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Diffusione del culto della Misericordia

Le anime che diffondono il culto della Mia Misericordia, le proteggo per tutta la vita, come una tenera madre protegge il suo bimbo ancora lattante e nell’ora della morte non sarò per loro Giudice, ma Salvatore misericordioso (D. 1075). Questa promessa fece il Signore Gesù a tutti coloro che in qualche modo annunceranno la Sua Misericordia, diffonderanno la Sua venerazione. I sacerdoti possono beneficiare della promessa aggiuntiva di Gesù secondo la quale: I peccatori induriti si inteneriscono alle loro parole, quando essi parleranno della Mia sconfinata Misericordia e della compassione che ho per loro nel Mio Cuore. Ai sacerdoti che proclameranno ed esalteranno la Mia Misericordia, darò una forza meravigliosa, unzione alle loro parole e commuoverò i cuori ai quali parleranno (D. 1521). Queste promesse esprimono quale importanza ha la diffusione della venerazione della Misericordia, se Gesù ha promesso durante la vita e in punto di morte la sua protezione materna a tutti coloro che eseguiranno questo compito. La diffusione della venerazione della Divina Misericordia, quindi, è una delle forme del culto della Divina Misericordia assieme all’immagine della Misericordia, alla Festa della Misericordia, alla Coroncina e all’Ora della Misericordia, in quanto anche questa pratica è stata inclusa tra le promesse di Gesù e tutti possono accedervi.

La diffusione della venerazione della Misericordia, ovvero l’annuncio del messaggio della Divina Misericordia manifestatasi più pienamente in Cristo crocefisso e risorto, attraverso la propria testimonianza di vita, le azioni, le parole e la preghiera, deve indicare non solo la via a una vita sulla terra bella e felice, ma deve servire anche, e forse soprattutto, a preparare l’umanità alla seconda venuta di Cristo sulla terra. Segretaria della Mia Misericordia – disse il Signore Gesù a Suor Faustina – scrivi, parla alle anime di questa Mia grande Misericordia, poiché è vicino il giorno terribile, il giorno della Mia giustizia (D. 965). Non desistere dal diffondere la Mia Misericordia (D. 1521). Parla a tutto il mondo della Mia inconcepibile Misericordia (D. 699). Che conosca tutta l’umanità la Mia insondabile Misericordia. Questo è un segno per gli ultimi tempi, dopo i quali arriverà il giorno della giustizia. (D. 848). Scrivi: prima che io venga come Giudice giusto, spalanco la porta della Mia Misericordia. Chi non vuole passare attraverso la porta della Misericordia, deve passare attraverso la porta della Mia giustizia (D. 1146). Per questo sulle pagine del “Diario” risuona questo richiamo del Signore Gesù destinato a Suor Faustina e, attraverso di lei, a tutta la Chiesa e al mondo.

Tale compito – ovvero la diffusione del messaggio della Misericordia – scaturisce già dal dono ricevuto con il sacramento del Battesimo. È anche un diritto e un obbligo della Chiesa e quindi di tutti i credenti. È giunta l’ora – disse il Santo Padre Giovanni Paolo II a Cracovia – Błonie nell’anno 2002 – in cui il messaggio della Divina Misericordia riversi nei cuori la speranza e diventi scintilla di una nuova civiltà: della civiltà dell’amore.

La missione di Suor Faustina

Santa Suor Maria Faustina Kowalska, nota in tutto il mondo come apostola della Divina Misericordia, è annoverata dai teologi fra i grandi mistici della Chiesa.
Nacque in Polonia, a Glogowiec, terza di dieci figli, in una povera e devota famiglia di contadini. Nel giorno del battesimo, nella chiesa parrocchiale di Swinice Warskie, ricevette il nome di Elena. Fin dall’infanzia si distinse per la devozione, l’amore per la preghiera, la laboriosità, l’obbedienza e una grande sensibilità per le miserie umane.
Frequentò le scuole per quasi tre anni; a sedici anni dovette lasciare la casa paterna per guadagnarsi da vivere ed aiutare i genitori lavorando come domestica ad Aleksandrów e Lodz.
Già dal settimo anno di vita (due anni prima di ricevere la Prima Comunione) sentì viva la voce della vocazione, ma i suoi genitori non le diedero il permesso di entrare in convento. La piccola Elena quindi cercò di soffocare in se questa chiamata di Dio, ma incitata dalla visione di Cristo sofferente, dalle parole di rimprovero; «Quanto tempo ancora ti dovrò sopportare? Fino a quando mi ingannerai?» (Diario, Q. I, p. 6), iniziò a cercare accoglienza in convento.
Bussò a numerose porte, ma da nessuna parte venne accolta. Il 1° agosto 1925 entro nel convento della Congregazione delle Suore della Beata Vergine Maria della Misericordia a Varsavia. Nel suo Diario ha confessato: “Mi sentivo infinitamente felice; mi pareva di essere entrata nella vita del paradiso. Dal mio cuore erompeva, unica, la preghiera della gratitudine” (Diario Q. I, p. 9). Dopo alcune settimane subì tuttavia la forte tentazione di trasferirsi in un’altra congregazione, in cui ci fosse più tempo da dedicare alla preghiera. Allora Gesù, mostrandole il suo volto ferito e sofferente, disse: «Tu mi causerai un simile dolore, se uscirai da questo ordine. E qui che ti ho chiamata e non altrove e ho preparato per te molte grazie» (Diario, Q. I, p. 10).
Nella Congregazione ricevette il nome di Suor Maria Faustina.
Trascorse il tempo del noviziato a Cracovia e lì, alla presenza del vescovo S. Rospond, pronunziò i primi voti e dopo cinque anni i voti perpetui: castità, povertà e obbedienza. Lavorò nelle diverse case della Congregazione, più a lungo a Cracovia, Plock e Vilnius, svolgendo i compiti di cuoca, giardiniera e portinaia.

Nulla all’esterno tradiva la sua vita mistica cosi eccezionalmente ricca. Svolgeva i suoi compiti con ardore, osservava con fedeltà tutte le regole della vita religiosa, viveva in raccoglimento e silenzio, e nello stesso tempo era spontanea, serena, piena di cordiale e disinteressata carità verso gli altri.
Tutta la sua vita era concentrata nel tendere ad una unione sempre più piena con Dio e a collaborare con Gesù nell’opera della salvezza delle anime. «Gesù mio – ha confessato nel Diario – Tu sai che fin dai primissimi anni ho desiderato diventare una grande santa, cioè ho desiderato amarTi con un amore tanto grande, quale finora nessuna anima ha avuto verso di Te» (Diario, Q. V. p. 456).
Il Diario rivela tutta la profondità della sua vita spirituale. Una attenta lettura di questi scritti da l’immagine dell’alto grado di unione della sua anima con Dio: Dio le concedette grandi doni ed ella si sforzò e lottò continuamente sulla via della perfezione cristiana. Il Signore le elargì grandi grazie: il dono della contemplazione, quello di una profonda conoscenza del mistero della misericordia di Dio, visioni, apparizioni, stimmate nascoste, il dono della profezia e della lettura delle anime, come pure il raro dono delle nozze mistiche.
Avendo ricevuto doni così numerosi scriveva: «Né le grazie, né le rivelazioni, né le estasi, né alcun altro dono a lei elargito la rendono perfetta, ma l’unione intima della mia anima con Dio. (…) La mia santità e perfezione consiste in una stretta unione della mia volontà con la volontà di Dio» (Diario, Q. III, p. 380).
Lo stile di vita severo e i duri digiuni, che si impose ancor prima di entrare nella Congregazione, indebolirono il suo organismo fino al punto che, già come postulante, dovette essere mandata a Skolimòw, località vicino a Varsavia, per migliorare le sue condizioni di salute. Dopo il primo anno di noviziato arrivarono le dolorose esperienze mistiche della cosiddetta notte oscura e dopo le sofferenze spirituali e morali legate alla realizzazione della missione che aveva ricevuto da Cristo. Suor Faustina offrì la propria vita per i peccatori e per tale motivo patì anche numerose sofferenze per salvare così le loro anime.
Negli ultimi anni della sua vita aumentarono inoltre le sofferenze interiori e i disturbi fisici: si manifestò la tubercolosi che invase i polmoni e il tubo digerente. Per questo motivo venne ricoverata due volte, per alcuni mesi, in ospedale a Cracovia.
Del tutto distrutta nel fisico, ma pienamente matura nello spirito, unita misticamente a Dio, morì in fama di santità il 5 ottobre 1938, all’età di appena 33 anni, di cui 13 di vita religiosa. Le sue spoglie vennero seppellite in una tomba del cimitero della Congregazione a Cracovia. Durante il processo informativo, nel 1966 vennero traslate nella cappella. Dopo la beatificazione, avvenuta il 18 aprile 1993, le reliquie sono state collocate in un altare laterale del Santuario della Divina Misericordia di Cracovia-Lagiewniki, sotto l’immagine di Gesù Misericordioso. Suor Faustina è stata proclamata santa il 30 aprile 2000.

