Archivio | gennaio 2018

Gesù Sacramentato trova le sue delizie con noi.

Mia gioia è essere tra i figli degli uomini (Pr 8, 31).

Ecco il nostro Gesù che non contento di esser morto in terra per nostro amore, anche dopo la morte ha voluto restarsene con noi nel SS. Sacramento, dichiarando che tra gli uomini trova le sue delizie.

O uomini, esclama S. Teresa, come potete offendere un Dio, che si dichiara che in voi trova le sue delizie? Gesù trova le delizie con noi, e noi non le troveremo con Gesù? Noi specialmente che abbiamo avuto l’onore di abitare nella sua casa insieme con Lui! Come si stimano onorati quei vassalli a cui il re dà luogo di vivere in palazzo! Ecco il palazzo del re è questa casa dove abitiamo con Gesù Cristo. Sappiamo ringraziarlo ed avvalerci della conversazione con Gesù Cristo.

Eccomi dunque, mio Signore e Dio, avanti a questo altare, dove voi vi trattenete notte e giorno per me; voi siete la fonte di ogni bene, voi il medico di ogni male, voi il tesoro di ogni povero; ecco ai piedi vostri oggi un peccatore fra tutti il più povero, il più infermo che vi cerca pietà; abbiate compassione di me. Io non voglio no che mi disanimi la mia miseria, vedendovi in questo Sacramento sceso dal cielo in terra solo per farmi del bene. Io vi lodo, vi ringrazio, vi amo; e se volete che vi cerchi qualche elemosina, questa cerco, sentitemi: io non vi voglio più offendere, e voglio che mi diate luce e grazia di amarvi con tutte le mie forze. Signore, io v’amo con tutta l’anima mia, v’amo con tutti gli affetti miei. Fate voi che lo dica davvero, e lo dica sempre in questa vita e per tutta l’eternità. Maria Santissima, santi miei avvocati, angeli, beati tutti del paradiso, aiutatemi ad amar il mio amabilissimo Dio.

Giac.: Buon Pastore, pane vero, Gesù, pietà di noi. Tu sostienici, difendici, mostraci il bene dei paradiso.

A Maria

Le sue catene saranno per te una potente protezione (Sir 6, 25). Dice il devoto Pelbarto che la divozione a Maria è una catena di predestinazione. Preghiamo la Signora nostra che sempre più ci stringa con catene d’amore alla confidenza della sua protezione.

Giac. O clemente, o pia, o dolce vergine Maria.

La testimonianza dei coniugi Martin: la santità della tenerezza

Quando si conobbero ad Alençon Luigi Martin (1823-1894) e Zelia Guerin (1931-1877) capirono che il loro progetto di vita andava vissuto assieme, ma non s’immaginavano che avrebbero dovuto quasi “convertirsi” per capire a pieno il senso del matrimonio. Dopo essersi sposati il 13 luglio 1858, infatti, vivevano quasi come due consacrati, proprio perché entrambi, prima di incontrarsi, pensavano alla vita da religiosi. Poi grazie a una guida spirituale capirono il grande valore della chiamata alla generazione della vita e, sempre insieme, si aprirono a questo dono: ebbero nove figli, anche se solo cinque femmine arrivarono all’età adulta. Quattro di queste entrarono nel Carmelo, la quinta scelse un’altra congregazione religiosa. La più piccola, nata nel 1873, morì giovanissima, ma la sua incredibile esperienza spirituale la portò a essere riconosciuta come santa e dottore della Chiesa: si tratta di santa Teresa di Lisieux.

Luigi era un orologiaio e Zelia realizzava merletti, quindi la loro situazione economica era buona, ma in casa Martin lo stile era all’insegna dell’essenzialità, della semplicità, ma anche della dolcezza, della delicatezza e della tenerezza. Virtù che santa Teresina raccontò di riconoscere molto bene nel padre. La partecipazione alla vita della parrocchia, ai sacramenti e l’impegno verso gli ultimi erano la “corona” di una quotidianità vissuta nella condivisione di gioie e dolori ma anche nell’entusiasmo di veder crescere il nucleo domestico. Per Zelia non vi era impegno più affascinante ed entusiasmante dello stare accando ai propri figli e la morte di alcuni di loro era stata accolta con serenità pur nella sofferenza. Zelia morì a 45 anni di tumore, Luigi 17 anni dopo, consumato dalla sclerosi ma sempre fedele al progetto che aveva condiviso fin dall’inizio con la moglie.

Il loro messagigo è chiaro: anche fare i genitori è una vocazione che va coltivata, fatta crescere, custodita e sostenuta spiritualmente. Ora, sempre insieme, la Chiesa li ha riconosciuti santi.

