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PREGHIERA AL SANTISSIMO SACRAMENTO

Signor mio Gesù Cristo, che per l’amore che porti agli uomini, te ne stai notte e giorno nel Sacramento Eucaristico, tutto pieno di pietà e di amore, aspettando, chiamando ed accogliendo tutti coloro che vengono a visitarti. Io credo che Tu sei presente nel Sacramento dell’Altare, Ti adoro dall’abisso del mio niente e Ti ringrazio di quante Grazie mi hai fatto finora: specialmente di avermi donato Te stesso in questo Sacramento, di avermi dato per Avvocata la Tua Santissima Madre Maria, e di avermi chiamato a visitarti in questa Chiesa.

Saluto oggi il Tuo amatissimo Cuore, ed intendo salutarlo per tre motivi: primo, in ringraziamento del gran dono dell’Eucaristia; secondo, per consolarti di tutte le ingiurie che hai ricevuto da tutti i Tuoi nemici in questo Sacramento; terzo, intendo con questa visita adorarti in tutti i luoghi della terra, dove Sacramentato te ne stai meno riverito e più abbandonato. Gesù mio, io Ti amo con tutto il cuore. Mi pento di avere, per il passato, tante volte disgustato la Tua bontà infinita. Propongo con la Tua Grazia di non offenderti mai più per l’avvenire; ed al presente, miserabile qual sono, mi consacro tutto a Te. Rinunzio e ti dono tutta la mia volontà, gli affetti, i desideri e tutte le cose mie. Da oggi in avanti fa’ di me e delle mie cose tutto quello che Ti piace. Solo Ti chiedo e voglio  tutto il Tuo santo Amore, la perseveranza finale e l’adempimento perfetto della Tua Volontà. Ti raccomando le Anime del Purgatorio, specialmente le più devote del Santissimo Sacramento e di Maria Santissima. Ti raccomando ancora tutti i poveri peccatori. Unisco infine, Salvatore mio caro, tutti gli affetti miei con gli affetti del Tuo amorevolissimo Cuore, e così uniti li offro al Tuo Eterno Padre e Lo prego, in Tuo nome, che per Tuo amore li accetti e li esaudisca

Comunione spirituale:

Gesù mio, io credo che sei realmente presente nel Santissimo Sacramento. Ti amo sopra ogni cosa e ti desidero nell’anima mia. Poichè ora non posso riceverti sacramentalmente, vieni almeno spiritualmente nel mio cuore….
Come già venuto io ti abbraccio e tutto mi unisco a te. Non permettere che  io mi abbia mai a separare da te. Eterno Padre io ti offro il preziosissimo sangue di Gesù Cristo in sconto dei miei peccati, in suffragio delle anime del purgatorio e per i bisogni della Santa Chiesa. Amen

Invocazioni riparatrici

Per tutti i sacrilegi Eucaristîci perdonaci o Signore

Per le SS. Comunioni fatte col peccato mortale “

Per le profanazioni Eucaristiche “

Per le irriverenze nelle Chiese “

Per gli oltraggi e disprezzi dei Tabernacoli “

Per il disprezzo delle cose sacre “

Per l’abbandono delle Chiese “

Per i peccati di immoralità “

Per le anime senza Dio “

Per le bestemmie contro il tuo SS. Nome “

Per l’indifferenza verso il tuo Amore “

Per gli oltraggi verso la persona del Papa “

Per il disprezzo verso i Vescovi e i Sacerdoti “

Per le bestemmie contro i1 nome di Maria “

Per i disprezzi contro la Sua Immacolata Concezione “

Per l’abbandono della venerazione a Maria “

Per i disprezzi contro le immagini di Maria “

Per l’abbandono del Santo Rosario “

Per l’indifferenza all’Amore materno di Maria “

CARISSIMA ANIMA, ANCHE L’ADORAZIONE EUCARISTICA ONLINE HA IL SUO VALORE.

QUINDI FERMATI, GUARDALO, ADORALO, PREGALO CON IL CUORE. GESU’ TI ASCOLTA

Amore e Adorazione

 

O mio Dio, Gesù Eucaristia che adoro, aiutami a dimenticarmi interamente, per fissarmi in Te, assorto e quieto, come se la mia anima fosse già nell’eternità.

Nulla possa turbare il nostro colloquio, nè farmi uscire da Te, o mio Gesù nascosto, ma che ad ogni istante io mi immerga sempre più nelle profondità del Tuo mistero eucaristico.

Purifica l’anima mia, rendila Tuo cielo, Tua prediletta dimora e luogo del Tuo riposo.

Che io non Ti lasci mai solo nel Santo Tabernacolo, ma tutto io sia vigile e attivo in tutti i Tabernacoli del mondo con la fede, l’adorazione, la riparazione, pienamente abbandonato alla Tua azione redentrice.

O amato mio Crocifisso per amore, mio amato Gesù fatto mio cibo, vorrei essere una sposa per il Tuo cuore, vorrei coprirti di gloria, vorrei amarti… fino a morirne!

E farmi amare dal mondo intero. Ma sento tutta la mia impotenza, e Ti prego di rivestirmi di Te, di identificare tutti i movimenti della mia anima a quelli dell’anima Tua, di sommergermi, di invadermi, di sostituirTi a me, affinché la mia vita non sia che un riflesso della Tua Vita.

Vieni in me, nella Eucaristia come Adoratore, come Riparatore e come Salvatore. O Verbo eterno, Parola del mio Dio, voglio passare la mia vita ad adorarTi e ascoltarTi; voglio rendermi docilissimo ad ogni Tuo insegnamento, per imparare tutto da Te; e poi, nelle notti dello spirito, nel vuoto, nella lotta più aspra, nell’impotenza, voglio fissarTi sempre e starmene sotto il Tuo grande splendore.

O mio Gesù Eucaristia, Astro adorato, affascinami, perché non possa più sottrarmi alla Tua irradiazione.

O Fuoco consumatore, Spirito d’Amore, discendi in me perché si faccia dell’anima mia quasi una incarnazione del Verbo, una adorazione perpetua del Suo Corpo e del Suo Sangue.

Che io Gli sia un prolungamento di umanità, in cui Egli possa rinnovare tutto il Suo Mistero culminante nell’Eucaristia.

E Tu, o Padre, chinati verso la Tua povera, piccola creatura, coprila della Tua ombra, non vedere in essa che il Diletto nel quale hai posto le Tue compiacenze, in attesa che io venga a contemplare nella vostra Luce l’abisso della vostra grande misericordia. Così sia.

Rosario eucaristico

 

O Dio vieni a salvarmi.

Signore vieni presto in mio aiuto.

Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo,
come era nel principio, ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen

Primo mistero eucaristico

Si contempla come Gesù Cristo abbia istituito il Santissimo Sacramento per ricordarci la Sua passione e morte.

Dice Gesù:
‘Il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo’ Gv 6,51

Padre nostro…
10 volte:  Sia lodato e ringraziato ogni momento
si risponde:  Gesù nel Santissimo Sacramento

Secondo mistero eucaristico

Si contempla come Gesù Cristo abbia istituito il Santissimo Sacramento per rimanere con noi tutto il tempo della nostra vita.

Dice Gesù:
‘Io sono con voi tutti i giorni fino alla fine del mondo’ Mt 28,20

Padre nostro…
10 volte:  Sia lodato e ringraziato ogni momento
si risponde:  Gesù nel Santissimo Sacramento

Terzo mistero eucaristico

Si contempla come Gesù Cristo abbia istituito il Santissimo Sacramento per perpetuare il Suo Sacrificio sugli altari per noi sino alla fine del mondo.

Dicono i discepoli di Emmaus:
‘Resta con noi Signore perché si fa sera’ Lc 24,29

Padre nostro…
10 volte:  Sia lodato e ringraziato ogni momento
si risponde:  Gesù nel Santissimo Sacramento

Quarto mistero eucaristico

Si contempla come Gesù Cristo abbia istituito il Santissimo Sacramento per farsi cibo e bevanda dell’anima nostra.

Dice Gesù:
‘Io sono il pane della vita chi viene a me non avrà più fame’ Gv 6,34

Padre nostro…
10 volte:  Sia lodato e ringraziato ogni momento
si risponde:  Gesù nel Santissimo Sacramento

Quinto mistero eucaristico

Si contempla come Gesù Cristo abbia istituito il Santissimo Sacramento per rvisitarci nel momento della nostra morte e per portarci in Paradiso.

Dice Gesù:
‘Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna’  Gv 6,54

Padre nostro…
10 volte:  Sia lodato e ringraziato ogni momento
si risponde:  Gesù nel Santissimo Sacramento

Sequenza Corpus Domini

 

[Sion, loda il Salvatore,
la tua guida, il tuo pastore
con inni e cantici.

Impegna tutto il tuo fervore:
egli supera ogni lode,
non vi è canto che sia degno.

Pane vivo, che dà vita:
questo è tema del tuo canto,
oggetto della lode.

Veramente fu donato
agli apostoli riuniti
in fraterna e sacra cena.