Gesù ha affidalo a questa religiosa semplice, senza istruzione, ma forte e infinitamente fiduciosa in Dio, una grande missione: il messaggio della Divina Misericordia rivolto al mondo intero. «Oggi mando te — le disse — a tutta l’umanità con la Mia misericordia. Non voglio punire l’umanità sofferente, ma desidero guarirla e stringerla al Mio cuore misericordioso» (Diario, Q. V, p. 522). Sei la segretaria della Mia misericordia: ti ho scelta per questo incarico in questa vita e in quella futura » (Diario, Q. VI, p. 530), per «far conoscere alle anime la grande misericordia che ho per loro ed esortarle alla fiducia nell’abisso della Mia misericordia» (Diario, Q. V, p. 516).
La missione di Santa Suor Faustina consiste nel ricordare una verità di fede da sempre conosciuta, ma dimenticata, riguardante l’amore misericordioso di Dio per l’uomo e la trasmissione di nuove forme di culto della Divina Misericordia, la cui pratica dovrebbe
portare al rinnovamento della vita di fede nello spirito di fiducia e misericordia cristiana.
Il culto della Divina Misericordia consiste nella fiducia, nella infinita bontà di Dio e nelle opere di misericordia verso il prossimo.

Storia dell’immagine di Gesù Misericordioso

Don Sopoćko commissionò la realizzazione del dipinto di Gesù Misericordioso all’inizio dell’anno 1934 all’artista pittore professor E. Kazimirowski. L’appartamento e lo studio del pittore erano situati nello stesso edificio nel quale abitava Don Sopoćko. Suor Faustina, che soggiornava a Vilnius (si veda la casa dell’Assemblea) per tutto il periodo in cui il dipinto fu realizzato, si recava presso lo studio del pittore per fornire i dettagli inerenti l’aspetto dell’immagine.
Don Sopoćko vegliava personalmente affinché il quadro fosse dipinto esattamente secondo le istruzioni di Suor Faustina. La tela, sulla quale venne dipinto il quadro, fu adattata alle misure di una cornice che gli era precedentemente regalata da una delle parrocchiane. La realizzazione del dipinto durò circa 6 mesi e quando il quadro fu pronto per essere appeso, Don Sopoćko volendo accertarsi come deveva essere collocata la scritta sul quadro, pregò Suor Faustina di chiederlo al Signore Gesù: “Ad un certo momento il confessore mi chiese come dovesse essere collocata questa scritta dato che non vi era posto nel quadro. Risposi che avrei pregato e avrei dato una risposta la settimana successiva. Quando uscii dal confessionale – passando accanto al Santissimo Sacramento – avevo intimamente ricevuto la spiegazione di come dovesse essere questa scritta. Gesù mi aveva ricordato, come già mi disse la prima volta, che dovevano essere apposte queste tre parole. Le parole sono queste: Gesù, confido in Te”.
“Porgo agli uomini il recipiente, col quale debbono venire ad attingere le grazie alla sorgente della Misericordia. Il recipiente è quest’immagine con la scritta: Gesù confido in Te”.

L’iscrizione dettata, la quale costituisce un elemento essenziale dell’immagine, fu realizzata da don Sopocko sulla tavoletta aggiuntiva e posizionata sulla cornice sotto l’immagine. Poi, su richiesta esplicita del Signore Gesù trasmessa attraverso Suor Faustina, Don Sopoćko si adoperò affinché il quadro venisse esposto nella chiesa di San Michele a Vilnius, dove lui stesso era rettore. Di conseguenza, il 4 aprile 1937 con l’approvazione dell’Arcivescovo metropolita di Vilnius, Romuald Jałbrzykowski, il quadro del Salvatore Misericordioso, dopo avere ottenuto il parere positivo degli esperti, fu appeso accanto all’altare maggiore della chiesa di San Michele, dove i fedeli per circa undici anni lo hanno circondato di grande venerazione.

Una seconda commissione di esperti, convocata nel 1941 su ordine dell’Arcivescovo, stabilì che: “Il quadro è realizzato artisticamente e costituisce un patrimonio prezioso dell’arte religiosa contemporanea”. (Protocollo della Commissione sulla valutazione e conservazione del quadro del Salvatore Misericordioso nella chiesa di San Michele a Vilnius, nel giorno 27 maggio 1941, firmata dagli esperti Professore di Storia dell’Arte Dr. M. Morelowski, Professore di Teologia Dogmatica Dr. L. Puchaty ed il sovrintendente Padre Dr. P. Sledziewski).
Nel 1948, dopo la chiusura forzata della chiesa di San Michele da parte di autorità comuniste, il quadro (senza la cornice e senza la scritta apposta su di essa) fu acquistato in segreto e illegittimamente da un operaio lituano addetto alla liquidazione dell’arredamento del tempio. Due donne devote della Divina Misericordia (una polacca ed una lituana), consapevoli delle pesanti ritorsioni delle autorità sovietiche, portarono fuori dalla chiesa la tela avvolta in un rotolo e per un certo tempo la tennero nascosta in soffitta, in attesa della fine di eventuali pericoli. Successivamente trasferirono il quadro nella chiesa dello Santo Spirito, dove vennero depositate anche tutte le suppellettili appartenenti alla chiesa liquidata. Il parroco della chiesa dello Santo Spirito, don Jan Ellert, non era interessato a conservare il quadro, né ad esporlo e lo nascose nell’archivio retro della chiesa.
Soltanto nell’anno 1956 un amico di Don Sopoćko, Don Józef Grasewicz, il quale era tornato a Vilnius dopo qualche anno di reclusione in un campo di lavoro sovietico, decise di ritrovare il quadro. Prima di ciò si mise in contatto con Don Sopoćko, che ne era ben a conoscenza, perché fino ad allora non aveva più sentito parlare del destino del quadro di Gesù Misericordioso da nessuno. Don Grasewicz ottenne il permesso di tornare al lavoro pastorale a Nowa Ruda. Prima di andar via da Vilnius chiese al parroco della chiesa di Santo Spirito di dare il quadro alla sua parrocchia. Il parroco lo fece volentieri. Don Grasewicz portò il quadro a Nowa Ruda che, senza svelare il mistero della sua origine, rimase nella chiesa.

Nel frattempo Don Sopoćko valutò la possibilità di divulgare l’immagine in Polonia, ma desistette dal continuare i suoi tentativi quando fu chiaro che non sarebbe stato sicuro. Nonostante i molti cambiamenti nell’amministrazione della chiesa di Nowa Ruda, il quadro rimase lì per circa trent’anni.
Nel 1970 le autorità locali comuniste di Nowa Ruda decisero di trasformare la chiesa in un magazzino. Le suppellettili della chiesa liquidata vennero trasportate in un’altra parrocchia.
Il quadro, appeso in alto, rimase abbandonato nella chiesa per un motivo apparentemente banale (la mancanza di una scala abbastanza lunga). Don Sopoćko, preoccupato per questo fatto, soggiornava in Polonia e non poteva fare nulla.Anche don Grasewicz non aveva la possibilità di soddisfare la richiesta di don Sopoćko – di trasferire, cioè, l’immagine in un altro luogo sicuro. Lui stesso fu costretto a lasciare la parrocchia, e nessun sacerdote in Bielorussia ebbe il coraggio di prendersi cura del quadro L’immagine di Gesù Misericordioso, per molti anni rimase in una chiesa di legno abbandonata, ed unicamente grazie alla protezione della Divina Provvidenza ha superato il pericoloso periodo del comunismo.
L’incertezza circa il destino del quadro tormentava don Sopoćko per tutta la vita. Molte volte ha inviato in clandestinità delle richieste di trasferire il quadro a Vilnius. La richiesta di esporre il quadro a Vilnius nel Santuario della Porta dell’Aurora, laddove per la prima volta fu esposta alla pubblica venerazione, rimase inadempiuta fino all’anno 1982, già dopo la morte di Don Sopoćko). L’allora vicario del Santuario di Porta dell’Aurora, Tadeusz Kondrusiewicz, ritenne questa proposta irrealizzabile e propose di collocare il quadro nella chiesa dello Santo Spirito, dove Aleksander Kaszkiewicz era parroco. Il sacerdote, inizialmente riluttante, infine accettò di appendere il quadro. In questo modo Don Grasewicz decise di riportare il quadro a Vilnius.
Per non suscitare l’intersse dei comunisti della provenienza straordinaria del quadro, in una notte di novembre 1986, all’insaputa degli abitanti di Nowa Ruda che si riunivano per pregare nella chiesa abbandonata, al posto dell’immagine originale fu appesa una copia, precedentemente preparata. Con l’aiuto delle suore della Madre di Misericordia, che erano a conoscenza dei fatti, la tela venne rimossa dal telaio, arrotolata e trasportata la notte stessa a Grodno, e successivamente nella chiesa dello Spirito Santo a Vilnius.
Nella chiesa dello Spirito Santo, su ordine di Don Kaszkiewicz, è stato eseguito un restauro del quadro – le parti danneggiate vennero ridipinte con uno strato di vernice nuova. Questo intervento alterò fortemente l’aspetto del volto del Signore Gesù. Sul quadro fu aggiunta in rosso la scritta “GESU’, CONFIDO IN TE”. Inoltre, per adattare la tela alla nicchia nell’altare, il bordo inferiore fu ripiegato et al di sopra fu aggiunta una porzione di tela tondeggiante.