(Basilica Nostra Signora delle Vittorie, Parigi)

Santa Teresa di Calcutta e la Medaglia Miracolosa

Madre Teresa di Calcutta era una sostenitrice instancabile della medaglia miracolosa, ne portava sempre numerose con sé e ne distribuiva una quantità enorme. Prendeva una medaglia fra le mani, la baciava, si raccoglieva un attimo in preghiera e poi la regalava. La donava ai bambini con una caramella. Chi conosceva la Madre sapeva che aveva ricevuto un bene prezioso, perché quel gesto di predilezione faceva nascere come un legame indelebile con lei, che garantiva il suo ricordo e la sua intercessione alla Madonna nella preghiera.

Madre Teresa, di passaggio a Parigi, un giorno si recò a pregare proprio a Rue du Bac nella chiesa dove la Vergine apparve a Santa Catherine Labouré. Subito vi fu fermento fra le suore, perché venne riconosciuta e la superiora si affrettò ad andarle incontro per accoglierla degnamente. Non sapendo cosa offrirle di meglio, le chiese se poteva far preparare per lei un buon numero di medaglie perché le portasse con sé. E le chiese: «Quante ne desidera, Madre? 50, 100… o 300?». La Madre la guardò con quel sorriso fra il bonario e il birichino, poi chiese cordialmente: «Andrebbero bene… 30.000? Sì?».

Per diversi anni se le procurò dalle Figlie della Carità della Garbatella a Roma. In cambio, queste le chiesero un giorno di pregare perché Dio mandasse loro qualche vocazione, e quella stessa settimana arrivò una novizia. Madre Teresa donò una medaglietta anche a Mons. Comastri, che la incastrò nel suo anello da arcivescovo.

Anche il miracolo della beatificazione di Madre Teresa è legato alla medaglia miracolosa. Monica Besra, 35 anni, del Bengala Occidentale, soffriva di tumore al ventre, che le si era notevolmente gonfiato. Il 5 settembre 1998, nel primo anniversario della morte della Madre, una suora prese una medaglia miracolosa che era stata a contatto con il corpo di Madre Teresa, la legò intorno al ventre di Monica con uno spago e supplicò: «Madre, oggi è il giorno in cui sei andata in Cielo. Tu amavi i poveri, fa’ qualcosa per Monica, che deve curare i suoi cinque figli». Quella notte il tumore sparì.

 

Un cuore di misericordia

 

Pur avendo sentito tanto parlare di misericordia non è facile capire che cosa esperimenta un cuore misericordioso.

Credo che sia misericordia la compassione che si prova quando si vede soffrire un altro oppresso dal peso di una disgrazia.

Credo che saremo misericordiosi se le pene degli altri ci faranno soffrire, se il loro dolore ci farà piangere.

La persona che davvero ama Gesù versa molte lacrime perché vede che tanti suoi fratelli non Lo amano, Lo offendono e raramente accettano la Sua volontà; e questa è la maggiore disgrazia che possa capitare a una persona.

L’anima amica di Gesù, che veramente lo ama, è delicata, cerca di non ferire il prossimo ed evita tutto ciò che può fargli dispiacere. Prova una grande pena quando si accorge di aver commesso un’imprudenza e dimentica facilmente tutto quello che gli altri le hanno fatto, o, se lo ricorda, è solo per presentarlo a Gesù e chiedergli di aiutare i suoi fratelli perché siano come Egli li vuole.

Signore, donaci amore, donaci carità, concedici di amare il prossimo; soltanto così ameremo Gesù, amando i nostri fratelli. Io voglio amarli tutti, buoni e cattivi. Il peccato no, Gesù mio, ma il peccatore sì perché si converta e ti ami.

Quindici minuti con Gesù

di Sant’Antoine Marie Claret

VOCE DI GESÙ

Non è necessario, figlio mio, sapere molto per farmi piacere. Basta che tu abbia fede e che ami con fervore. Se vuoi farmi piacere ancora di più, confida in me di più, se vuoi farmi piacere immensamente, confida in me immensamente. Allora parlami come parleresti con il più intimo dei tuoi amici, come parleresti con tua madre o tuo fratello.