Lode piena e risonante,
gioia nobile e serena
sgorghi oggi dallo spirito.

Questa è la festa solenne
nella quale celebriamo
la prima sacra cena.

È il banchetto del nuovo Re,
nuova Pasqua, nuova legge;
e l’antico è giunto a termine.

Cede al nuovo il rito antico,
la realtà disperde l’ombra:
luce, non più tenebra.

Cristo lascia in sua memoria
ciò che ha fatto nella cena:
noi lo rinnoviamo.

Obbedienti al suo comando,
consacriamo il pane e il vino,
ostia di salvezza.

È certezza a noi cristiani:
si trasforma il pane in carne,
si fa sangue il vino.

Tu non vedi, non comprendi,
ma la fede ti conferma,
oltre la natura.

È un segno ciò che appare:
nasconde nel mistero
realtà sublimi.

Mangi carne, bevi sangue;
ma rimane Cristo intero
in ciascuna specie.

Chi ne mangia non lo spezza,
né separa, né divide:
intatto lo riceve.

Siano uno, siano mille,
ugualmente lo ricevono:
mai è consumato.

Vanno i buoni, vanno gli empi;
ma diversa ne è la sorte:
vita o morte provoca.

Vita ai buoni, morte agli empi:
nella stessa comunione
ben diverso è l’esito!

Quando spezzi il sacramento
non temere, ma ricorda:
Cristo è tanto in ogni parte,
quanto nell’intero.

È diviso solo il segno
non si tocca la sostanza;
nulla è diminuito
della sua persona.]

Ecco il pane degli angeli,
pane dei pellegrini,
vero pane dei figli:
non dev’essere gettato.

Con i simboli è annunziato,
in Isacco dato a morte,
nell’agnello della Pasqua,
nella manna data ai padri.

Buon pastore, vero pane,
o Gesù, pietà di noi:
nutrici e difendici,
portaci ai beni eterni
nella terra dei viventi.

Tu che tutto sai e puoi,
che ci nutri sulla terra,
conduci i tuoi fratelli
alla tavola del cielo
nella gioia dei tuoi santi.

Il Santissimo Sacramento nostro paradiso in terra.

Non dà amarezza la sua compagnia, non dà dolore la sua convivenza (Sap 8, 16).

Gli amici del mondo trovano tanto contento tra loro, che perdono le giornate intiere a starsene insieme. Con Gesù sacramentato ci trova tedio chi non l’ama. I santi han trovato il paradiso davanti al SS. Sacramento. S. Teresa dal cielo disse ad una sua religiosa dopo morte: Quelli del cielo e della terra dobbiamo essere una stessa cosa nella purità e nell’amore: noi godendo e voi patendo: e quello che noi facciamo in cielo con la divina essenza, dovete voi fare in terra con il SS. Sacramento. Ecco dunque il nostro paradiso in terra, il SS. Sacramento.

O Agnello immacolato e sacrificato per noi sopra la croce, ricordatevi ch’io sono una di quell’anime che voi avete redente con tanti dolori e con la vostra morte. Fate che voi siate mio e non vi perda mai, giacché a me vi siete donato e vi donate ogni giorno, sacrificandovi per amor mio sugli altari; e fate ch’io sia tutto vostro. Io mi dono tutto a voi, acciocché facciate di me quello che volete. Io vi dono la mia volontà, incatenatela voi coi dolci ligami del vostro amore, acciocché ella sia schiava eterna della vostra santissima volontà. Io non voglio vivere più per soddisfare i miei desideri, ma solo per contentare la vostra bontà. Distruggete in me tutto ciò che non vi piace; datemi la grazia di non avere altro pensiero che di piacere a voi, non altro desiderio se non di quello che desiderate voi. Vi amo, o caro mio Salvatore, con tutto il mio cuore; vi amo perché desiderate d’esser amato da me; vi amo perché ne siete ben degno. Ho pena di non amarvi quanto meritate. Vorrei morire per amor vostro. Signore, accettate il mio desiderio e datemi il vostro amore. Amen. Così sia.

Giac. O beneplacito del mio Dio, io mi sacrifico tutto a voi.

A Maria

Io sono la Madre del bell’amore, dice Maria. Io son la madre del bello amore, dice Maria; cioè di quell’amore che fa belle le anime. S. Maria Maddalena de’ Pazzi vide Maria santissima che andava dispensando un dolce liquore che era il divino amore. Questo dono solo per Maria si dispensa, a Maria cerchiamolo.

Giac. Madre mia, speranza mia, fammi tutto di Gesù.

 

L’Agnello Pasquale – Il Sangue che salva

Parola di Dio
“Parlate a tutta la comunità di Israele e dite: Il dieci di questo mese ciascuno si procuri un agnello per famiglia, un agnello per casa… Tutta l’assemblea della comunità d’Israele lo immolerà al tramonto. Preso un po’ del suo sangue, lo porranno sui due stipiti e sull’architrave delle case, in cui lo dovranno mangiare… Il sangue sulle vostre case sarà il segno che voi siete dentro: io vedrò il sangue e passerò oltre, non vi sarà per voi flagello di sterminio” (Es 12,3.6.8-13).

“Cristo invece… non con sangue di capri e di vitelli, ma con il proprio sangue entrò una volta per sempre nel santuario, procurandoci così una redenzione eterna. Infatti, se il sangue dei capri e dei vitelli e la cenere di una giovenca, sparsi su quelli che sono contaminati, li santificano, purificandoli nella carne, quanto più il sangue di Cristo, che con uno Spirito eterno offrì se stesso senza macchia a Dio, purificherà la nostra coscienza dalle opere morte, per servire il Dio vivente?” (Eb 9,11-14).

Per la comprensione
– Il sangue, secondo la Bibbia, è principio vitale e viene da Dio, quindi è cosa sacra.

– Mosè sparge il sangue della vittima sull’altare che rappresenta Dio e poi sul popolo, per significare un’alleanza indissolubile tra Dio e l’uomo.

Nel mondo antico l’alleanza è sempre un atto sacro, posto sotto la protezione di Dio e ratificato dal sangue di una vittima.

– La Pasqua giudaica prepara la Pasqua cristiana: la Nuova Alleanza sarà ratificata dal sangue di Cristo, agnello senza macchia.

Rifletti
– Giovanni, fin dall’inizio del suo Vangelo, ci presenta Gesù come l’Agnello di Dio: “Ecco l’Agnello di Dio, ecco colui che toglie il peccato del mondo” (Gv 1,29). Fonde in una sola realtà l’immagine dell’agnello pasquale che salva Israele dallo sterminio e dell’agnello di espiazione (Lv 14), che viene immolato per riparare i peccati del popolo, come farà il “Servo di Jahvé” (Is 53).

– Dio stipula un’alleanza con il suo popolo, che diventa sua speciale proprietà: ma questo patto è solo una figura dell’Alleanza Nuova che Dio stipulerà con tutta l’umanità mediante il Sangue di Cristo: “Questo è il mio sangue dell’alleanza, versato per molti, in remissione dei peccati” (Mt 26,28).

– Il Sangue di Cristo è il tesoro della Chiesa, il nostro tesoro; da esso vengono a noi tutti i beni: il perdono dei peccati, la salvezza, la santificazione, l’essere figli di Dio, il dono dello Spirito, la Nuova Alleanza.

L’immagine dell’Agnello innocente immolatosi volontariamente per noi deve suscitare nel nostro spirito viva gratitudine, dedizione, amore.

– San Pietro esorta: “Comportatevi con timore nel tempo del vostro pellegrinaggio. Voi sapete che non a prezzo di cose corruttibili, come l’argento e l’oro, foste liberati dalla vostra vuota condotta ereditata dai vostri padri, ma con il sangue prezioso di Cristo, come di agnello senza difetti e senza macchia” (1Pt 1,17-19).

– Dobbiamo unirci alle preghiere dei Santi che in Cielo cantano un canto nuovo: “Tu sei degno di prendere il libro e di aprirne i sigilli, perché sei stato immolato e hai riscattato per Dio con il tuo sangue uomini di ogni tribù, lingua, popolo e nazione e li hai costituiti per il nostro Dio un regno di sacerdoti e regneranno sopra la terra” (Ap 5,9-12).

Confronta
– Accogliamo l’esortazione della Parola di Dio a “tenere fisso lo sguardo su Gesù: pensate attentamente a colui che ha sopportato contro di sé una così grande ostilità dei peccatori, perché non vi stanchiate, perdendovi d’animo. Non avete ancora resistito fino al sangue nella vostra lotta contro il peccato” (Eb 12,2-4).

– I Santi e in particolare i Martiri, tenendo lo sguardo fisso su Gesù Crocifisso, trovarono la forza per lottare fino al sangue, per rimanere fedeli all’amore di Dio.


Pensiero di san Paolo della Croce: “O Sangue caro di Gesù! O Sangue prezioso! O Sangue dolcissimo, in te sono tutte le mie speranze!” (L. 1, 527).