L’immagine posta nell’altare laterale della chiesa dello Spirito Santo a Vilnius, per molti anni non suscitava particolare interesse, né tra i pellegrini, né tra le autorità ecclesiastiche. La mancanza di condizioni adatte per l’esposizione della tela contribuì ulteriormente a danneggiarne il materiale. Grazie alla benevolezze di don Mirosław Grabowski, parroco della chiesa dello Spirito Santo, nel mese di luglio del 2001, la Congregazione delle Suore di Gesù Misericordioso poté aprire una nuova sede a Vilnius, e prendersi cura di questo unico, inestimabile quadro con immagine di Gesù Misericordioso che nasceva in un atmosfera del Miracolo Divino, della preghiera e della sofferenza di Santa Suor Faustina, nella sua presenza e con sua copartecipazione.
Grazie agli sforzi ed alla generosità delle Suore, nell’aprile 2003 venne effettuato un accurato restauro del quadro, svolto nella cappella della casa delle suore a Vilnius. Sono stati rimossi dalla tela tutte le aggiunte di vernice, le macchie causate dall’umidità che già prima qualcuno cercava di eliminare con delle sostanze chimiche. Questo intervento ha permesso di restiturire all’immagine di  Gesù Misericordioso l’aspetto e la forma originale.

Non è stato possibile riparare alcuni danni alla tela, su cui è dipinta l’immagine, senza evitare di incollarla. Sono tracce di molteplici distacchi della tela dal telaio (i buchi dei chiodi che fissavano la tela) ed anche la piega a circa quattro centimetri dal bordo inferiore (nel 1987 la tela è stata adattata per la nicchia dell’altare della chiesa dello Spirito Santo.Questi deterioramenti sono rimasti, sebbene non sono visibili guardando il quadro, costituiscono tra l’altro una caratteristica irripetibile ed individuale di questo quadro.
Dopo il restauro approfondito, l’immagine è tornata nella chiesa dello Spirito Santo – chiesa parrocchiale per gli abitanti polacchi di Vilnius. La Santa Messa e tutte le funzioni, in questa chiesa, vengono celebrate esclusivamente in lingua polacca.
Per creare delle condizioni adeguate alla preghiera individuale e contemplativa davanti all’immagine di Gesù Misericordioso, per tutti indistintamente, in ogni tempo, senza considerare la nazionalità, il Vescovo Metropolita di Vilnius, card. Audrys Juozas Bačkis decise di trasferire il quadro di Gesù Misericordioso alla piccola chiesa nelle vicinanze, dedicata alla Santissima Trinità la quale fu riconsecrata diventando Santuario della Divina Misericordia.
Le circostanze che accompagnavano questo evento provocarono delle controversie e discussioni in molte pubblicazioni dei massmedia, e con questo, causarono involontariamente una grande promozione positiva, ricordando l’esistenza del quadro con la prima immagine di Gesù Misericordioso a Vilnius nonché la sua storia che risultava dal messaggio della Divina Misericordia trasmesso tramite Santa Suor Faustina.
Da settembre 2005, il primo quadro di Gesù Misericordioso è venerato nel Santuario della Divina Misericordia a Vilnius, dove nella preghiera e adorazione quotidiana della Sacra Immagine del Salvatore, le suore e numerosi pellegrini affidano le sorti del mondo alla Divina Misericordia. Il Metropolita affidò il servizio della preghiera in questo Santuario, alla Congregazione delle Suore di Gesù Misericordioso.
La congregazione delle Suore di Gesù Misericordioso, fondata dal beato Don Michele Sopoćko, come risposta alla richiesta del Signore Gesù, è una comunità internazionale, di carattere contemplativo ed attivo, che diffonde il culto di Gesù Misericordioso. Da alcuni decenni le Suore realizzano fedelmente il loro carisma, trasmesso dal fondatore, predicando al mondo il Messaggio della Divina Misericordia. Con la preghiera e servendo con dedizione il prossimo, impetrano incessantemente la Misericordia Divina per il mondo, particolarmente la grazia di misericordia per i moribondi nocnhé la grazia di benedizione Divina per i sacerdoti e per le persone consacrate.
“Desidero che ci sia una tale Congregazione”.
“Impetreranno incessantemente per sé e per tutto il mondo la Misericordia di Dio ed ogni atto di Misericordia emanerà dall’amore di Dio, di cui saranno ripiene. Si impegneranno per assimilare questo grande attributo di Dio e vivranno di esso e si daranno da fare perchè gli altri lo conoscano ed abbiano fiducia nella bontà di Dio”.
Nel 2004 l’Arcivescovo Metropolita di Vilnius destinò quale sede della Congregazione delle Suore di Gesù Misericordioso la casa nella quale fu dipinta l’immagine di Gesù Misericordioso. Questa casa, grazie alla generosità dei benefattori, è stata adattata alle necessità di una congregazione religiosa. Attualmente è un lugo che accoglie numerosi pellegrini.
Nonostante un’accurato restauro e conservazione, lo stato materiale del quadro è rimasto in condizioni molto precarie. L’immagine deve essere esposta in condizioni adeguate, conformemente alle raccomandazioni del restauratore. Il restauro del quadro è stato realizzato dalla signora Edyta Hankowska- Czerwińska di Włocławek, restauratore di opere d’arte, laureata alla Facoltà di Belle Arti dell’Università Niccolò Copernico di Torun.
Il 3 agosto 2009, presso il Santuario della Divina Misericordia a Vilnius, la restauratrice ha realizzato un monitoraggio periodico dello stato di conservazione del quadro. La condizione dell’immagine è stata dichiarata buona, da non richieder ulteriore interventi di conservazione.

La coroncina della Divina Misericordia

 

Il 13 settembre 1935, Suor M. Faustina Kowalska (1905-1938), vedendo un Angelo sul punto di eseguire un tremendo castigo sull’umanità, fu ispirata di offrire al Padre “Il Corpo e il Sangue, l’Anima e la Divinità” del suo dilettissimo Figlio “in espiazione dei nostri peccati e di quelli di tutto il mondo”. Mentre la Santa ripeteva la preghiera, l’ Angelo era impotente a mettere in atto quel castigo. Il giorno dopo Gesù le chiese di recitare con le medesime parole questa ” Coroncina “, usando i grani del Rosario: ” Ecco come reciterai la Coroncina della mia Misericordia. La reciterai per nove giorni cominciando con: il Padre Nostro, l’Ave Maria e il Credo. Poi usando una comune corona del Rosario, sui grani del Padre Nostro reciterai la preghiera seguente: Eterno Padre, Ti offro il Corpo e il Sangue, l’Anima e la Divinità del tuo dilettissimo Figlio e Nostro Signore Gesù Cristo, in espiazione dei nostri peccati e di quelli di tutto il mondo. Sui grani dell’ Ave Maria reciterai per 10 volte: Per la sua dolorosa Passione, abbi misericordia di noi e del mondo intero. Per finire, ripeterai 3 volte questa invocazione: Santo Dio, Santo Forte, Santo Immortale, abbi pietà di noi e del mondo intero.