VUOI FARMI UNA SUPPLICA IN FAVORE DI QUALCUNO?
Dimmi il suo nome, sia quello dei tuoi genitori, dei tuoi fratelli o amici, o di qualche persona a te raccomandata… Dimmi subito cosa vuoi che faccia adesso per loro. L’ho promesso: “chiedete e vi sarà dato. Chi chiede ottiene” Chiedi molto, molto. Non esitare nel chiedere. Ma chiedi con fede perché io ho dato la mia parola: “Se aveste fede quanto un granellino di senape potreste dire al monte: levati e gettati nel mare ed esso ascolterebbe. Tutto quello che domandate nella preghiera, abbiate fede di averlo ottenuto e vi sarà accordato”. Mi piacciono i cuori generosi che in certi momenti sono capaci di dimenticare se stessi per pensare alle necessità degli altri. Così fece mia Madre a Cana in favore degli sposi quando nella festa dello sposalizio è venuto a mancare il vino. Mi chiese un miracolo e l’ottenne. Così fece anche quella donna cananea che mi chiese di liberare la figlia dal demonio, ed ottenne questa grazia specialissima. Parlami dunque, con la semplicità dei poveri, di chi vuoi consolare, dei malati che vedi soffrire, dei traviati che vorresti tornassero sulla retta via, degli amici che si sono allontanati e che vorresti vedere ancora accanto a te, dei matrimoni disuniti per i quali vorresti la pace. Ricorda Marta e Maria quando mi supplicarono per il fratello Lazzaro ed ottennero la sua risurrezione. Ricorda Santa Monica che, dopo avermi pregato durante trent’anni per la conversione del figlio, grande peccatore, ottenne la sua conversione e diventò il grande Sant’Agostino. Non dimenticare Tobia e sua moglie che con le loro preghiere ottennero fosse loro inviato l‘Arcangelo Raffaele per difendere il figlio in viaggio, liberandolo dai pericoli e dal demonio, per poi farlo ritornare ricco e felice affianco dei suoi familiari. Dimmi anche una sola parola per molte persone, ma che sia una parola d’amico, una parola del cuore e fervente. Ricordami che ho promesso: “Tutto è possibile per chi crede. Il Padre vostro che è nei cieli darà cose buone a quelli che gliele domandano! Tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo concederà”.

E PER TE HAI BISOGNO DI QUALCHE GRAZIA?
Se vuoi farmi una lista delle tue necessità e vieni a leggerle in mia presenza; ricorda il caso del mio servo Salomone, mi chiese la saggezza e gli fu concessa in abbondanza. Non dimenticare Giuditta che implorò grande coraggio e l’ottenne. Tieni presente Giacobbe che mi chiese prosperità (promettendomi di dare in opere buone la decima parte di quanto avesse avuto) e gli fu concesso molto, generosamente, tutto quello che desiderava e ancor di più. Sara mi pregò ed io allontanai il demonio che la tormentava. Magdalena pregò con fede e la liberai dalle brutte abitudini. Zaccheo con la preghiera si liberò dal dannoso attaccamento al denaro e si trasformò in uomo generoso. E tu. . . cosa vuoi che ti conceda? Dimmi sinceramente se sei orgoglioso, se ami la sensualità e la pigrizia, Che sei egoista, incostante. Che trascuri i tuoi doveri. Che giudichi severamente il tuo prossimo, dimenticando la mia proibizione: “non giudicate per non essere giudicati; non con dannate e non sarete condannati”. Dimmi se parli senza carità degli altri. Che ti preoccupi di più di quello che pensano gli altri di te che di quello che “pensa Dio”. Che ti lasci dominare dalla tristezza e dal malumore. Che rifiuti la tua vita, la tua povertà, i tuoi mali, il tuo lavoro, il modo come ti trattano, dimenticando quello che dice il Libro Santo: “Dio dispone tutte le cose per il bene di quelli che lo amano”. Dimmi se hai l’abitudine di dire bugie, che non domini il tuo sguardo ne la tua immaginazione, che preghi poco senza fervore, che le tue confessioni sono fatte senza dolore e senza l’intenzione di evitare poi le occasioni di peccato, e per questo cadi sempre nelle stesse mancanze. Che la messa la segui male e le comunioni le fai senza preparazione e con poche azioni di grazia. Che sei pigro ed hai paura dell’apostolato. Che qualche volta passi alcuni giorni senza leggere neanche una pagina della Bibbia… Ed io ti ricorderò i miei insegnamenti che porteranno una trasformazione totale nella tua vita. Ti dirò ancora: “Dio umilia gli orgogliosi ma gli umili colma di grazie…”. “Se trascuri i piccoli doveri trascurerai anche quelli grandi. Di ogni parola dannosa che uscirà dalla vostra bocca dovrete renderne conto il giorno del giudizio. Beati quelli che ascoltano la parola del Signore e la mettono in pratica”. Non ti vergognare, povera anima! Ci sono in cielo molti giusti e tanti santi di prim’ordine che hanno avuto gli stessi tuoi difetti. Ma pregarono con umiltà e poco a poco si sono liberati di essi. Perché “non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori” e perché “Dio non rifiuta mai un cuore umiliato e pentito. Il miglior dono per Dio è un cuore pentito”. E non esitare neanche nel chiedermi beni spirituali e materiali, Salute, memoria, simpatia, successo nel lavoro, negli studi e negli affari. Andare d’accordo con tutte le persone. Nuove idee per i tuoi affari, amicizie che ti siano utili, buon carattere, pazienza, allegria, generosità, amore per Dio, odio al peccato… Tutto questo posso darti e ti dà, e desidero che tu mi chieda, sempre e quando favorisca ed aiuti la tua santità e non si opponga ad essa. Ma in tutto devi sempre ripetere la mia preghiera nell’orto: il Padre, non ciò che io voglio, ma ciò che vuoi Tu’ Perché molte volte quel che chiede una persona non conviene per la sua salvezza, ed allora nostro Padre gli concede altri doni che gli faranno maggior bene.