Lo sguardo fisso su Gesù Crocifisso

Parola di Dio
“Anche noi… corriamo con perseveranza nella corsa che ci sta davanti, tenendo fisso lo sguardo su Gesù, autore e perfezionatore della fede. Egli in cambio della gioia che gli era posta innanzi, si sottopose alla croce, disprezzando l’ignominia, e si è assiso alla destra del trono di Dio. Pensate attentamente a colui che ha sopportato contro di sé una così grande ostilità dei peccatori, perché non vi stanchiate perdendovi d’animo. Non avete ancora resistito fino al sangue nella vostra lotta contro il peccato” (Eb 12,1-4).

Per la comprensione
– Fare memoria della Passione di Gesù è il “carisma” particolare dato dal Signore alla famiglia di san Paolo della Croce. I Passionisti esprimono questo carisma con un voto, il primo dei quattro voti con cui si consacrano a Cristo Crocifisso. Per il Passionista questo è il “voto fondamentale” che esprime il fine della sua vocazione e dà fisionomia, ispirazione e unità a tutta la sua vita: alla sua luce egli vive gli altri impegni, prende il suo posto nella Chiesa e si consacra a compiere la sua missione. Questa è la spiritualità specifica anche del laico passionista.

Rifletti
– Gesù desidera ardentemente che noi ricordiamo quanto Egli ha sofferto per noi. Ha parlato molte volte della sua Passione, prima che essa accadesse, per farci capire quanto Egli desidera che noi la ricordiamo. Gesù risorto, nello splendore della vita nuova nella gloria, ha conservato le sue piaghe, ormai gloriose, ma sempre piaghe.

Agli apostoli “stupiti e spaventati”, Gesù risorto diceva: “Guardate le mie mani e i miei piedi” (Lc 24,37-39). A ogni fedele ripete l’invito accorato a contemplare le sue piaghe, per fare memoria della sua Passione e comprendere che non poteva amarci di più. In cielo, per tutta l’eternità, contempleremo questi segni dell’amore infinito di Dio per noi.

– Il Calvario è il mistico monte da cui scaturiscono tutti i fiumi della grazia: il Crocifisso, con le sue piaghe aperte e il cuore squarciato, ne è la sorgente perenne. Quanto più ci si avvicina a questo monte e a questa sorgente, tanto più si è ricolmi di grazia.

– Ai Greci che desiderano vederlo, Gesù annunzia che quando sarà innalzato sulla croce attirerà a sé tutti i cuori (Gv 12,32), per portare tutti al Padre e manifestarsi come salvatore del mondo.

A Nicodemo aveva detto che per salvarsi bisogna guardare il Cristo innalzato sulla croce: “Come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in Lui abbia la vita eterna” (Gv 3,14-15).

– Anche oggi, per guarire dai morsi velenosi del serpente che ci insidia continuamente, dobbiamo “tenere lo sguardo fisso su Gesù Crocifisso”, lasciarci attirare da Lui, cioè meditarlo assiduamente, contemplarlo con amore e abbandonarci all’azione della sua grazia.

Confronta
– San Paolo della Croce, il grande innamorato del Crocifisso, passò la sua lunga vita a contemplare e predicare Gesù Crocifisso. Ecco alcuni suoi suggerimenti pratici:

– “Fondate sempre la vostra meditazione sui misteri della Passione di Gesù, non la tralasciate mai, dedicatevi ogni giorno. Lasciate che questo desiderio vi inzuppi, vi penetri fino alle midolla delle ossa. Vedrete miracoli della misericordia di Dio. Gusterete quanto siano dolci i frutti di questo albero di vita: la croce”.

– “Nel colmo di qualche grave afflizione prendete in mano il Crocifisso, fatevi fare una predica da Lui… Ascoltate ciò che vi predicano le spine, i chiodi, le piaghe, il Sangue divino: oh, che predica! che predica!”.

– “Anche in mezzo alle occupazioni è necessario confortare e fortificare lo spirito ai piedi del Crocifisso, nella meditazione delle sue santissime pene. L’amore vi insegnerà tutto”.


Pensiero di san Paolo della Croce: “Non perdete di vista la Passione di Gesù, portate le pene dello Sposo Divino come fascetto di mirra sull’altare del vostro cuore” (L. 111, 385).

 

La Passione – Mistero Trinitario

Parola di Dio
“In questo si è manifestato l’amore di Dio per noi: Dio ha mandato il suo unigenito Figlio nel mondo, perché noi avessimo la vita per lui. In questo sta l’amore: non siamo stati noi ad amare Dio, ma è lui che ha amato noi e ha mandato il suo Figlio come vittima di espiazione per i nostri peccati…. Da questo si conosce che noi rimaniamo in lui ed egli in noi: egli ci ha fatto dono del suo Spirito. E noi stessi abbiamo veduto e attestiamo che il Padre ha mandato il suo Figlio come salvatore del mondo… Noi abbiamo riconosciuto e creduto all’amore che Dio ha per noi. Dio è amore; chi sta nell’amore dimora in Dio e Dio dimora in lui” (1Gv 4,9-16).

Per la comprensione
– Il Giubileo del 2000 ha avuto come obiettivo “la glorificazione della Trinità, dalla quale tutto viene e alla quale tutto si dirige, nel mondo e nella storia” (TMA 55).

– Nei tre anni di preparazione al Giubileo abbiamo contemplato separatamente le Tre Persone divine; poi siamo stati invitati a entrare nel mistero stesso della Trinità, come unica sorgente del fiume dell’amore di Dio. Per questo, all’inizio del Giubileo, Giovanni Paolo II iniziava un nuovo ciclo di catechesi sulla Trinità, come un cammino “alle sorgenti e all’estuario della storia della salvezza”, perché la salvezza è dono della Trinità, da essa inizia e in essa trova il suo compimento.

Rifletti
– Dio Trinità è amore. È amore nella creazione: crea solo per amore, per far partecipi le creature della sua vita. È amore nell’incarnazione: per dono di tutta la Trinità, uno della Trinità si è fatto uomo. È amore nella Redenzione: tutta la Trinità è coinvolta in questa opera suprema di amore.

– Il Figlio di Dio si è fatto uomo, perché noi diventassimo figli di Dio: “Dio ha mandato nei nostri cuori lo Spirito del suo Figlio che grida: «Abbà, Padre!»” (Gal 4,6).

– “Lo Spirito Santo, che il Padre ha mandato nel nome del Figlio, fa sì che l’uomo partecipi alla vita intima di Dio. Fa sì che l’uomo sia anche figlio a somiglianza di Cristo ed erede di quei beni che costituiscono la parte del Figlio” (TMA 8).

– Ma è soprattutto nella Passione di Gesù che Dio-Trinità si mostra capace di infinito amore, perché capace di infinito dolore. Ai piedi della croce noi scopriamo chi è Dio: “Dio è amore”.

– “Dio Padre ha tanto amato il mondo da dare per noi il suo Figlio unigenito” (Gv 3,16). Il Crocifisso è la prova più grande dell’amore del Padre che non può assistere impassibile di fronte al Figlio che pende dalla croce. Il Figlio è uno della Trinità, indissolubilmente unito al Padre e allo Spirito Santo.

– Ma la croce è prima di tutto la follia dell’amore del Figlio. Egli è venuto in mezzo a noi per condividere i nostri dolori e soffrire per noi e con noi: “Il Figlio di Dio mi ha amato e ha consegnato se stesso per me” (Gal 2,20).

– Anche lo Spirito Santo partecipa misteriosamente alla Passione del Figlio, perché ci viene donato proprio con la morte del Figlio (Cf. Gv 19,30).

– Così tutta la Trinità si compromette per salvarci nel Figlio e tutta la Trinità in qualche modo soffre nel Figlio. Giustamente vengono oggi diffuse e valorizzate tante immagini della Trinità, con al centro il Crocifisso: Il Padre che tiene tra le braccia la croce del Figlio e lo Spirito Santo che unisce e separa nello stesso tempo il Padre che soffre e il Figlio che agonizza.

Confronta
– Il richiamo alla Santissima Trinità mi deve portare alla riscoperta dell’identità più profonda di Dio, che è Trinità d’amore e anche della mia identità più profonda, quella di figlio, chiamato a partecipare alla vita stessa di Dio, all’intimità con Lui. È tutta la Trinità che abita in me, come principio e fine del grande fiume dell’amore di Dio.

– Nel meditare la Passione di Gesù fisserò spesso la mente e il cuore su tutta la Trinità coinvolta nell’amore e nel dolore del Figlio.

– Come tutta la Trinità partecipa alla Passione del Figlio, così tutta la Trinità è presente e partecipa alle mie sofferenze. Mai mi sentirò abbandonato. Nelle prove, con l’aiuto della fede, sentirò più che mai Dio vicino a me: Dio Padre, Dio Figlio, Dio Spirito Santo.


Pensiero di san Paolo della Croce: “Fortunati quelli che stanno nascosti nel grembo di Dio, e bevono alle Piaghe santissime di Gesù Cristo quest’acqua di eterna vita!” (L. III, 732).

Un Dio fatto uomo

Parola di Dio
“In principio era il Verbo, il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio… E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi vedemmo la sua gloria, gloria come di unigenito dal Padre, pieno di grazia e di verità” (Gv 1,1.14).