Il Signore non si limitò a descrivere la coroncina, ma fece a Suor Faustina queste promesse: “Concederò grazie senza numero a chi recita questa coroncina, per il ricorso alla mia Passione commuove l’ intimo della mia Misericordia. Quando la reciti, avvicini a me l’ umanità. Le anime che mi pregheranno con queste parole saranno avvolte dalla mia Misericordia per tutta la loro vita e in modo speciale al momento della morte. Invita le anime a recitare questa Coroncina e darò loro ciò che chiederanno. Se la reciteranno i peccatori, riempirò la loro anima con la pece del perdono e farò sì che la loro morte sia felice. I sacerdoti la raccomandino a chi vive nel peccato come una tavola di salvezza. Anche il peccatore più indurito, recitando, sia pure una sola volta questa Coroncina, riceverà qualche grazia dalla mia Misericordia. Scrivi che, quando questa Coroncina sarà recitata accanto a un morente, mi collocherò io stesso fra quell’ anima e il Padre mio, non come giusto giudice, ma come salvatore. La mia Misericordia infinita abbraccerà quell’ anima in considerazione delle sofferenze della mia Passione “

 

Il culto della Divina Misericordia

“L’amore del Signore Gesù verso di noi è divino e umano poiché Lui possiede natura e volontà Divine e umane. Quindi, il Sacratissimo Cuore di Gesù può essere considerato come simbolo del Suo triplice amore verso di noi: divino, umano spirituale e umano affettivo.

Nel culto del Sacratissimo Cuore di Gesù veneriamo soprattutto l’amore umano del Signore Gesù verso l’umanità, accanto al Suo amore divino verso di noi, che, in quanto l’amore verso la nostra miseria, è la Misericordia Divina. Quindi, in questo culto veneriamo soltanto una traccia della Divina Misericordia – essa vi è appena collegata.

Nel culto della Divina Misericordia, l’oggetto materiale più vicino è il sangue e l’acqua che scaturirono dal costato aperto del Salvatore sulla croce.
Esse sono simbolo della Chiesa (…). Questo sangue e acqua fluiscono incessantemente nella Chiesa come grazie che purificano l’anima (nel sacramento del battesimo e della penitenza) e come grazie vivificanti (nel Sacramento dell’Altare), ed il loro autore è lo Spirito Santo che il Salvatore comunicò agli Apostoli. (…) L’oggetto formale in questo culto, ovvero il suo motivo, è l’infinita Misericordia di Dio Padre, Figlio e Spirito Santo, verso l’uomo decaduto. E’ l’amore di Dio verso il genere umano in un significato più ampio, poiché non si tratta di un amore che si compiace nella perfezione, ma un amore compassionevole verso la miseria…

(…) Ne deriva il fatto che il culto della Divina Misericordia è una logica conseguenza del culto del Sacratissimo Cuore di Gesù con il quale era connesso, e ora si manifesta autonomamente e non si immedesima con esso, poiché possiede un altro oggetto materiale e formale ed uno scopo completamente diverso: fa richiamo a tutte e Tre le Persone della Santissima Trinità, e non unicamente alla Seconda, come l’altro culto. Questo corrisponde di più allo stato psicologico dell’uomo d’oggi il quale ha bisogno di fiducia in Dio. Gesù, confido in Te, e per Te confido nel Padre e nello Spirito Santo.

“Il culto della Divina Misericordia – Misericordia che Iddio ci elargisce nel sacramento della penitenza – è tra quelli che si addicono a tutte le anime, poiché esso mira all’adorazione del Salvatore Misericordiosissimo non in qualche suo stato o mistero particolare, bensì nella sua Misericordia universale, nella quale tutti i misteri ritrovano la più profonda spiegazione. E pur essendo nettamente distinto, questo culto racchiude in sé qualcosa di universale.
Perché rendiamo il nostro omaggio alla glorificata Persona del Dio-Uomo. Lo esprime la giaculatoria: Gesù, confido in Te, che risveglia nell’anima dell’uomo il senso di miseria e di essere peccatore insieme alla virtù della fiducia che costituisce il fondamento della nostra giustificazione”.

La Misericordia di Dio

“I pensieri umani che riguardano Dio sono molto annebbiati perché “Dio nessuno l’ha mai visto” (Gv 1,18).
(…) Se non avessimo mai visto il sole, ma soltanto lo giudicassimo dalla luce che si vede in un giorno nuvoloso, non saremmo in grado di farci una giusta concezione sulla sorgente della luce del giorno. Oppure se non avessimo mai visto la luce bianca e se la conoscessimo attraverso i sette colori dell’arcobaleno, non potremmo conoscere il bianco. Similmente, da soli non possiamo farci un’idea sull’Essere Divino, ma possiamo unicamente conoscere la sua perfezione che le creature ci dimostrano nello stato di moltitudine e divisione, mentre in Dio esse costituiscono un’unità assolutamente semplice.
Dio – in quanto essere perfettissimo – è lo spirito più puro e più semplice, che non racchiude in sé nessun elemento costitutivo.
(…) Non c’è modo di approfondire tutte le perfezioni che riguardano l’essenza di Dio: esse sono molteplici e difficili da conoscere.
(…) Tra tutte queste perfezioni, il Signore Gesù ne sottolinea una, per la quale, come da una fonte, scaturisce tutto quello che ci succede sulla terra e nella quale Iddio vuole essere glorificato per tutta l’eternità: é la Misericordia Divina. “Siate misericordiosi, come è misericordioso il Padre vostro” (Lc 6,36).

La Misericordia di Dio è la perfezione del Suo agire che si china verso gli esseri inferiori per portarli fuori dalla miseria e per completare le loro mancanze – è la Sua volontà di operare il bene verso tutti coloro che soffrono di qualche difetto e da soli non sono in grado di rimediarvi. Un atto singolare di Misericordia è la compassione mentre lo stato continuo di compassione è la Misericordia.
La relazione di Dio nei confronti delle creature si rivela nell’eliminazione dei loro difetti e nell’elargire perfezioni più o meno grandi. Il fatto di accordare perfezioni, meditato in se stesso, indipendentemente da qualsiasi circostanza, è opera di bontà Divina, che elargisce i doni ad ognuno secondo la propria predilezione.

Pur vedendo in Dio un disinteresse assoluto nell’elargire le grazie, possiamo attribuire questo alla generosità Divina. Il fatto che Dio veglia su di noi affinché, con l’ausilio delle grazie ricevute, possiamo raggiungere la mèta che ci è stata prefissata – lo chiamiamo provvidenza. Accordare le perfezioni secondo un piano e ordine fissato in anticipo, è opera di giustizia. Infine, accordare le perfezioni alle creature per farle uscire dalla loro miseria e per eliminare i loro difetti – è opera di Misericordia.

Non è proprio di ogni essere che una mancanza costituisca una miseria, perché ad ogni creatura spetta unicamente quello che Iddio aveva prima previsto e deciso per essa. Per esempio, per una pecora non è una disgrazia non avere ragione, e nello stesso modo la mancanza di ali non è una miseria per l’uomo.
Al contrario la mancanza di ragione per un uomo o la mancanza di ali per un uccello, sarà una disgrazia e una miseria. Qualsiasi cosa Iddio faccia per le creature, lo fa secondo un piano dovuto, previsto e stabilito che costituisce la giustizia Divina. Ma siccome quest’ordine è stato stabilito del tutto liberamente e siccome nessuno l’ha imposto a Dio, nella scelta di un tale ordine e non di un altro, bisogna vedere anche un’opera di Misericordia.

Per esempio, Mosè che è stato salvato, messo in una cesta sulle acque del fiume Nilo, in generale, indipendentemente da qualsiasi circostanza, lo chiameremo bontà di Dio. Nella misura in cui facciamo notare il disinteresse di Dio che non aveva alcun bisogno di salvare il bambino e che il bambino non l’aveva meritato, sarà un’opera di generosità Divina. Il fatto che Mosè sia stato salvato perché per mezzo di lui Dio aveva deciso di condurre gli Israeliti fuori dall’Egitto, sarà giustizia Divina. Il fatto di vegliare sul bambino abbandonato nel fiume ed esposto a diversi pericoli, sarà attribuito alla Divina Provvidenza. Infine, il fatto di aver sollevato il bambino dalla miseria e abbandono e da numerose mancanze come anche il dono di perfezione sotto forma di condizioni adeguate di vita, crescita, educazione, istruzione, sarà opera della Divina Misericordia.

Siccome in ogni momento citato in quest’esempio ci colpiscono la miseria del bambino e le diverse mancanze, possiamo dire che la bontà Divina è Misericordia che crea e dona; la generosità Divina è Misericordia che colma di doni in abbondanza senza alcun merito da parte nostra; la Provvidenza Divina è Misericordia che veglia; la Giustizia Divina è Misericordia che premia al di sopra dei meriti e punisce al di sotto delle colpe commesse; infine l’Amore Divino è Misericordia che ha pietà della miseria umana e ci attira a Sé. In altre parole, la Misericordia Divina è il movente principale dell’azione Divina all’esterno e quindi si trova alla fonte di ogni opera del Creatore.