E PER OGGI?
Che ti occorre? Cosa posso fare per il tuo bene? Se tu sapessi il desiderio che ho di favorirti. Ho dato da mangiare a cinquemila persone con solo cinque pani, perché ho visto che ne avevano bisogno. Ho calmato la tempesta quando gli apostoli mi svegliarono. Ho risuscitato la figlia di Giairo quando suo padre mi chiese di farlo. Anche tu dovrai ripetere col profeta: “Chi si è rivolto al Signore e non è stato ascoltato?”.

HAI ADESSO FRA LE MANI QUALCHE PROGETTO?
Raccontami nei dettagli. Cosa ti preoccupa? Cosa pensi di fare? Cosa vuoi? Come posso aiutarti? Magari ricordi sempre la frase del salmista: “Quel che ci porta al successo non sono i nostri affanni. Quel che ci porta al successo è la benedizione di Dio. Raccomandati a Dio nelle tue preoccupazioni e vedrai realizzarsi i tuoi buoni desideri” Gli israeliti desideravano occupare a terra pro messa. Mi supplicarono e lo concessi; David voleva vincere Golia, Mi pregò e l’ottenne; i miei apostoli volevano che aumentassi la loro fede, Mi chiesero questo favore e lo concessi con enorme generosità. E tu… cosa vuoi che ti conceda?

COSA POSSO FARE PER I TUOI AMICI?
Cosa posso fare per i tuoi superiori, per le persone che vivono nella tua casa, nel tuo quartiere, che trovi nel tuo cammino, per le persone delle quali dovrai rendere conto il giorno del giudizio? Geremia pregò per la città di Gerusalemme e Dio la colmò di benedizioni, Daniele pregava per i suoi connazionali ed ottenne che diminuissero molte loro pene. E tu, cosa mi chiedi per i tuoi vicini di casa, per il tuo quartiere, per la tua regione, per la tua patria.

E PER I TUOI GENITORI?
Se sono già morti ricorda che “è una opera santa e buona pregare Dio per i morti, perché riposino dalle loro pene”. E se sono ancora viventi, cosa vuoi per loro? Più pazienza nelle loro pene, nei loro problemi di salute? Un carattere piacevole? Comprensione in famiglia? Le preghiere di un figlio non possono essere respinte da chi, a Nazareth, per trent’anni è stato esempio di amore filiale.

C’È QUALCHE FAMILIARE CHE HA BISOGNO DI QUALCHE FAVORE?
Prega per lui o per lei e io farò della tua famiglia un tempio d’amore e conforto, e verserò a mani piene sui tuoi familiari le grazie e gli aiuti necessari per essere felici nel tempo e nell’eternità.

E PER ME?
Non desideri da me grazia e amicizia? Non vorresti fare del bene al tuo prossimo, ai tuoi amici, a chi ami forse molto, ma che vivono lontani dalla religione o non la praticano nel modo giusto? Sono padrone dei cuori che, rispettando la loro libertà, porto dolcemente verso la santità e l’amore di Dio. Ma ho bisogno di persone che preghino per loro. Nel Vangelo ho lasciato questa promessa: “Il Padre vostro celeste darà lo spirito santo a coloro che glielo chiedono” Chiedimi per i tuoi familiari quel buon spirito, che si ricordino dell’eternità che li aspetta, di prepararsi un buon tesoro in cielo facendo in questa vita moltissime opere buone e pregando ininterrottamente, lavorando per la salvezza della tua famiglia e degli altri non dimenticare mai la stupenda promessa del profeta: “coloro che avranno indotto molti alla giustizia risplenderanno come le stelle per sempre”.

SEI FORSE TRISTE O DI MALUMORE?
Raccontami. Raccontami, anima sconsolata, le tue tristezze in ogni dettaglio. Chi ti ha ferito? Chi ha ferito il tuo amor proprio? Chi ti ha disprezzato? Dimmi se ti va male nel tuo lavoro e io ti dirò le cause del tuo insuccesso. Non vorresti che mi occupassi di qualcosa per te? Avvicinati al mio cuore che ha un balsamo efficace per tutte le ferite del tuo. Raccontami tutto e in breve mi dirai che, come Me, tutto perdoni e tutto dimentichi, perché “le pene di questa vita non sono comparabili con l’immensa gioia che ci attende quale premio nell’eternità”. Senti l’indifferenza di persone che prima ti hanno voluto bene ma che ora ti dimenticano e si allontanano da te senza motivo? Prega per loro, Il mio amico Giobbe pregò per quelli che con lui sono stati ingrati, e la bontà divina li perdonò, e li fece tornare alla sua amicizia.