“Perciò doveva rendersi in tutto simile ai fratelli, per diventare un sommo sacerdote misericordioso e fedele nelle cose che riguardano Dio, allo scopo di espiare i peccati del popolo. Infatti proprio per essere stato messo alla prova ed avere sofferto personalmente, è in grado di venire in aiuto a quelli che subiscono la prova… Infatti non abbiamo un sommo sacerdote che non sappia compatire le nostre infermità, essendo stato lui stesso provato in ogni cosa, a somiglianza di noi, escluso il peccato. Accostiamoci dunque con piena fiducia al trono della grazia” (Eb 2,17-18; 4,15-16).

Per la comprensione
– Accostandoci a meditare la sua Passione, dobbiamo tenere sempre presente chi è Gesù: vero Dio e vero uomo. Dobbiamo evitare il rischio di guardare soltanto l’uomo, soffermandoci solo sulle sue sofferenze fisiche e cadere in un vago sentimentalismo; o guardare solo Dio, senza riuscire a capire l’uomo dei dolori.

– Sarebbe bene, prima di iniziare un ciclo di meditazioni sulla Passione di Gesù, rileggere la “Lettera agli Ebrei” e la prima grande enciclica di Giovanni Paolo Il, “Redemptor Hominis” (Il Redentore dell’uomo, 1979), per capire il mistero di Gesù e accostarci a Lui con una vera devozione, illuminata dalla fede.

Rifletti
– Gesù chiese agli Apostoli: “Voi chi dite che io sia?” Rispose Simon Pietro: “Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente” (Mt 16,15-16). Gesù è veramente il Figlio di Dio in tutto uguale al Padre, è il Verbo, il Creatore di tutte le cose. Solo Gesù può dire: “Io e il Padre siamo una cosa sola”. Ma Gesù, Figlio di Dio, nei Vangeli ama chiamarsi circa 50 volte “Figlio dell’uomo”, per farci capire che è un uomo vero, figlio di Adamo, come tutti noi, in tutto simile a noi, eccetto il peccato (Cf. Eb 4,15).

– “Gesù, pur essendo di natura divina, spogliò se stesso, assumendo la condizione di servo e divenendo simile agli uomini” (Fil 2,5-8). Gesù “spogliò se stesso”, quasi si svuotò della grandezza e della gloria che aveva come Dio, per essere in tutto simile a noi; accettò la chenosi, cioè abbassò se stesso, per innalzare noi; discese fino a noi, per innalzare noi fino a Dio.

– Se vogliamo comprendere pienamente il mistero della sua Passione, dobbiamo conoscere a fondo l’uomo Cristo Gesù, la sua natura divina e umana e soprattutto i suoi sentimenti. Gesù ebbe una natura umana perfetta, un cuore pienamente umano, una sensibilità umana piena, con tutti quei sentimenti che si ritrovano in un animo umano non inquinato dal peccato.

– Gesù è stato l’uomo dai sentimenti spiccati, forti e teneri insieme, che ne rendevano affascinante la persona. Irradiava simpatia, gioia, fiducia e trascinava le folle. Ma il vertice dei sentimenti di Gesù si manifestava dinanzi ai bambini, ai deboli, ai poveri, ai malati; in tali situazioni Egli rivelava tutta la sua tenerezza, la compassione, la delicatezza dei sentimenti: abbraccia i bambini come una mamma; sente compassione dinanzi al giovane morto, figlio di una vedova, dinanzi alle folle affamate e disperse; piange di fronte alla tomba dell’amico Lazzaro; si china su ogni dolore che incontra nel suo cammino.

– Proprio per questa grande sensibilità umana possiamo dire che Gesù ha sofferto più di ogni altro uomo. Ci sono stati uomini che hanno sofferto dolori fisici maggiori e più a lungo di Lui; ma nessun uomo ha avuto la sua delicatezza e la sua sensibilità fisica e interiore, perciò nessuno ha mai sofferto come Lui. Giustamente Isaia lo chiama “l’uomo dei dolori che ben conosce il patire” (Is 53, 3).

Confronta
– Gesù, Figlio di Dio, è mio fratello. Tolto il peccato, ha avuto i miei sentimenti, ha incontrato le mie difficoltà, conosce i miei problemi. Per questo mi “accosterò con piena fiducia al trono della grazia”, sicuro che Egli mi saprà capire e compatire.

– Nel meditare la Passione del Signore cercherò soprattutto di riflettere sui sentimenti interiori di Gesù, per entrare nel suo cuore e scandagliare l’immensità del suo dolore. San Paolo della Croce si chiedeva spesso: “Gesù, come stava il tuo cuore mentre soffrivi quei tormenti?”.


Pensiero di san Paolo della Croce: “Vorrei che in questi giorni del sacro Avvento s’innalzasse l’anima alla contemplazione dell’ineffabile mistero dei misteri, dell’Incarnazione del Verbo Divino… Lasciate che l’anima resti assorta in quell’altissimo stupore e meraviglia amorosa, vedendo con la fede l’Immenso impiccolito, l’infinita grandezza umiliata per amore dell’uomo” (L I, 248).

Gesù Sacramentato trova le sue delizie con noi.

Mia gioia è essere tra i figli degli uomini (Pr 8, 31).

Ecco il nostro Gesù che non contento di esser morto in terra per nostro amore, anche dopo la morte ha voluto restarsene con noi nel SS. Sacramento, dichiarando che tra gli uomini trova le sue delizie.

O uomini, esclama S. Teresa, come potete offendere un Dio, che si dichiara che in voi trova le sue delizie? Gesù trova le delizie con noi, e noi non le troveremo con Gesù? Noi specialmente che abbiamo avuto l’onore di abitare nella sua casa insieme con Lui! Come si stimano onorati quei vassalli a cui il re dà luogo di vivere in palazzo! Ecco il palazzo del re è questa casa dove abitiamo con Gesù Cristo. Sappiamo ringraziarlo ed avvalerci della conversazione con Gesù Cristo.

Eccomi dunque, mio Signore e Dio, avanti a questo altare, dove voi vi trattenete notte e giorno per me; voi siete la fonte di ogni bene, voi il medico di ogni male, voi il tesoro di ogni povero; ecco ai piedi vostri oggi un peccatore fra tutti il più povero, il più infermo che vi cerca pietà; abbiate compassione di me. Io non voglio no che mi disanimi la mia miseria, vedendovi in questo Sacramento sceso dal cielo in terra solo per farmi del bene. Io vi lodo, vi ringrazio, vi amo; e se volete che vi cerchi qualche elemosina, questa cerco, sentitemi: io non vi voglio più offendere, e voglio che mi diate luce e grazia di amarvi con tutte le mie forze. Signore, io v’amo con tutta l’anima mia, v’amo con tutti gli affetti miei. Fate voi che lo dica davvero, e lo dica sempre in questa vita e per tutta l’eternità. Maria Santissima, santi miei avvocati, angeli, beati tutti del paradiso, aiutatemi ad amar il mio amabilissimo Dio.

Giac.: Buon Pastore, pane vero, Gesù, pietà di noi. Tu sostienici, difendici, mostraci il bene dei paradiso.

A Maria

Le sue catene saranno per te una potente protezione (Sir 6, 25). Dice il devoto Pelbarto che la divozione a Maria è una catena di predestinazione. Preghiamo la Signora nostra che sempre più ci stringa con catene d’amore alla confidenza della sua protezione.

Giac. O clemente, o pia, o dolce vergine Maria.

Un cuore di misericordia

 

Pur avendo sentito tanto parlare di misericordia non è facile capire che cosa esperimenta un cuore misericordioso.

Credo che sia misericordia la compassione che si prova quando si vede soffrire un altro oppresso dal peso di una disgrazia.

Credo che saremo misericordiosi se le pene degli altri ci faranno soffrire, se il loro dolore ci farà piangere.

La persona che davvero ama Gesù versa molte lacrime perché vede che tanti suoi fratelli non Lo amano, Lo offendono e raramente accettano la Sua volontà; e questa è la maggiore disgrazia che possa capitare a una persona.

L’anima amica di Gesù, che veramente lo ama, è delicata, cerca di non ferire il prossimo ed evita tutto ciò che può fargli dispiacere. Prova una grande pena quando si accorge di aver commesso un’imprudenza e dimentica facilmente tutto quello che gli altri le hanno fatto, o, se lo ricorda, è solo per presentarlo a Gesù e chiedergli di aiutare i suoi fratelli perché siano come Egli li vuole.

Signore, donaci amore, donaci carità, concedici di amare il prossimo; soltanto così ameremo Gesù, amando i nostri fratelli. Io voglio amarli tutti, buoni e cattivi. Il peccato no, Gesù mio, ma il peccatore sì perché si converta e ti ami.