In tutta la Sacra Scrittura si trovano più di quattrocento passi che lodano direttamente la Divina Misericordia, nel libro dei Salmi centotrenta, e altri brani molto più numerosi lodano la Divina Misericordia indirettamente. (…) Dio vuole istruirci sulla Sua vita interiore, sulla sua relazione verso le creature e particolarmente verso gli uomini. Dio vuole essere da noi adorato nella sua Misericordia per imitarlo nelle nostre azioni”.

Frammenti del libro del rev. prof. don Michele Sopocko
LA MISERICORDIA DI DIO NELLE SUE OPERE

 

25 segreti per la guerra spirituale (rivelati da Gesù a Santa Faustina)

Santa Faustina

 

Ecco i segreti che Gesù ha rivelato a suor Faustina su come proteggersi dagli attacchi del demonio. Queste istruzioni sono diventate l’arma di Faustina nella lotta contro il nemico maligno.

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Gesù ha iniziato dicendo “Figlia Mia, voglio istruirti sulla lotta spirituale”.

1. Non confidare mai in te stessa, ma affidati completamente alla Mia volontà

La fiducia è un’arma spirituale. La fiducia è parte dello scudo della fede che San Paolo menziona nella Lettera agli Efesini (6,10-17): l’armatura del cristiano. L’abbandono alla volontà di Dio è un atto di fiducia. La fede in azione dissipa gli spiriti negativi.

2. Nell’abbandono, nelle tenebre e nei dubbi di ogni genere ricorri a Me ed al tuo direttore spirituale, che ti risponderà sempre a Mio nome

In tempi di guerra spirituale, prega immediatamente Gesù. Invoca il Suo Santo Nome, che è molto temuto nell’inframondo. Porta le tenebre alla luce dicendolo al tuo direttore spirituale o al tuo confessore e segui le sue istruzioni.

3. Non metterti a discutere con nessuna tentazione, chiuditi subito nel Mio Cuore

Nel Giardino dell’Eden, Eva ha negoziato con il diavolo e ha perso. Dobbiamo ricorrere al rifugio del Sacro Cuore. Correndo verso Cristo diamo le spalle al demoniaco.

4. Alla prima occasione rivelala al confessore

Una buona confessione, un buon confessore e un buon penitente sono una ricetta perfetta per la vittoria sulla tentazione e sull’oppressione demoniaca.

5. Metti l’amor proprio all’ultimo posto, in modo che non contamini le tue azioni

L’amor proprio è naturale, ma dev’essere ordinato, libero dall’orgoglio. L’umiltà vince il diavolo, che è l’orgoglio perfetto. Satana ci tenta all’amor proprio disordinato, che ci porta al mare dell’orgoglio.

6. Sopporta te stessa con molta pazienza

La pazienza è un’arma segreta che ci aiuta a mantenere la pace della nostra anima, anche nelle grandi tormente della vita. La pazienza con se stessi fa parte dell’umiltà e della fiducia. Il diavolo ci tenta all’impazienza, a che si ritorca contro noi stessi di modo che ci irritiamo. Guarda te stesso con gli occhi di Dio. Egli è infinitamente paziente.

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7. Non trascurare le mortificazioni interiori

La Scrittura insegna che alcuni demoni possono essere espulsi solo con preghiera e digiuno. Le mortificazioni interiori sono armi di guerra. Possono essere piccoli sacrifici offerti con grande amore. Il potere del sacrificio per amore fa fuggire il nemico.

8. Giustifica sempre dentro di te l’opinione dei superiori e del confessore

Cristo parla a Santa Faustina che vive in un convento, ma tutti abbiamo persone con autorità sopra di noi. Il diavolo ha come obiettivo quello di dividere e conquistare, per cui l’umile obbedienza all’autentica autorità è un’arma spirituale.

9. Allontanati dai mormoratori come dalla peste

La lingua è uno strumento potente che può fare molto danno. Mormorare o spettegolare non è mai una cosa di Dio. Il diavolo è un bugiardo che suscita accuse false e pettegolezzi che possono uccidere la reputazione di una persona. Rifiuta le mormorazioni.

10. Lascia che gli altri si comportino come vogliono, tu comportati come voglio Io da te

La mente di una persona è la chiave nella guerra spirituale. Il diavolo cerca di trascinare tutti. Ringrazia Dio e lascia che le opinioni altrui vadano per la loro strada.

11. Osserva la regola nella maniera più fedele

In questo caso Gesù si riferisce alla regola di un ordine religioso. La maggior parte di noi ha fatto qualche voto davanti a Dio e alla Chiesa e dobbiamo essere fedeli alle nostre promesse, ovvero voti matrimoniali e promesse battesimali. Satana tenta all’infedeltà, all’anarchia e alla disobbedienza. La fedeltà è un’arma per la vittoria.

12. Dopo aver ricevuto un dispiacere, pensa a che cosa potresti fare di buono per la persona che ti ha procurato quella sofferenza

Essere un vaso di misericordia divina è un’arma per il bene e per sconfiggere il male. Il diavolo lavora sull’odio, sull’ira, sulla vendetta e sulla mancanza di perdono. Qualcuno ci ha danneggiato in qualche momento. Cosa gli restituiremo? Dare una benedizione spezza le maledizioni.

13. Evita la dissipazione

Un’anima che parla sarà più facilmente attaccata dal demonio. Effondi i tuoi sentimenti solo davanti al Signore. Ricorda, gli spiriti buoni e cattivi ascoltano ciò che dici a voce alta. I sentimenti sono effimeri. La verità è la bussola. Il raccoglimento interiore è un’armatura spirituale.

14. Taci quando vieni rimproverata

La maggior parte di noi è stata rimproverata in qualche occasione. Non abbiamo alcun controllo su questo, ma possiamo controllare la nostra risposta. La necessità di avere ragione tutto il tempo può portarci a tranelli demoniaci. Dio conosce la verità. Il silenzio è una protezione. Il diavolo può utilizzare la giustizia per farci inciampare.

15. Non domandare il parere di tutti, ma quello del tuo direttore spirituale; con lui sii sincera e semplice come una bambina

La semplicità della vita può espellere i demoni. L’onestà è un’arma per sconfiggere Satana, il menzognero. Quando mentiamo, mettiamo un piede sul suo terreno, ed egli cercherà di sedurci ancor di più.

16. Non scoraggiarti per l’ingratitudine

A nessuno piace essere sottovalutato, ma quando ci troviamo di fronte all’ingratitudine o all’insensibilità, lo spirito di scoraggiamento può essere un peso per noi. Resisti a qualsiasi scoraggiamento perché non proviene mai da Dio. È una delle tentazioni più efficaci del demonio. Sii grato in tutte le cose della giornata e ne uscirai vincitore.

17. Non indagare con curiosità sulle strade attraverso le quali ti conduco

La necessità di conoscere e la curiosità per il futuro sono una tentazione che ha portato molte persone alle camere oscure degli stregoni. Scegli di camminare nella fede. Decidi di confidare in Dio che ti porta per la via che va al cielo. Resisti sempre allo spirito di curiosità.

18. Quando la noia e lo sconforto bussano al tuo cuore, fuggi da te Stessa e nasconditi nel Mio Cuore

Gesù offre una seconda volta lo stesso messaggio. Ora si riferisce alla noia. All’inizio del Diario, ha detto a Santa Faustina che il diavolo tenta più facilmente le anime oziose. Stai attento alla noia, è uno spirito di letargo o accidia. Le anime oziose sono facile preda dei demoni.

19. Non aver paura della lotta; il solo coraggio spesso spaventa le tentazioni che non osano assalirci

La paura è la seconda tattica più comune del diavolo (l’orgoglio è la prima). Il coraggio intimidisce il diavolo, che fuggirà davanti al coraggio perseverante che si trova in Gesù, la roccia. Tutte le persone lottano, e Dio è la nostra forza.

20. Combatti sempre con la profonda convinzione che Io sono accanto a te

Gesù istruisce una suora in un convento a “combattere” con convinzione. Può farlo perché Cristo l’accompagna. Noi cristiani siamo chiamati a lottare con convinzione contro tutte le tattiche demoniache. Il diavolo cerca di terrorizzare le anime, bisogna resistere al terrorismo demoniaco. Invocate lo Spirito Santo durante la giornata.