VUOI RACCONTARMI QUALCHE GIOIA?
Perché non mi fai partecipe di essa, come buon amico? Raccontami quello che da ieri o dalla tua ultima visita a Me ha consolato e ha fatto sorridere il tuo cuore. Forse hai avuto gradevoli sorprese. Magari sono sparite certe angosce o paure per il futuro. Hai superato qualche ostacolo, oppure, sei uscito da qualche difficoltà impellente? Tutto questo è opera mia, lo ti ho procurato tutto questo. Quanto mi rallegrano i cuori grati che, come il lebbroso guarito, tornano per ringraziare, ma molto mi rattristano gli ingrati che, come i nove lebbrosi del Vangelo, non tornano per ringraziare per i benefici ricevuti. Ricorda che “chi ringrazia per un beneficio ottiene che gli si concedano degli altri”. Dimmi sempre un “grazie” con tutto il cuore.

E POI… NON HAI QUALCHE PROMESSA DA FARMI?
Già lo sai che leggo nel fondo del tuo cuore. Gli umani si ingannano facilmente. Dio no. Parlami allora con sincerità. Hai il fermo proposito di non esporti più a quella occasione di peccato? Di privarti di quel giornale, rivista, film, programma televisivo che danneggia la tua anima? Di non leggere quel libro che ha eccitato la tua immaginazione? Di non trattare quella persona che ha turbato la pace della tua anima? Di stare in silenzio quando senti che arriva la collera? Perché “gli imprudenti dicono quello che sentono dentro di se quando sono di malumore, ma i prudenti rimangono sempre in silenzio quando sono di malumore, e sanno dissimulare le offese ricevute”. Vuoi fare il buon proposito di non parlare male di nessuno, anche quando credi che quel che dici è verità? Di non lamentarti perché è dura la vita? Di offrirmi le tue sofferenze in silenzio invece di andare in giro rinnegando le tue pene? Di lasciare ogni giorno un piccolo spazio per leggere qualche cosa che ti sia di profitto, specialmente la Bibbia? Così diranno anche dite: “ascolta la parola di Dio e la mette in pratica, sarà come una casa costruita sulla roccia, non crollerà “. Sarai ancora amabile con le persone che ti hanno trattato male?Avrai da ora in poi un volto allegro ed un sorriso amabile? Anche con quelli che non hanno molta simpatia per te? Ricorda le mie parole: “Se saluti solo quelli che ti amano, che merito ne hai? Anche i cattivi fanno così. Perdona e sarai perdonato. Un volto amabile rallegra i cuori degli altri”.

E ADESSO RITORNA ALLE TUE OCCUPAZIONI…
Ma non dimenticare questi quindici minuti di gradevole conversazione che abbiamo avuto qui nella solitudine del santuario. Conserva più che puoi il silenzio, la modestia e la carità con il prossimo. Ama mia Madre, che è anche Madre tua. Ricorda che essere buon devoto della Vergine Maria è segno di sicura salvezza.

 

Preghiera a Santa Teresa di Gesù Bambino

(Per ottenere una grazia)

Cara piccola Teresa di Gesù Bambino, grande Santa del puro amor di Dio, vengo oggi a confidarti il mio ardente desiderio. Si, molto umile vengo a sollecitare la tua potente intercessione per la grazia seguente…

(esprimerla qui)

Poco tempo prima di morire, hai chiesto a Dio di poter trascorrere il tuo Cielo facendo del bene sulla terra. Hai anche promesso di spandere su di noi, i piccoli, una pioggia di rose. Il Signore ha esaudito la tua preghiera: migliaia di tuoi devoti testimoniano di aver beneficiato della tua protezione. Forte di questa certezza, che tu non rigetti i piccoli e gli afflitti, vengo con fiducia a sollecitare il tuo aiuto. Intercedi per me presso il tuo Sposo Crocifisso e glorioso. Digli il mio desiderio. Egli ti ascolterà, perché tu non gli hai mai rifiutato nulla sulla terra. Piccola Teresa, vittima d’amore per il Signore, patrona delle missioni, modello delle anime semplici e confidenti, mi rivolgo a te come una grande sorella molto potente e amorevolissima. Ottienimi la grazia che ti chiedo, se è questa la volontà di Dio.
Sii benedetta, piccola Teresa, per tutto il bene che hai fatto e continui a fare alle anime fino alla fine del mondo. Si, sii mille volte benedetta e ringraziata perché così ci fai toccare la bontà e la misericordia del nostro Dio!

Amen.

Affidamento alla Madonna del Santo Amore

Maria, Madre del Santo Amore, ci affidiamo a Te, perché figli bisognosi della Tua materna protezione.

Dissipa gli errori della mente e i dubbi della coscienza, spegni le passioni, suscita il desiderio delle virtù – fede sicura, speranza serena, carità operosa – con cui perfezionare il nostro amore a Dio e ai fratelli.

Rafforza nelle nostre famiglie la fedeltà e la concordia.

Ispira ai governanti della società civile profondo senso di responsabilità affinché ricerchino sempre il bene comune, con competenza e giustizia.

Soccorri con la tua intercessione i sofferenti nel corpo o nell’anima soprattutto gli emarginati e gli indifesi, i fanciulli e gli anziani.