Quindici minuti con Gesù

di Sant’Antoine Marie Claret

VOCE DI GESÙ

Non è necessario, figlio mio, sapere molto per farmi piacere. Basta che tu abbia fede e che ami con fervore. Se vuoi farmi piacere ancora di più, confida in me di più, se vuoi farmi piacere immensamente, confida in me immensamente. Allora parlami come parleresti con il più intimo dei tuoi amici, come parleresti con tua madre o tuo fratello.

VUOI FARMI UNA SUPPLICA IN FAVORE DI QUALCUNO?
Dimmi il suo nome, sia quello dei tuoi genitori, dei tuoi fratelli o amici, o di qualche persona a te raccomandata… Dimmi subito cosa vuoi che faccia adesso per loro. L’ho promesso: “chiedete e vi sarà dato. Chi chiede ottiene” Chiedi molto, molto. Non esitare nel chiedere. Ma chiedi con fede perché io ho dato la mia parola: “Se aveste fede quanto un granellino di senape potreste dire al monte: levati e gettati nel mare ed esso ascolterebbe. Tutto quello che domandate nella preghiera, abbiate fede di averlo ottenuto e vi sarà accordato”. Mi piacciono i cuori generosi che in certi momenti sono capaci di dimenticare se stessi per pensare alle necessità degli altri. Così fece mia Madre a Cana in favore degli sposi quando nella festa dello sposalizio è venuto a mancare il vino. Mi chiese un miracolo e l’ottenne. Così fece anche quella donna cananea che mi chiese di liberare la figlia dal demonio, ed ottenne questa grazia specialissima. Parlami dunque, con la semplicità dei poveri, di chi vuoi consolare, dei malati che vedi soffrire, dei traviati che vorresti tornassero sulla retta via, degli amici che si sono allontanati e che vorresti vedere ancora accanto a te, dei matrimoni disuniti per i quali vorresti la pace. Ricorda Marta e Maria quando mi supplicarono per il fratello Lazzaro ed ottennero la sua risurrezione. Ricorda Santa Monica che, dopo avermi pregato durante trent’anni per la conversione del figlio, grande peccatore, ottenne la sua conversione e diventò il grande Sant’Agostino. Non dimenticare Tobia e sua moglie che con le loro preghiere ottennero fosse loro inviato l‘Arcangelo Raffaele per difendere il figlio in viaggio, liberandolo dai pericoli e dal demonio, per poi farlo ritornare ricco e felice affianco dei suoi familiari. Dimmi anche una sola parola per molte persone, ma che sia una parola d’amico, una parola del cuore e fervente. Ricordami che ho promesso: “Tutto è possibile per chi crede. Il Padre vostro che è nei cieli darà cose buone a quelli che gliele domandano! Tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo concederà”.

E PER TE HAI BISOGNO DI QUALCHE GRAZIA?
Se vuoi farmi una lista delle tue necessità e vieni a leggerle in mia presenza; ricorda il caso del mio servo Salomone, mi chiese la saggezza e gli fu concessa in abbondanza. Non dimenticare Giuditta che implorò grande coraggio e l’ottenne. Tieni presente Giacobbe che mi chiese prosperità (promettendomi di dare in opere buone la decima parte di quanto avesse avuto) e gli fu concesso molto, generosamente, tutto quello che desiderava e ancor di più. Sara mi pregò ed io allontanai il demonio che la tormentava. Magdalena pregò con fede e la liberai dalle brutte abitudini. Zaccheo con la preghiera si liberò dal dannoso attaccamento al denaro e si trasformò in uomo generoso. E tu. . . cosa vuoi che ti conceda? Dimmi sinceramente se sei orgoglioso, se ami la sensualità e la pigrizia, Che sei egoista, incostante. Che trascuri i tuoi doveri. Che giudichi severamente il tuo prossimo, dimenticando la mia proibizione: “non giudicate per non essere giudicati; non con dannate e non sarete condannati”. Dimmi se parli senza carità degli altri. Che ti preoccupi di più di quello che pensano gli altri di te che di quello che “pensa Dio”. Che ti lasci dominare dalla tristezza e dal malumore. Che rifiuti la tua vita, la tua povertà, i tuoi mali, il tuo lavoro, il modo come ti trattano, dimenticando quello che dice il Libro Santo: “Dio dispone tutte le cose per il bene di quelli che lo amano”. Dimmi se hai l’abitudine di dire bugie, che non domini il tuo sguardo ne la tua immaginazione, che preghi poco senza fervore, che le tue confessioni sono fatte senza dolore e senza l’intenzione di evitare poi le occasioni di peccato, e per questo cadi sempre nelle stesse mancanze. Che la messa la segui male e le comunioni le fai senza preparazione e con poche azioni di grazia. Che sei pigro ed hai paura dell’apostolato. Che qualche volta passi alcuni giorni senza leggere neanche una pagina della Bibbia… Ed io ti ricorderò i miei insegnamenti che porteranno una trasformazione totale nella tua vita. Ti dirò ancora: “Dio umilia gli orgogliosi ma gli umili colma di grazie…”. “Se trascuri i piccoli doveri trascurerai anche quelli grandi. Di ogni parola dannosa che uscirà dalla vostra bocca dovrete renderne conto il giorno del giudizio. Beati quelli che ascoltano la parola del Signore e la mettono in pratica”. Non ti vergognare, povera anima! Ci sono in cielo molti giusti e tanti santi di prim’ordine che hanno avuto gli stessi tuoi difetti. Ma pregarono con umiltà e poco a poco si sono liberati di essi. Perché “non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori” e perché “Dio non rifiuta mai un cuore umiliato e pentito. Il miglior dono per Dio è un cuore pentito”. E non esitare neanche nel chiedermi beni spirituali e materiali, Salute, memoria, simpatia, successo nel lavoro, negli studi e negli affari. Andare d’accordo con tutte le persone. Nuove idee per i tuoi affari, amicizie che ti siano utili, buon carattere, pazienza, allegria, generosità, amore per Dio, odio al peccato… Tutto questo posso darti e ti dà, e desidero che tu mi chieda, sempre e quando favorisca ed aiuti la tua santità e non si opponga ad essa. Ma in tutto devi sempre ripetere la mia preghiera nell’orto: il Padre, non ciò che io voglio, ma ciò che vuoi Tu’ Perché molte volte quel che chiede una persona non conviene per la sua salvezza, ed allora nostro Padre gli concede altri doni che gli faranno maggior bene.

E PER OGGI?
Che ti occorre? Cosa posso fare per il tuo bene? Se tu sapessi il desiderio che ho di favorirti. Ho dato da mangiare a cinquemila persone con solo cinque pani, perché ho visto che ne avevano bisogno. Ho calmato la tempesta quando gli apostoli mi svegliarono. Ho risuscitato la figlia di Giairo quando suo padre mi chiese di farlo. Anche tu dovrai ripetere col profeta: “Chi si è rivolto al Signore e non è stato ascoltato?”.

HAI ADESSO FRA LE MANI QUALCHE PROGETTO?
Raccontami nei dettagli. Cosa ti preoccupa? Cosa pensi di fare? Cosa vuoi? Come posso aiutarti? Magari ricordi sempre la frase del salmista: “Quel che ci porta al successo non sono i nostri affanni. Quel che ci porta al successo è la benedizione di Dio. Raccomandati a Dio nelle tue preoccupazioni e vedrai realizzarsi i tuoi buoni desideri” Gli israeliti desideravano occupare a terra pro messa. Mi supplicarono e lo concessi; David voleva vincere Golia, Mi pregò e l’ottenne; i miei apostoli volevano che aumentassi la loro fede, Mi chiesero questo favore e lo concessi con enorme generosità. E tu… cosa vuoi che ti conceda?

COSA POSSO FARE PER I TUOI AMICI?
Cosa posso fare per i tuoi superiori, per le persone che vivono nella tua casa, nel tuo quartiere, che trovi nel tuo cammino, per le persone delle quali dovrai rendere conto il giorno del giudizio? Geremia pregò per la città di Gerusalemme e Dio la colmò di benedizioni, Daniele pregava per i suoi connazionali ed ottenne che diminuissero molte loro pene. E tu, cosa mi chiedi per i tuoi vicini di casa, per il tuo quartiere, per la tua regione, per la tua patria.

E PER I TUOI GENITORI?
Se sono già morti ricorda che “è una opera santa e buona pregare Dio per i morti, perché riposino dalle loro pene”. E se sono ancora viventi, cosa vuoi per loro? Più pazienza nelle loro pene, nei loro problemi di salute? Un carattere piacevole? Comprensione in famiglia? Le preghiere di un figlio non possono essere respinte da chi, a Nazareth, per trent’anni è stato esempio di amore filiale.

C’È QUALCHE FAMILIARE CHE HA BISOGNO DI QUALCHE FAVORE?
Prega per lui o per lei e io farò della tua famiglia un tempio d’amore e conforto, e verserò a mani piene sui tuoi familiari le grazie e gli aiuti necessari per essere felici nel tempo e nell’eternità.