21. Non lasciarti guidare dal sentimento poiché esso non sempre è in tuo potere, ma tutto il merito sta nella volontà

Tutto il merito si basa sulla volontà, perché l’amore è un atto della volontà. Siamo completamente liberi in Cristo. Dobbiamo compiere una scelta, una decisione per il bene o il male. In quale terreno viviamo?

22. Sii sempre sottomessa ai superiori anche nelle più piccole cose
Cristo qui sta istruendo una religiosa. Tutti abbiamo il Signore come nostro Superiore. La dipendenza da Dio è un’arma di guerra spirituale, perché non possiamo vincere con i nostri mezzi. Proclamare la vittoria di Cristo sul male fa parte del discepolato. Cristo è venuto a sconfiggere la morte e il male, proclamalo!

23. Non t’illudo con la pace e le consolazioni; preparati a grandi battaglie

Santa Faustina ha sofferto a livello fisico e spirituale. Era preparata a grandi battaglie per la grazia di Dio che l’ha sostenuta. Nelle Scritture Cristo ci istruisce chiaramente ad essere preparati a grandi battaglie, a indossare l’armatura di Dio e a resistere al diavolo (Ef 6, 11). Stare attenti e discernere sempre.

24. Sappi che attualmente sei sulla scena dove vieni osservata dalla terra e da tutto il cielo

Siamo tutti in un grande scenario in cui il cielo e la terra ci guardano. Che messaggio stiamo offrendo con la nostra forma di vita? Che tipo di tonalità irradiamo: luce, oscurità o grigio? Il modo in cui viviamo attira più luce o più oscurità? Se il diavolo non ha successo nel portarci all’oscurità, cercherà di mantenerci nella categoria dei tiepidi, che non è gradita a Dio.

25. Lotta come un valoroso combattente, in modo che Io possa concederti il premio. Non aver troppa paura, poiché non sei sola

Le parole del Signore a Santa Faustina possono diventare il nostro motto: lotta come un cavaliere! Un cavaliere di Cristo conosce bene la causa per la quale lotta, la nobiltà della sua missione, il re che serve, e con la certezza benedetta della vittoria lotta fino alla fine, anche a costo della vita. Se una giovane senza istruzione, una semplice suora polacca unita a Cristo, può lottare come un cavaliere, ogni cristiano può fare lo stesso. La fiducia è vittoriosa.

Preghiera per la Chiesa

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Gesù mio, ti prego per la Chiesa intera: concedile l’amore e la luce dei tuo Spirito, rendi efficaci le parole dei sacerdoti, affinché tocchino anche i cuori più induriti e li facciano ritornare a te, o Signore.

Signore, dacci sacerdoti santi, e tu stesso conservali nella santità. Fa’ che la potenza della tua Misericordia li accompagni dovunque e li custodisca contro le insidie che il demonio non cessa di tendere all’anima di ogni sacerdote.
La potenza della tua Misericordia, o Signore, distrugga tutto ciò che potrebbe offuscare la santità dei sacerdote, perché tu sei onnipotente. Ti chiedo, Gesù, di benedire con una luce speciale i sacerdoti dai quali mi confesserò nella mia vita.
Amen

(Santa Faustina Kowalska)

Consacrazione alla Divina Misericordia

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Dio, Padre Misericordioso, che hai rivelato il Tuo amore nel Figlio Tuo Gesù Cristo, e l’hai riversato su di noi nello Spirito Santo Consolatore, Ti affidiamo oggi i destini del mondo e di ogni uomo. Chinati su di noi peccatori, risana la nostra debolezza, sconfiggi ogni male, fa’ che tutti gli abitanti della terra sperimentino la Tua Misericordia, affinché in Te, Dio Uno e Trino, trovino sempre la fonte della speranza. Eterno Padre, per la dolorosa Passione e la Resurrezione del Tuo Figlio, abbi misericordia di noi e del mondo intero. Amen.

(San Giovanni Paolo II)

Perchè pregare la coroncina alla Divina Misericordia?

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Lo dice Gesù a Santa Faustina Kowalska

20. Un venerdì dell’anno 1935. — Era sera. M’ero chiusa già nella mia cella. Vidi l’angelo esecutore dell’ira di Dio. Cominciai a supplicare Dio per il mondo con parole che udivo interiormente. Offrivo all’eterno Padre «Il corpo, il sangue, l’anima e la divinità del suo dilettissimo Figlio, in espiazione dei nostri peccati e di quelli di tutto il mondo». Chiedevo misericordia per tutti «in nome della sua dolorosa passione».
Il giorno seguente, entrando in cappella, udii dentro di me queste parole:«Ogni volta che entrerai in cappella, recita fin dalla soglia la preghiera che ieri ti ho insegnato». Recitata che ebbi la preghiera, ricevetti la seguente istruzione: «Questa preghiera serve a placare il mio sdegno, la reciterai sulla corona del rosario che usi di solito. Incomincerai con un Padre Nostro, pronuncerai questa preghiera: “Eterno Padre, ti offro il corpo, il sangue, l’anima e la divinità del tuo dilettissimo Figlio e nostro Signore Gesù Cristo in espiazione dei nostri peccati e di quelli di tutto il mondo”. Sui grani piccoli dell’Ave Maria, proseguirai dicendo per dieci volte consecutive: “Per la sua dolorosa passione, abbi misericordia di noi e del mondo intero”. Come conclusione, reciterai tre volte questa invocazione: “Santo Dio, Santo Forte, Santo Immortale, abbi misericordia di noi e del mondo intero”».

21. Promesse. — «Recita ogni giorno con costanza la coroncina che ti ho insegnato. Chiunque la reciterà, troverà grande misericordia nell’ora della morte. I sacerdoti la propongano a chi è nel peccato come una tavola di salvezza. Il peccatore fosse pure anche il più incallito, qualora reciti questa coroncina anche per una volta sola, avrà il soccorso della mia misericordia. Desidero che tutto il mondo la conosca. Concederò grazie che l’uomo nemmeno può capire a tutti quelli che confidano nella mia misericordia. Abbraccerò con la mia misericordia in vita, e ancor più nell’ora della morte, le anime che reciteranno questa coroncina».

22. La prima anima salvata. — Mi trovavo in sanatorio a Pradnik. In piena notte, venni svegliata all’improvviso. Compresi che un’anima si trovava nella necessità urgente che qualcuno pregasse per lei. Mi recai in corsia e vidi una persona già entrata in agonia. All’improvviso, udii interiormente questa voce:«Recita la coroncina che ti ho insegnato». Corsi a prendere il rosario e, in ginocchio accanto all’agonizzante, recitai la coroncina con tutto il fervore di cui ero capace. A un tratto, l’agonizzante aprì gli occhi e mi guardò. La mia coroncina non era ancora terminata e già quella persona era spirata con una singolare serenità dipinta sul volto. Avevo chiesto ardentemente al Signore di mantenere la promessa fattami a proposito della coroncina, ed egli mi fece conoscere che, in quell’occasione, l’aveva mantenuta. Fu la prima anima salvata grazie a questa promessa del Signore. Rientrata nella mia stanzetta, udii queste parole: «Nell’ora della morte, difenderò come mia gloria ogni anima che reciterà la coroncina. Se un’altra persona la reciterà presso un moribondo, otterrà per lui il medesimo perdono».
Quando si recita la coroncina al capezzale di un agonizzante, l’ira di Dio si placa e una misericordia a noi ignota avvolge l’anima, perché commuove profondamente l’Essere divino la rievocazione della passione dolorosa di suo Figlio.

23. Un grande aiuto per gli agonizzanti. — Vorrei che tutti comprendessero quanto è grande la misericordia del Signore, la quale è a tutti assolutamente necessaria, specialmente nell’ora decisiva della morte. La coroncina è un grande aiuto per gli agonizzanti. Prego spesso per le persone che mi vengono fatte conoscere interiormente e insisto nella preghiera finché non sento dentro di me d’avere ottenuto ciò che chiedo. Specialmente adesso, che mi trovo qui in questo ospedale, mi sento unita con i moribondi che, entrando in agonia, domandano la mia preghiera. Dio mi concede una singolare unione con chi è sul punto di morire. La mia preghiera non ha sempre la medesima lunghezza di tempo. In ogni caso, ho potuto assicurarmi che, se la spinta a pregare dura più a lungo, è segno che l’anima deve sostenere maggiori lotte per più tempo. Per le anime, le distanze non esistono. Mi succede di provare il medesimo fenomeno anche a distanza di centinaia di chilometri.