Maria, nostra amabilissima Madre, intensifica il fuoco del Divino Amore nei fervorosi, ravvivalo nei tiepidi, rianimalo negli indifferenti, riaccendilo negli increduli.

Su tutti noi, Madre del Santo Amore, si effonda – larga, copiosa e consolatrice – la tua benedizione.

Amen.

Preghiera a San Giovanni Bosco

O Padre e Maestro della gioventù,
San Giovanni Bosco,
che tanto lavorasti per la salvezza delle anime,
sii nostra guida nel cercare il bene delle anime nostre
e la salvezza del prossimo;
aiutaci a vincere le passioni e il rispetto umano;
insegnaci ad amare Gesù Sacramentato,
Maria Ausiliatrice e il Papa;
e implora da Dio per noi una buona morte
affinché possiamo raggiungerti in Paradiso.

Così sia.

Preghiera a San Giovanni Bosco

Bisognoso di particolare aiuto,
a Voi ricorro con grande fiducia,
o glorioso Don Bosco.
Mi occorrono grazie spirituali
per fuggire sempre il peccato
e perseverare nel bene fino alla morte.
Ma mi occorrono anche grazie temporati
e specialmente…
(chiedere la grazia)
Voi che foste così devoto di Gesù Sacramentato
e di Maria Ausiliatrice
e così compassionevole delle umane sventure,
ottenetemi da Gesù e dalla sua Celeste Madre
la grazia che Vi domando
e una grande rassegnazione al volere di Dio.

Pater, Ave, Gloria.

Corona alle cinque Piaghe di nostro Signore Gesù Cristo

• Prima piaga

Crocifisso mio Gesù, adoro devotamente la dolorosa piaga del vostro piede sinistro.

Deh! per quel dolore che in esso sentiste, e per quel sangue che da quel piede versaste, concedetemi la grazia di fuggire l’occasione del peccato e di non camminare per la via dell’iniquità che conduce alla perdizione.

Cinque Gloria, un’Ave Maria.

• Seconda piaga

Crocifisso mio Gesù, adoro devotamente la dolorosa Piaga del vostro piede destro.

Deh! per quel dolore che in esso sentiste, e per quel sangue che da quel piede versaste, concedetemi la grazia di camminare costantemente nella via delle virtù cristiane fino all’ingresso del Paradiso.

Cinque Gloria, un’Ave Maria.

• Terza piaga

Crocifisso mio Gesù, adoro devotamente la dolorosa Piaga della vostra mano sinistra.

Deh! per quel dolore che in essa sentiste, e per quel sangue che da essa versaste, non permettetemi che io mi trovi alla sinistra coi reprobi il giorno dell’universale giudizio.

Cinque Gloria, un’Ave Maria.

• Quarta piaga

Crocifisso mio Gesù, adoro devotamente la dolorosa Piaga della vostra mano destra.

Deh! per quel dolore che in essa sentiste, e per quel sangue che da essa versaste, benedite l’anima mia e conducetela al vostro Regno.

Cinque Gloria, un’Ave Maria.

• Quinta piaga

Crocifisso mio Gesù, adoro devotamente la Piaga del vostro Costato.

Deh! per quel sangue che da essa versaste accendete nel mio cuore il fuoco dell’amor vostro e datemi la grazia di proseguire ad amarvi per tutta l’eternità.

Cinque Gloria, un’Ave Maria.

Atto di offerta a Dio Padre

Eterno Padre io mi unisco a tutte le Sante Messe celebrate oggi nel mondo,
rinnovandoti la mia consacrazione, affinché Tu disponga di me secondo il tuo Volere.

Padre Buono, io ti offro tutte le Sante Messe, celebrate in ogni tempo,
per la conversione del mondo, la salvezza delle anime, la santificazione della Chiesa
e perché la tua gloria sia conosciuta da tutti gli uomini.

Padre Santo, in unione con tutti i miei fratelli del Cielo e della terra
benedico il tuo Santo Nome e ti rendo grazie per il tuo Amore Infinito.

A Te, Dio Uno e Trino, ogni onore e gloria per tutti i secoli dei secoli.

Amen.

Corona al Cuore di Maria

+ Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.

Sui grani del Padre Nostro si recita:
Cuore Immacolato e addolorato di Maria, prega per noi che confidiamo in Te!

Sui grani dell’Ave Maria si recita:
Madre, salvaci con la fiamma d’Amore del tuo cuore Immacolato.

3 volte: Gloria al Padre…

Irradia, o Maria, su tutta l’umanità la luce di grazia della tua Fiamma d’Amore, ora e nell’ora della nostra morte. Amen.

Come recitare il Rosario

(Dal libro: Padre Pio parla della Madonna)

Il santo dava … suggerimenti per recitare bene questa preghiera.

Chiese una volta ad una figlia spirituale: «Sai come si dice il Rosario?».

E, senza aspettare risposta, continuò: «Si fa un atto di amore, dicendo: “Gesù, ti amo con tutto il cuore”; poi un atto di dolore: “Gesù, mi pento di averti offeso”, quindi si bacia il crocifisso e si dicono il Pater, le 10 Ave Maria, per concludere con il Gloria».