E PER ME?
Non desideri da me grazia e amicizia? Non vorresti fare del bene al tuo prossimo, ai tuoi amici, a chi ami forse molto, ma che vivono lontani dalla religione o non la praticano nel modo giusto? Sono padrone dei cuori che, rispettando la loro libertà, porto dolcemente verso la santità e l’amore di Dio. Ma ho bisogno di persone che preghino per loro. Nel Vangelo ho lasciato questa promessa: “Il Padre vostro celeste darà lo spirito santo a coloro che glielo chiedono” Chiedimi per i tuoi familiari quel buon spirito, che si ricordino dell’eternità che li aspetta, di prepararsi un buon tesoro in cielo facendo in questa vita moltissime opere buone e pregando ininterrottamente, lavorando per la salvezza della tua famiglia e degli altri non dimenticare mai la stupenda promessa del profeta: “coloro che avranno indotto molti alla giustizia risplenderanno come le stelle per sempre”.

SEI FORSE TRISTE O DI MALUMORE?
Raccontami. Raccontami, anima sconsolata, le tue tristezze in ogni dettaglio. Chi ti ha ferito? Chi ha ferito il tuo amor proprio? Chi ti ha disprezzato? Dimmi se ti va male nel tuo lavoro e io ti dirò le cause del tuo insuccesso. Non vorresti che mi occupassi di qualcosa per te? Avvicinati al mio cuore che ha un balsamo efficace per tutte le ferite del tuo. Raccontami tutto e in breve mi dirai che, come Me, tutto perdoni e tutto dimentichi, perché “le pene di questa vita non sono comparabili con l’immensa gioia che ci attende quale premio nell’eternità”. Senti l’indifferenza di persone che prima ti hanno voluto bene ma che ora ti dimenticano e si allontanano da te senza motivo? Prega per loro, Il mio amico Giobbe pregò per quelli che con lui sono stati ingrati, e la bontà divina li perdonò, e li fece tornare alla sua amicizia.

VUOI RACCONTARMI QUALCHE GIOIA?
Perché non mi fai partecipe di essa, come buon amico? Raccontami quello che da ieri o dalla tua ultima visita a Me ha consolato e ha fatto sorridere il tuo cuore. Forse hai avuto gradevoli sorprese. Magari sono sparite certe angosce o paure per il futuro. Hai superato qualche ostacolo, oppure, sei uscito da qualche difficoltà impellente? Tutto questo è opera mia, lo ti ho procurato tutto questo. Quanto mi rallegrano i cuori grati che, come il lebbroso guarito, tornano per ringraziare, ma molto mi rattristano gli ingrati che, come i nove lebbrosi del Vangelo, non tornano per ringraziare per i benefici ricevuti. Ricorda che “chi ringrazia per un beneficio ottiene che gli si concedano degli altri”. Dimmi sempre un “grazie” con tutto il cuore.

E POI… NON HAI QUALCHE PROMESSA DA FARMI?
Già lo sai che leggo nel fondo del tuo cuore. Gli umani si ingannano facilmente. Dio no. Parlami allora con sincerità. Hai il fermo proposito di non esporti più a quella occasione di peccato? Di privarti di quel giornale, rivista, film, programma televisivo che danneggia la tua anima? Di non leggere quel libro che ha eccitato la tua immaginazione? Di non trattare quella persona che ha turbato la pace della tua anima? Di stare in silenzio quando senti che arriva la collera? Perché “gli imprudenti dicono quello che sentono dentro di se quando sono di malumore, ma i prudenti rimangono sempre in silenzio quando sono di malumore, e sanno dissimulare le offese ricevute”. Vuoi fare il buon proposito di non parlare male di nessuno, anche quando credi che quel che dici è verità? Di non lamentarti perché è dura la vita? Di offrirmi le tue sofferenze in silenzio invece di andare in giro rinnegando le tue pene? Di lasciare ogni giorno un piccolo spazio per leggere qualche cosa che ti sia di profitto, specialmente la Bibbia? Così diranno anche dite: “ascolta la parola di Dio e la mette in pratica, sarà come una casa costruita sulla roccia, non crollerà “. Sarai ancora amabile con le persone che ti hanno trattato male?Avrai da ora in poi un volto allegro ed un sorriso amabile? Anche con quelli che non hanno molta simpatia per te? Ricorda le mie parole: “Se saluti solo quelli che ti amano, che merito ne hai? Anche i cattivi fanno così. Perdona e sarai perdonato. Un volto amabile rallegra i cuori degli altri”.

E ADESSO RITORNA ALLE TUE OCCUPAZIONI…
Ma non dimenticare questi quindici minuti di gradevole conversazione che abbiamo avuto qui nella solitudine del santuario. Conserva più che puoi il silenzio, la modestia e la carità con il prossimo. Ama mia Madre, che è anche Madre tua. Ricorda che essere buon devoto della Vergine Maria è segno di sicura salvezza.

 

Corona alle cinque Piaghe di nostro Signore Gesù Cristo

• Prima piaga

Crocifisso mio Gesù, adoro devotamente la dolorosa piaga del vostro piede sinistro.

Deh! per quel dolore che in esso sentiste, e per quel sangue che da quel piede versaste, concedetemi la grazia di fuggire l’occasione del peccato e di non camminare per la via dell’iniquità che conduce alla perdizione.

Cinque Gloria, un’Ave Maria.

• Seconda piaga

Crocifisso mio Gesù, adoro devotamente la dolorosa Piaga del vostro piede destro.

Deh! per quel dolore che in esso sentiste, e per quel sangue che da quel piede versaste, concedetemi la grazia di camminare costantemente nella via delle virtù cristiane fino all’ingresso del Paradiso.

Cinque Gloria, un’Ave Maria.

• Terza piaga

Crocifisso mio Gesù, adoro devotamente la dolorosa Piaga della vostra mano sinistra.

Deh! per quel dolore che in essa sentiste, e per quel sangue che da essa versaste, non permettetemi che io mi trovi alla sinistra coi reprobi il giorno dell’universale giudizio.

Cinque Gloria, un’Ave Maria.

• Quarta piaga

Crocifisso mio Gesù, adoro devotamente la dolorosa Piaga della vostra mano destra.

Deh! per quel dolore che in essa sentiste, e per quel sangue che da essa versaste, benedite l’anima mia e conducetela al vostro Regno.

Cinque Gloria, un’Ave Maria.

• Quinta piaga

Crocifisso mio Gesù, adoro devotamente la Piaga del vostro Costato.

Deh! per quel sangue che da essa versaste accendete nel mio cuore il fuoco dell’amor vostro e datemi la grazia di proseguire ad amarvi per tutta l’eternità.

Cinque Gloria, un’Ave Maria.

Gesù si volle lasciare sotto le specie di pane, per farsi a noi presente.

 

Dice il divoto P. Nierembergh, che essendo il pane un cibo che si consuma col mangiarsi e si conserva col tenerlo, perciò Gesù si volle lasciare in terra sotto le specie di pane, non solo per esser consumato con l’unirsi all’anima dei suoi amanti per mezzo della santa comunione, ma anche per essere conservato nella custodia e farsi a noi presente, e così ricordarci l’amore che ci porta. Dice S. Paolo: Spogliò se stesso, assumendo la condizione di servo (FiI 2, 7). Ma che dobbiamo dir poi vedendolo assumere la specie dei pane? «Niuna lingua è bastante, dice S. Pietro d’Alcantara, a poter dichiarare la grandezza dell’amore che Gesù porta a ciascuna delle anime che sono in grazia; e perciò volendo questo sposo dolcissimo partire da questa vita, acciòchè questa sua assenza non le fosse motivo di scordarsi di lui, le lasciò per memoria questo santissimo Sacramento, nel quale egli stesso rimaneva non volendo che tra ambedue restasse altro pegno per tenere svegliata la memoria ch’egli medesimo». Giacché dunque, mio Gesù, voi ve ne state chiuso in questo tabernacolo per sentire le suppliche dei miserabili che vengono a cercarvi udienza, oggi sentite la supplica che vi fà il peccatore più ingrato che vive tra tutti gli uomini.

Io vengo pentito ai vostri piedi, avendo conosciuto il male che ho fatto in disgustarvi. Prima dunque voglio che mi perdoniate per quanto vi ho offeso. Ah mio Dio, non vi avessi mai disgustato! E poi sapete che voglio? Io avendo conosciuta la vostra somma amabilità, mi sono innamorato di voi e mi sento un gran desiderio di amarvi e di compiacervi e di servirvi: ma non ho forza di farlo se voi non mi aiutate. Fate, o gran Signore, conoscere a tutto il paradiso la vostra grande potenza e la vostra immensa bontà; fatemi diventare da gran ribelle che sono stato a voi, un grande amante di voi; voi lo potete fare; voi lo volete fare. Supplite a tutto quello che in me manca, acciocché io arrivi ad amarvi assai, almeno ad amarvi tanto quanto vi ho offeso. Vi amo, Gesù mio, sopra ogni cosa: vi amo più della vita mia, mio Dio, mio amore, mio tutto.

Giac. Deus meus et omnia.