24. Un segno degli ultimi tempi. — Mentre recitavo la coroncina, udii improvvisamente questa voce: «Saranno grandi le grazie che concederò a coloro che pregheranno con questa coroncina. Scrivi che io voglio che l’intera umanità conosca la mia infinita misericordia. Questa richiesta è un segno degli ultimi tempi, dopo dei quali sopravverrà la mia giustizia. Finché c’è tempo, l’umanità ricorra alla fonte della mia misericordia, al sangue e all’acqua che per la salvezza di tutti è scaturito».

25. Vedendo la gloria del tuo nome, il mio cuore troverà la pace. — Dissi a Gesù: «Mi preme molto l’intera umanità e mi fa soffrire il fatto che non tutti ti conoscono e che quegli stessi che ti hanno conosciuto non ti corrispondono con l’amore che tu meriti. D’altra parte, vedo quanto terribilmente ti offendono i peccatori e vedo quanto siano oppressi e perseguitati i tuoi fedeli. Vedo inoltre molte anime che ciecamente si precipitano nel baratro spaventoso dell’inferno. Capisci, Gesù? Questo è il dolore che mi strazia e mi sconvolge. Io desidero che l’intera umanità ricorra fiduciosa alla tua misericordia. Solo allora, vedendo la gloria del tuo nome, il mio cuore troverà la pace». Il Signore mi rispose: «Figlia, gradisco il linguaggio del tuo cuore. Recitando la coroncina della mia misericordia, avvicinerai realmente a me il genere umano». Detto ciò, mi lasciò sola, e io compresi che nessun’anima tributa tanta gloria al suo creatore come quando si rivolge con fiducia alla divina misericordia.

26. Lo scopo della coroncina. — «Figlia mia, esorta le anime a recitare la coroncina che ti ho insegnato. Se lo faranno, io mi compiaccio d’accordar loro ciò che chiederanno. Se la reciteranno i più grandi peccatori, li colmerò di contrizione e di fiducia e farò in modo che il momento della loro morte sia sereno».
Sempre più mi rendo conto quanto ogni anima abbia bisogno della divina misericordia durante il corso di tutta la sua vita, ma specialmente nell’ora della morte. Lo scopo della coroncina è di placare la collera di Dio, come egli stesso mi fece sapere. Approfittiamo della misericordia, finché è tempo di misericordia.

27. La morte di un giovane uomo. — Questa sera vidi morire un uomo ancora giovane. La sua agonia fu straziante e prolungata. Incominciai per lui la coroncina. Giunta alla fine, l’agonia di quell’uomo continuava. Udii dentro di me: «Prosegui a recitare la coroncina». Tutto a un tratto, sperimentai la grande maestà di Dio e la sua giustizia. Tremavo di spavento per quel giovane, ma non cessavo di implorargli misericordia dal Signore. Mi tolsi dal petto la piccola croce consegnatami nel giorno in cui pronunciai i miei voti e la posai sul petto dell’agonizzante. Dicevo: «Gesù, guarda quest’anima con lo stesso amore con il quale guardasti me nel giorno dei miei voti religiosi e non dimenticare la promessa che facesti in favore di coloro che, mediante questa coroncina, invocheranno la tua misericordia sui morenti». Mentre pregavo in questo modo, il moribondo cessò di soffrire e spirò in pace. Non è mai il caso di stancarsi quando si prega per gli agonizzanti!

28. La siccità. — Il caldo era insopportabile da tempo. Desideravamo la pioggia inutilmente. Le piante assetate mi facevano pietà. Decisi di recitare la coroncina tanto a lungo, finché Dio non avesse fatto scendere la pioggia. Senza interruzione, ripetei quella preghiera per tre ore. Finalmente il cielo si coprì di nubi e la pioggia prese a cadere in abbondanza. Ricordai come il Signore avesse detto che, per mezzo di quella coroncina, si può ottenere tutto.

29. Il nubifragio. — Questa notte mi svegliò, con il suo fracasso, un nubifragio. Cadeva la pioggia, infuriava il vento, scoppiavano folgori in continuazione. Cominciai a pregare, chiedendo che l’uragano non facesse danni. Udii queste parole: «Recita la coroncina e passerà senza far danni». Recitai immediatamente la corona della misericordia e non feci nemmeno in tempo a terminarla, che l’uragano tutto a un tratto era cessato. Allora udii nuovamente quella voce: «Con questa coroncina, otterrai ogni cosa che non sia contraria al mio volere».

30. In una casa sconosciuta. — Oggi il Signore entrò nella mia stanza d’ospedale. Disse: «Ti porterò presso un peccatore agonizzante, e lì reciterai la coroncina. Devi ottenere per lui la fiducia nella mia misericordia, perché sta morendo disperato». Di colpo, mi trovai in un’abitazione sconosciuta. Un uomo attempato agonizzava e soffriva in modo atroce. La sua famiglia era nel pianto. Attorno a lui, scorsi demoni in grande numero. Avevo appena cominciato a pregare, quando essi si dispersero sibilando e lanciando minacce su di me. L’anima del morente si rasserenò. Riacquistò la pace e la fiducia. S’addormentò in Dio. Immediatamente, mi ritrovai nella mia stanza. Come possano avvenire queste cose, non lo so.

Le promesse di Gesù

Gesù ha deciso di farci dei grandissimi doni, essendo Egli Re della Misericordia ancor prima che Giudice infinitamente giusto, poiché “l’umanità non troverà la pace finché non si rivolgerà con fiducia alla Mia Misericordia”. Ecco qui le Sue promesse:
“L’Anima che venererà questa immagine non perirà. Le prometto, ancora sulla Terra, la vittoria sui nemici, ma specialmente in punto di morte.

Io, il Signore, la proteggerò come Mia Gloria. I raggi del Mio Cuore significano Sangue ed Acqua, e riparano le Anime dall’ira del Padre Mio. Beato chi vive alla loro ombra, poiché non lo raggiungerà la mano della Giustizia Divina.

Proteggerò, come una madre protegge il suo bambino, le anime che diffonderanno il culto alla Mia Misericordia, per tutta la loro vita; nell’ora della loro morte, non sarò per loro Giudice ma Salvatore.”. La preghiera di venerazione che Gesù ha dettato è la seguente:

O ACQUA E SANGUE CHE SCATURISCI DAL CUORE DI GESU’ COME SORGENTE DI MISERICORDIA PER NOI IO CONFIDO IN TE.

“Io do all’umanità un vaso col quale potrà andare ad attingere le grazie alla sorgente della Misericordia: questo vaso è l’immagine con questa iscrizione: “Gesù, io confido in Te!”.

Questa immagine deve continuamente ricordare alla povera umanità l’infinita Misericordia di Dio. Chiunque avrà esposta ed onorata, nella sua casa, la Mia Divina Effigie sarà preservato dal castigo.

Come gli antichi Ebrei che avevano segnato le loro case con la croce fatta col sangue dell’agnello pasquale furono risparmiati dall’Angelo Sterminatore, così sarà in quei tristi momenti per coloro che mi avranno onorato esponendo la mia immagine.”

“Quanto più grande è la miseria degli uomini, tanto maggior diritto hanno alla Mia Misericordia, perché desidero salvarli tutti. Scrivi che prima di venire come Giudice, spalancherò tutta la grande porta della Mia Misericordia. Chi non vuol passare da questa porta, dovrà passare per quella della Mia Giustizia.
La sorgente della Mia Misericordia è stata aperta dal colpo di lancia sulla Croce, per tutte le Anime. Non ne ho esclusa nessuna. L’umanità non troverà né tranquillità né pace finché non si rivolgerà alla Mia Misericordia. Dì all’umanità sofferente che si rifugi nel Mio Cuore Misericordioso, ed Io la ricolmerò di pace.”

“Desidero che la prima domenica dopo Pasqua sia la Festa della Mia Misericordia. Figlia Mia, parla a tutto il mondo della Mia incommensurabile Misericordia! L’Anima che in quel giorno si sarà confessata e comunicata, otterrà piena remissione di colpe e castighi. Desidero che questa Festa si celebri solennemente in tutta la Chiesa.”

A Gesù Misericordioso

Dio eterno, la bontà stessa, la cui Misericordia non può essere compresa da nessuna mente né umana né angelica, aiutami a compiere la Tua santa volontà, come Tu stesso me la fai conoscere.

Non desidero altro se non compiere il volere di Dio. Ecco, Signore, hai la mia anima e il mio corpo, la mente e la mia volontà il cuore e tutto il mio amore. Disponi di me secondo i tuoi eterni disegni.