Anche a Lucia Merendino Padre Pio consigliava: «Quando recitate il Rosario dopo il Gloria dite: “Gesù, vi amo e mi pento di avervi offeso”. Con questa giaculatoria fate un atto d’amore e un atto di dolore».

E, prevenendo l’obiezione di chi vede il Rosario come una preghiera ripetitiva, insisteva sulla meditazione del mistero, che cambia ad ogni decina. E precisava ad una figlia spirituale: «L’attenzione deve essere portata, sì, al saluto che rivolgi alla Vergine, ma guardando al mistero che contempli. In tutti i misteri Lei era presente, a tutti partecipò con l’amore e il dolore».

Ad Enedina Mori dà anche qualche suggerimento per poter recuperare la concentrazione, dopo aver pregato a lungo: «Tu, quando ti stanchi, ti riposi, e poi ricomincia un’altra volta».

P. Eusebio Notte ci fa sapere che, quando Padre Pio era a Pietrelcina, a sera si metteva fuori della sua casa su un muretto ed aspettava che i contadini, tornati dalla campagna, cenassero. Poi con essi, quando si era formato un bel gruppetto, recitava il Rosario.

Corona angelica

+ Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.
Amen.

O Dio vieni a salvarmi,
Signore, vieni presto in mio aiuto.

Gloria al Padre

Credo

San Michele Arcangelo, difendici nella lotta, per essere salvati nell’estremo giudizio.

PRIMA INVOCAZIONE
Per intercessione di San Michele e del Coro Celeste dei Serafini, il Signore ci renda degni della fiamma di perfetta carità.

1 Pater e 3 Ave al 1° Coro angelico.

SECONDA INVOCAZIONE
Per intercessione di San Michele e del Coro Celeste dei Cherubini, il Signore voglia darci la grazia di abbandonare la via del peccato e correre in quella della cristiana perfezione.

1 Pater e 3 Ave al 2° Coro angelico.

TERZA INVOCAZIONE
Per intercessione di San Michele e del sacro Coro dei Troni, il Signore infonda nei nostri cuori lo spirito di vera e sincera umiltà.

1 Pater e 3 Ave al 3° Coro angelico.

QUARTA INVOCAZIONE
Per intercessione di San Michele e del Coro Celeste delle Dominazioni, il Signore ci dia la grazia di dominare i nostri sensi e di correggere le corrotte passioni.

1 Pater e 3 Ave al 4° Coro angelico.

QUINTA INVOCAZIONE
Per intercessione di San Michele e del Coro Celeste delle Potestà, il Signore si degni di proteggere le anime nostre dalle insidie e dalle tentazioni del demonio.

1 Pater e 3 Ave al 5° Coro angelico.

SESTA INVOCAZIONE
Per intercessione di San Michele e del Coro delle ammirabili Virtù celesti, il Signore non permetta che cadiamo nelle tentazioni, ma ci liberi dal male.

1 Pater e 3 Ave al 5° Coro angelico.

SETTIMA INVOCAZIONE
Per intercessione di San Michele e del Coro Celeste dei Principati, Dio riempia le nostre anime dello spirito di vera e sincera obbedienza.

1 Pater e 3 Ave al 7° Coro angelico.

OTTAVA INVOCAZIONE
Per intercessione di San Michele e del Coro Celeste degli Arcangeli, il Signore ci conceda il dono della perseveranza nella fede e nelle opere buone, per poter giungere all’acquisto della gloria del Paradiso.

1 Pater e 3 Ave all’8° Coro angelico.

NONA INVOCAZIONE
Per intercessione di San Michele e del Coro Celeste di tutti gli Angeli, il Signore si degni di concederci di essere custoditi da Essi nella presente vita mortale e poi condotti alla gloria eterna dei Cieli.

1 Pater e 3 Ave al 9° Coro angelico.

Si recitino infine quattro Pater:
il 1° a San Michele,
il 2° a San Gabriele,
il 3° a San Raffaele,
il 4° al nostro Angelo Custode.

Prega per noi, Arcangelo San Michele, Gesù Cristo nostro Signore.
E saremo resi degni delle Sue promesse.

Preghiamo

Dio onnipotente ed eterno, che con prodigio di bontà e misericordia, per la salvezza degli uomini hai eletto a Principe della tua Chiesa il glorioso San Michele, concedici, mediante la sua benefica protezione, di essere liberati da tutti i nostri spirituali nemici. Nell’ora della nostra morte non ci molesti l’antico avversario, ma sia il tuo arcangelo Michele a condurci alla presenza della tua divina Maestà.

Amen.

Gesù si volle lasciare sotto le specie di pane, per farsi a noi presente.