A Maria

Accostiamoci dunque con piena fiducia al trono della grazia per ottenere la misericordia al momento opportuno (Eb 4, 16). Dice S. Antonino che questo trono è Maria, in cui Dio dispensa tutte le grazie. O Regina amabilissima, se desiderate voi tanto di aiutare i peccatori, ecco un gran peccatore che ricorre a voi: aiutatemi assai ed aiutatemi presto.

Giaculatoria con S. Agostino: Unico rifugio dei peccatori, pietà di noi.

Gesù nel Sacramento fonte di ogni bene

Ecco il fonte d’ogni bene, Gesù nel Sacramento, il quale dice: Venga a me chi ha sete (Gv 7, 37). 

Oh quante acque di grazie han cavate i santi sempre da questa fonte del SS. Sacramento, dove Gesù ci dispensa tutt’i meriti della sua Passione, come predisse il profeta: Attingerete acqua con gioia alle sorgenti della salvezza (Is 12, 3). La contessa di Feria, quella gran discepola del V.P. M. Avila fatta religiosa di S. Chiara, dallo spesso e lungo trattenersi avanti il SS. Sacramento chiamata la Sposa del Sacramento, dimandata che facesse in tante ore che si tratteneva innanzi all’altare, rispose: «Io vi starei tutta l’eternità. E non è ivi l’essenza di Dio che sarà pascolo de’ beati? Buon Dio, e che si fa innanzi a lui! e che non si fa? Si ama, si loda, si ringrazia, si domanda. E che cosa fa un povero avanti ad un ricco? Che fa l’ammalato avanti al medico? Che fa un assetato avanti ad una fontana chiara? Che fa un affamato avanti ad una lauta mensa?» 

O Gesù mio amabilissimo, dolcissimo, dilettissimo, vita, speranza, tesoro, unico amore dell’anima mia, oh quanto mai vi è costato il rimanervi con noi in questo Sacramento! Voi avete dovuto morire per potervi poi restare sacramentato sui nostri altari. E quante ingiurie poi avete avuto a soffrire in questo Sacramento per assisterci colla vostra presenza! Tutto ha vinto il vostro amore e desiderio che avete d’essere amato da noi.

Venite adunque, Signore, venite e mettetevi dentro del mio cuore; serratene la porta per sempre, acciò non v’entri più creatura alcuna a prendersi parte di quell’amore che devesi ed io voglio dare tutto a voi; voi solo, Redentore mio caro, dominatemi, voi solo possedetemi tutto; e se qualche volta non vi ubbidisco perfettamente, castigatemi con rigore, acciocch’io stia in avvenire avvertito a compiacervi come voi volete. Fate ch’io non desideri più né cerchi altro gusto che di dar gusto a voi, di servire solo a voi, di visitarvi spesso negli altari, di trattenermi con voi, di ricevervi nella santa comunione. Cerchi pure chi vuole altri beni, io non amo, non desidero altro che il tesoro del vostro amore. Questo solo voglio cercare a’ piedi dell’altare. Fate ch’io mi scordi di me, acciocché mi ricordi solo della vostra bontà. Serafini beati, io non v’invidio per la gloria, ma per l’amore che portate al vostro e mio Dio: insegnatemi voi che ho da fare per amarlo e dargli gusto.

Giac. Gesù mio, solo voi voglio amare, solo a voi voglio piacere.

A Maria

Un’altra fonte per noi troppo felice è la nostra madre Maria, sì ricca di beni e di grazie, dice S. Bernardo, che non v’è uomo nel mondo che non ne partecipi: Tutti siamo beneficati dalla pienezza della sua grazia. Fu Maria santissima da Dio ripiena di grazia, come l’angelo la salutò: Ave, gratia plena. Ma non solo per lei, anche per noi, soggiunge S. Pietro Grisologo, ricevé ella quel grande abisso di grazia per farne parte poi a tutti i suoi divoti: Tale grazia ricevette Maria, destinata a portare la salvezza al mondo (Serm. 143).

Giac. Causa nostrae laetitiae, ora pro nobis.

Il “Magnificat” del sacerdote

 

(nello stile dell’Imitazione di Cristo) 

Gesù … Se consideri la tua dignità sacerdotale, pensa che Dio si è donato a te, pensa che mi rappresenti e, nella profonda umiltà, dal tuo cuore, ripeti con Maria: Dio ha guardato la piccolezza del tuo servo, e nel mondo io sono beato.
La tua professione è felicità; la tua dignità è grande; la tua attività è grande potenza, riflesso della potenza divina, effusione della sua santità infinita.
E tu, invece di smarrirti nelle tue deficienze esclama con Maria, mamma tua: Ha fatto in me cose grandi Colui che è potente, ed il cui nome è santo. Sei ministro di amore, della misericordia di Dio sulla umana progenie:
se battezzi, vivifichi; se perdoni, risusciti; se parli, illumini; se conforti, pacifichi; se mi offri, rinnovi nel mondo la misericordia che redime; se mi doni, nutrisci le anime di me; se benedici, le fecondi; se le rimproveri, le sani, riequilibrandole dei loro smarrimenti; se le soccorri, passi beneficando. Sei luce del mondo e sale della terra, sole che splende nella Chiesa sul candelabro, condimento che attira le anime nella dolcezza delle cose divine ed eterne. Come puoi lasciarti opprimere dalle insidie di satana, figlio mio caro? Con Maria gli schiacci il capo; con la tua potenza sacerdotale rappresenti il braccio di Dio che le disperde; con la tua dignità sei Re, e mi fai regnare perché nella tua umiltà mi rappresenti. Campo fertile di Dio, nutrisci come frumento, rallegri come grappolo di vite, profumi come fiore aperto nella luce di Dio. La tua castità è feconda dei figli di Dio, è compimento delle sue promesse fatte ad Abramo ed alla sua discendenza nei secoli. Sei vivente in me e per me; sei figlio di Maria, sei nello splendore del suo immacolato candore. Spiega le ali verso il Cielo, drizza il timone verso Maria, ripiglia il tuo volo verso la vetta del Libano, verso la cima del Carmelo. Risali l’Altare, canta con Maria, e con Lei una sola sia l’espressione della tua vita terrena ed il cantico di quella eterna: Magnificat anima mea Dominum. Ti benedico Ti benedice Maria

da uno scritto del febbraio 1966

Gesù, Maria vi amo, salvate anime.

L’importanza di questa invocazione, corta ma potentissima si può capire dalle parole che Gesù ha ispirato a Suor M. Consolata Betrone e che leggiamo nel suo diario:

Non ti chiedo che questo: un atto d’amore continuo, Gesù, Maria vi amo, salvate anime.

Dimmi, Consolata, che preghiera più bella puoi farmi? Gesù, Maria vi amo, salvate anime : amore e anime! Che cosa vuoi di più bello?

Ho sete del tuo atto d’amore! Consolata, amami tanto, amami solo, amami sempre! Ho sete di amore, ma dell’amore totale, di cuori non divisi. Amami tu per tutti e per ciascun cuore umano che esiste… Ho tanta sete d’amore… Dissetami tu… Lo puoi… Lo vuoi! Coraggio e avanti!

Sai perché non ti permetto tante preghiere vocali? Perché l’atto d’amore è più fecondo. Un “Gesù ti amo” ripara mille bestemmie. Ricorda che un atto perfetto d’amore decide l’eterna salvezza di un’anima. Quindi abbi rimorso a perdere un solo Gesù, Maria vi amo, salvate anime.

Sono meravigliose le parole di Gesù che esprimono la sua gioia per questa invocazione e ancora di più per le anime che con essa possono raggiungere la salvezza eterna… Questa consolante promessa la ritroviamo molte volte negli scritti di Suor M. Consolata invitata da Gesù a intensificare e a offrire il suo amore:

Non perdere tempo perché ogni atto d’amore rappresenta un’anima. Di tutti i doni, il dono maggiore che tu possa offrirmi è una giornata ripiena d’amore.

Io desidero un incessante Gesù, Maria vi amo, salvate anime da quando ti alzi a quando ti corichi.

Gesù non può essere più esplicito e Suor M. Consolata così si esprime:

Appena mi sveglio al mattino incominciare subito l’atto d’amore e a forza di volontà non interromperlo più sino a quando sarò addormentata la sera, pregando che durante il mio sonno l’Angelo mio custode preghi lui in vece mia… Mantenere questo proposito costantemente rinnovandolo mattina e sera.

Passare bene la mia giornata. Sempre unita a Gesù con l’atto d’amore; Egli trasfonderà in me la sua pazienza, fortezza e generosità.

L’atto d’amore che Gesù vuole incessante non dipende dalle parole che si pronunciano con le labbra ma è un atto interiore, della mente che pensa ad amare, della volontà che vuole amare, del cuore che ama. La formula Gesù, Maria vi amo, salvate anime vuol essere semplicemente un aiuto.

E, se una creatura di buona volontà, mi vorrà amare, e farà della sua vita un solo atto d’amore, da quando si alza a quando si addormenta, (col cuore s’intende) Io farò per quest’anima delle follie… Ho sete d’amore, ho sete di essere amato dalle mie creature. Le anime per giungere a Me, credono che sia necessaria una vita austera, penitente. Vedi come mi trasfigurano! Mi fanno temibile, mentre Io sono solamente Buono! Come dimenticano il precetto che Io vi ho dato “Amerai il Signore tuo Dio con tutto il cuore, con tutta la tua anima ecc…” Oggi, come ieri, come domani, alle mie creature Io chiederò solo e sempre amore.