O Gesù, luce eterna, illumina il mio intelletto, ed infiamma il mio cuore. Resta con me come mi hai promesso, poiché senza di Te sono nulla.

Tu sai o Gesù mio, quanto io sia debole, non ho certamente bisogno di dirtelo, poiché Tu stesso sai molto bene quanto io sia misera. In Te sta tutta la mia forza. Amen.

S. Faustina

La Divina Misericordia

 

IL MESSAGGIO DELLA DIVINA MISERICORDIA

Il 22 febbraio 1931 Gesù apparve, in Polonia, a Suor Faustina Kowalska (beatificata il 30 aprile 2000) e le affidò il messaggio della Devozione alla Divina Misericordia. Lei stessa così descrisse l’apparizione: “Mi trovavo nella mia cella, quando vidi il Signore vestito di candida veste. Aveva una mano alzata in atto di benedire; con l’altra toccava la tunica bianca sul petto, dal quale uscivano due raggi: uno rosso e l’altro bianco”. Dopo un istante, Gesù mi disse: “Dipingi un quadro secondo il modello che vedi, e scrivici sotto: Gesù, io confido in Te! Desidero, inoltre che questa immagine sia venerata nella vostra Cappella e in tutto il mondo. I raggi rappresentano il Sangue e l’Acqua che sgorgarono quando il mio Cuore fu trafitto dalla lancia, sulla Croce. Il raggio bianco rappresenta l’acqua che purifica le anime; quello rosso, il sangue che è la vita delle anime”.In un’altra apparizione Gesù le chiese l’istituzione della festa della Divina Misericordia, esprimendosi così: “Desidero che la prima domenica dopo Pasqua sia la festa della mia Misericordia. L’anima, che in quel giorno si confesserà e si comunicherà, otterrà piena remissione delle colpe e delle pene. Desidero che questa Festa si celebri solennemente in tutta la Chiesa”.

PROMESSE DI GESU’ MISERICORDIOSO.

L’anima che venererà quest’immagine non perirà. – Io, il Signore, la proteggerò con i raggi del mio cuore. Beato chi vive alla loro ombra, poiché la mano della Giustizia Divina non la raggiungerà! – Proteggerò le anime che diffonderanno il culto alla mia Misericordia, per tutta la loro vita; nell’ora della loro morte, poi, non sarò Giudice ma Salvatore. – Quanto più grande è la miseria degli uomini, tanto maggior diritto hanno alla mia Misericordia perché desidero salvarli tutti. – La sorgente di questa Misericordia è stata aperta dal colpo di lancia sulla Croce. – L’umanità non troverà né tranquillità né pace finché non si rivolgerà con piena fiducia a Me. – Concederò grazie senza numero a chi recita questa corona. Se recitata accanto a un morente non sarò giusto Giudice, ma Salvatore. – Io do all’umanità un vaso con il quale potrà attingere le grazie alla sorgente della Misericordia. Questo vaso è l’immagine con l’iscrizione: “Gesù, io confido in Te!”. “O sangue ed acqua che scaturisci dal cuore di Gesù, come sorgente di misericordia per noi, io confido in Te!” Quando, con fede e con cuore contrito, mi reciterai questa preghiera per qualche peccatore io gli darò la grazia della conversione.

                          

CORONCINA DELLA DIVINA MISERICORDIA

Si usi la corona del Rosario. In principio: Pater, Ave, Credo.

Sui grani maggiori del Rosario: “Eterno Padre, io Ti offro il Corpo e il Sangue, l’Anima e la Divinità del Tuo dilettissimo Figlio e Nostro Signore Gesù Cristo in espiazione dei nostri peccati, del mondo e delle anime nel Purgatorio”.

Sui grani dell’Ave Maria per dieci volte: “Per la sua dolorosa passione abbi misericordia di noi, del mondo e delle anime nel Purgatorio”.

Alla fine ripetere per tre volte: “Dio Santo, Dio Forte, Dio Immortale: abbi pietà di noi, del mondo e delle anime nel Purgatorio”.

Gesù a Santa Faustina Kowalska

«Oh, se i peccatori conoscessero la Mia Misericordia non ne perirebbe un così gran numero! Dì alle anime peccatrici di non avere paura ad avvicinarsi a Me; parla loro della Mia grande Misericordia! ».

«La perdita di un’anima M’immerge in una tristezza mortale! Tu Mi consolerai se pregherai per i peccatori. Sì, la preghiera che Mi è più gradita è la preghiera per la conversione dei peccatori: sappi, figlia Mia, che questa preghiera viene sempre esaudita».

«Quello che ora tu vedi com’è nella realtà, le altre suore lo credono per mezzo della fede. Oh, quanto Mi è gradita la loro grande fede!

Sebbene, in apparenza, i loro occhi non vedano nell’Ostia Santa alcuna traccia della Mia vita, tuttavia io vivo realmente racchiuso in ogni Ostia. Solo se l’anima avrà una fede viva in Me, allora Io potrò agire su di lei. Oh, quanto Mi è gradita la fede viva».

«Le Grazie che ti concedo non sono soltanto per te, ma per un gran numero di anime..: Nel tuo cuore ho messo la Mia stabile dimora, nonostante la grande miseria che tu sei. Io mi unisco a te, prendo la tua miseria e, in cambio, ti dono la Mia Misericordia! In ogni anima compio l’opera della Mia Misericordia; e quanto più grande è il peccatore, tanto maggiore diritto ha alla Mia Misericordia! Tutto ciò che Io faccio porta il sigillo della Mia Misericordia. Chi confida nella Mia Misericordia non perirà, poiché tutti i suoi problemi sono Miei ed i suoi nemici s’infrangeranno ai piedi del Mio sgabello».

«Figlia Mia, se per mezzo tuo esigo dagli uomini il culto della Mia Misericordia, tu per prima devi distinguerti per la fiducia nella Mia Misericordia. Esigo da te le opere di misericordia, che devono scaturire dall’amore per Me. Devi manifestare al prossimo la misericordia sempre e dappertutto; non dovrai mai ritirarti, né rifiutarti, né scusarti. Ti insegno tre modi di usare misericordia verso il tuo prossimo: il primo è l’azione, il secondo è la parola, il terzo è la preghiera… In questo modo l’anima loda e rende onore alla Mia Mise­ricordia.

Sì, la prima domenica dopo Pasqua è la festa della Misericordia. Ma sono necessarie anche le opere buone ed il culto esterno della Mia Misericordia con la solenne celebrazione di questa Festa e la venerazione dell’Immagine che è stata dipinta. Attraverso questa Immagine concederò alle anime molte Grazie; essa deve ricordare alle anime ciò che la Mia Misericordia esige da loro, perché anche la fede più forte, senza le opere, non serve a nulla».

 

L’ora della Misericordia

Nell’ottobre 1937 a Cracovia, in circostanze non meglio specificate da Suor Faustina, Gesù ha raccomandato di onorare l’ora della propria morte, che lui stesso ha chiamato “un’ora di grande misericordia per il mondo intero” (Q. IV pag. 440). “In quell’ora – ha detto successivamente – fu fatta grazia al mondo intero, la misericordia vinse la giustizia” (Q V, pag. 517).

Gesù ha insegnato a suor Faustina come celebrare l’ora della Misericordia e ha raccomandato di:

  • invocare la misericordia di Dio per tutto il mondo, soprattutto per i peccatori;

  • meditare la Sua passione, soprattutto l’abbandono nel momento dell’agonia e, in quel caso ha promesso la grazia della comprensione del suo valore.

  • Consigliava in modo particolare: “in quell’ora cerca di fare la Via Crucis, se i tuoi impegni lo permettono e se non puoi fare la Via crucis entra almeno per un momento in cappella ed onora il mio Cuore che nel SS.mo Sacramento è pieno di misericordia. E se non puoi andare in cappella, raccogliti in preghiera almeno per un breve momento là dove ti trovi” (Q V, pag. 517).

Gesù ha fatto notare tre condizioni necessarie perché le preghiere in quell’ora siano esaudite:

  • la preghiera deve essere diretta a Gesù e dovrebbe aver luogo alle tre del pomeriggio;

  • deve riferirsi ai meriti della Sua dolorosa passione.

In quell’ora – dice Gesù – non rifiuterò nulla all’anima che Mi prega per la Mia Passione(Q IV, pag. 440). Bisogna aggiungere ancora che l’intenzione della preghiera deve essere in accordo con la Volontà di Dio, e la preghiera deve essere fiduciosa, costante e unita alla pratica della carità attiva verso il prossimo, condizione di ogni forma del Culto della Divina Misericordia

Gesù a Santa Maria Faustina Kowalska