particolarmente nell’ora della morte :

– per il Potere che ti ha concesso l’Eterno Padre. Ave, Maria…

– per la Sapienza che ti ha concesso il Divin Figlio. Ave, Maria…

– per l’Amore che ti ha concesso lo Spirito Santo. Ave, Maria…