L’Imitazione di Cristo

Capitolo XV

LE OPERE FATTE PER AMORE

  1. Non si deve fare alcun male, per nessuna cosa al mondo né per compiacenza verso chicchessia; talora, invece, per giovare a uno che ne ha bisogno, si deve senza esitazione lasciare una cosa buona che si sta facendo, o sostituirla con una ancora più buona: in tal modo non si distrugge l’opera buona, ma soltanto la si trasforma in meglio.

  2. A nulla giova un’azione esterna compiuta senza amore; invece, qualunque cosa, per quanto piccola e disprezzata essa sia, se fatta con amore, diventa tutta piena di frutti. In verità Iddio non tiene conto dell’azione umana in sé e per sé, ma dei moventi di ciascuno. Opera grandemente colui che agisce con rettitudine; opera lodevolmente colui che si pone al servizio della comunità, più che del suo capriccio. Accade spesso che ci sembri amore ciò che è piuttosto attaccamento carnale; giacché è raro che, sotto le nostre azioni, non ci siano l’inclinazione naturale, il nostro gusto, la speranza di una ricompensa, il desiderio del nostro comodo. Chi ha un amore vero e perfetto non cerca se stesso, in alcuna sua azione, ma desidera solamente che in ogni cosa si realizzi la gloria di Dio. Di nessuno è invidioso colui che non tende al proprio godimento, né vuole personali soddisfazioni, desiderando, al di là di ogni bene, di avere beatitudine in Dio. Costui non attribuisce alcunché di buono a nessuno, ma riporta il bene totalmente a Dio; dal quale ogni cosa procede, come dalla sua fonte e, nel quale, alla fine, tutti i santi godono pace. Oh, chi avesse anche una sola scintilla di vera carità, per certo capirebbe che tutto ciò che è di questa terra è pieno di vanità.

L’Imitazione di Cristo

Capitolo XIV

EVITARE I GIUDIZI TEMERARI

  1. Rivolgi gli occhi a te stesso e stai attento a non giudicare quel che fanno gli altri. In tale giudizio si lavora senza frutto; frequentemente ci si sbaglia e facilmente si cade in peccato. Invece, nel giudizio e nel vaglio di se stessi, si opera sempre fruttuosamente. Spesso giudichiamo secondo un nostro preconcetto; e così, per un nostro atteggiamento personale, perdiamo il criterio della verità. Se il nostro desiderio fosse diretto soltanto a Dio, non ci lasceremmo turbare così facilmente dalla resistenza opposta dal nostro senso umano. Di più, spesso, c’è qualcosa, già nascosto, latente in noi, o sopravveniente dall’esterno, che ci tira di qua o di là. Molti, in tutto ciò che fanno, cercano se stessi, senza neppure accorgersene. Sembrano essere in perfetta pace quando le cose vanno secondo i loro desideri e i loro gusti; se, invece, vanno diversamente, subito si agitano e si rattristano.

  2. Avviene di frequente che nascono divergenze tra amici e concittadini, persino tra persone pie e devote, per diversità nel modo di sentire e di pensare. Giacché è difficile liberarsi da vecchi posizioni abituali, e nessuno si lascia tirare facilmente fuori dal proprio modo di vedere. Così, se ti baserai sui tuoi ragionamenti e sulla tua esperienza, più che sulla forza propria di Gesù Cristo, raramente e stentatamente riuscirai ad essere un uomo illuminato; Dio vuole, infatti, che noi ci sottomettiamo perfettamente a lui, e che trascendiamo ogni nostro ragionamento grazie ad un fiammeggiante amore.

L’Imitazione di Cristo

Capitolo XIII

RESISTERE ALLE TENTAZIONI

  1. Finché saremo al mondo, non potremo essere senza tribolazioni e tentazioni; infatti sta scritto nel libro di Giobbe che la vita dell’uomo sulla terra (Gb 7,1) è tutta una tentazione. Ognuno dovrebbe, dunque, stare attento alle tentazioni e vigilare in preghiera (1Pt 4,7), affinché il diavolo non trovi il punto dove possa esercitare il suo inganno; il diavolo, che mai non posa, ma va attorno cercando chi possa divorare (1Pt 5,8). Nessuno è così avanzato nella perfezione e così santo da non aver talvolta delle tentazioni. Andare esenti del tutto da esse non possiamo. Tuttavia, per quanto siano moleste e gravose, le tentazioni spesso sono assai utili; perché, a causa delle tentazioni, l’uomo viene umiliato, purificato e istruito. I santi passarono tutti per molte tribolazioni e tentazioni, e progredirono; invece coloro che non seppero sostenere le tentazioni si pervertirono e tradirono. Non esiste una istituzione così perfetta, o un luogo così nascosto, dove non si trovano tentazioni e avversità. L’uomo non è mai del tutto esente dalla tentazione, fin che vive. Ciò per cui siamo tentati è dentro di noi, poiché siamo nati nella concupiscenza. Se vien meno una tentazione o tribolazione, un’altra ne sopraggiunge e c’è sempre qualcosa da sopportare, perché abbiamo perduto il bene della nostra felicità. Molti, di fronte alle tentazioni, cercano di fuggire, ma cadono poi in esse anche più gravemente. Non possiamo vincere semplicemente con la fuga; ma è con la sopportazione e con la vera umiltà che saremo più forti di ogni nemico. Ben poco progredirà colui che si allontana un pochino e superficialmente dalle tentazioni, senza sradicarle: tosto ritorneranno ed egli sarà ancor peggio. Vincerai più facilmente, a poco a poco, con una generosa pazienza e con l’aiuto di Dio; più facilmente che insistendo cocciutamente nel tuo sforzo personale. Accogli frequentemente il consiglio di altri, quando sei nella tentazione; e non essere aspro con colui che è tentato, ma dagli conforto, come desidereresti fosse fatto a te.

  2. Causa prima di ogni perversa tentazione è la mancanza di stabilità spirituale e la scarsezza di fiducia in Dio; giacché, come una nave senza timone viene spinta qua e là dalle onde, così l’uomo infiacchito, che abbandona i suoi propositi, viene in vario modo tentato. Come il fuoco serve a saggiare il ferro (Sir 31,26), così la tentazione serve a saggiare la santità di una persona (Sir 27,6). Quali possibilità ciascuno abbia in potenza, spesso non lo sappiamo; ma la tentazione dispiega palesemente ciò che siamo. Tuttavia bisogna vigilare, particolarmente intorno all’inizio della tentazione; poiché il nemico si vince più facilmente se non gli si permette per nulla di varcare le porte della nostra mente; e se gli si sbarra la strada al di là della soglia, non appena abbia bussato. Di qui il detto: “resisti agli inizi; è troppo tardi quando si prepara la medicina” (Ovidio, Remedia amoris, II,91). Infatti, dapprima viene alla mente un semplice pensiero, di poi una forte immaginazione, infine un compiacimento, un impulso cattivo e un’acquiescenza. E così, piano piano, il nemico malvagio penetra del tutto, proprio perché non gli si è resistito all’inizio. E quanto più a lungo uno ha tardato torpidamente a resistere, tanto più si è, via via, interiormente indebolito, mentre il nemico è andato crescendo di forze contro di lui.

  3. Alcuni sentono le maggiori tentazioni al principio della loro conversione a Dio; altri invece alla fine. Alcuni sono fortemente turbati pressoché per tutta la vita; altri sentono tentazioni piuttosto lievi: secondo quanto dispongono la sapienza e la giustizia di Dio, le quali pesano la condizione e i meriti di ciascuno e preordinano ogni cosa alla salvezza degli eletti. Perciò non dobbiamo lasciarci cogliere dalla disperazione, quando siamo tentati. Dobbiamo invece, pregare Iddio ancor più fervorosamente, affinché si degni di aiutarci in ogni tentazione; Lui che, in verità, secondo quanto dice Paolo (1Cor 10,13), farà in modo che la tentazione sia accompagnata dai mezzi per poterla sopportare. Abbassiamo, dunque, in umiltà, l’anima nostra sotto la mano di Dio, quando siamo tentati e tribolati, giacché il Signore salverà gli umili di spirito e li innalzerà (1Pt 5,6; Sal 33,19). Quanto uno abbia progredito si dimostra nella tentazione e nella tribolazione; qui sta il suo maggior merito; qui appare più chiaramente la sua virtù. Non è gran cosa esser devoti e fervorosi quando non si hanno difficoltà; sapere invece sopportare se stessi nel momento dell’avversità dà a sperare in un grande avanzamento spirituale. Avviene che alcuni sono al riparo da grandi tentazioni, ma sono spesso sconfitti nelle piccole tentazioni di ogni giorno; e così, umiliati per essere caduti in cose tanto da poco, non ripongono più fiducia in se stessi, nelle cose più grandi.