 

Dice il divoto P. Nierembergh, che essendo il pane un cibo che si consuma col mangiarsi e si conserva col tenerlo, perciò Gesù si volle lasciare in terra sotto le specie di pane, non solo per esser consumato con l’unirsi all’anima dei suoi amanti per mezzo della santa comunione, ma anche per essere conservato nella custodia e farsi a noi presente, e così ricordarci l’amore che ci porta. Dice S. Paolo: Spogliò se stesso, assumendo la condizione di servo (FiI 2, 7). Ma che dobbiamo dir poi vedendolo assumere la specie dei pane? «Niuna lingua è bastante, dice S. Pietro d’Alcantara, a poter dichiarare la grandezza dell’amore che Gesù porta a ciascuna delle anime che sono in grazia; e perciò volendo questo sposo dolcissimo partire da questa vita, acciòchè questa sua assenza non le fosse motivo di scordarsi di lui, le lasciò per memoria questo santissimo Sacramento, nel quale egli stesso rimaneva non volendo che tra ambedue restasse altro pegno per tenere svegliata la memoria ch’egli medesimo». Giacché dunque, mio Gesù, voi ve ne state chiuso in questo tabernacolo per sentire le suppliche dei miserabili che vengono a cercarvi udienza, oggi sentite la supplica che vi fà il peccatore più ingrato che vive tra tutti gli uomini.

Io vengo pentito ai vostri piedi, avendo conosciuto il male che ho fatto in disgustarvi. Prima dunque voglio che mi perdoniate per quanto vi ho offeso. Ah mio Dio, non vi avessi mai disgustato! E poi sapete che voglio? Io avendo conosciuta la vostra somma amabilità, mi sono innamorato di voi e mi sento un gran desiderio di amarvi e di compiacervi e di servirvi: ma non ho forza di farlo se voi non mi aiutate. Fate, o gran Signore, conoscere a tutto il paradiso la vostra grande potenza e la vostra immensa bontà; fatemi diventare da gran ribelle che sono stato a voi, un grande amante di voi; voi lo potete fare; voi lo volete fare. Supplite a tutto quello che in me manca, acciocché io arrivi ad amarvi assai, almeno ad amarvi tanto quanto vi ho offeso. Vi amo, Gesù mio, sopra ogni cosa: vi amo più della vita mia, mio Dio, mio amore, mio tutto.

Giac. Deus meus et omnia.

A Maria

Accostiamoci dunque con piena fiducia al trono della grazia per ottenere la misericordia al momento opportuno (Eb 4, 16). Dice S. Antonino che questo trono è Maria, in cui Dio dispensa tutte le grazie. O Regina amabilissima, se desiderate voi tanto di aiutare i peccatori, ecco un gran peccatore che ricorre a voi: aiutatemi assai ed aiutatemi presto.

Giaculatoria con S. Agostino: Unico rifugio dei peccatori, pietà di noi.

Gesù nel Sacramento fonte di ogni bene

Ecco il fonte d’ogni bene, Gesù nel Sacramento, il quale dice: Venga a me chi ha sete (Gv 7, 37). 

Oh quante acque di grazie han cavate i santi sempre da questa fonte del SS. Sacramento, dove Gesù ci dispensa tutt’i meriti della sua Passione, come predisse il profeta: Attingerete acqua con gioia alle sorgenti della salvezza (Is 12, 3). La contessa di Feria, quella gran discepola del V.P. M. Avila fatta religiosa di S. Chiara, dallo spesso e lungo trattenersi avanti il SS. Sacramento chiamata la Sposa del Sacramento, dimandata che facesse in tante ore che si tratteneva innanzi all’altare, rispose: «Io vi starei tutta l’eternità. E non è ivi l’essenza di Dio che sarà pascolo de’ beati? Buon Dio, e che si fa innanzi a lui! e che non si fa? Si ama, si loda, si ringrazia, si domanda. E che cosa fa un povero avanti ad un ricco? Che fa l’ammalato avanti al medico? Che fa un assetato avanti ad una fontana chiara? Che fa un affamato avanti ad una lauta mensa?» 

O Gesù mio amabilissimo, dolcissimo, dilettissimo, vita, speranza, tesoro, unico amore dell’anima mia, oh quanto mai vi è costato il rimanervi con noi in questo Sacramento! Voi avete dovuto morire per potervi poi restare sacramentato sui nostri altari. E quante ingiurie poi avete avuto a soffrire in questo Sacramento per assisterci colla vostra presenza! Tutto ha vinto il vostro amore e desiderio che avete d’essere amato da noi.

Venite adunque, Signore, venite e mettetevi dentro del mio cuore; serratene la porta per sempre, acciò non v’entri più creatura alcuna a prendersi parte di quell’amore che devesi ed io voglio dare tutto a voi; voi solo, Redentore mio caro, dominatemi, voi solo possedetemi tutto; e se qualche volta non vi ubbidisco perfettamente, castigatemi con rigore, acciocch’io stia in avvenire avvertito a compiacervi come voi volete. Fate ch’io non desideri più né cerchi altro gusto che di dar gusto a voi, di servire solo a voi, di visitarvi spesso negli altari, di trattenermi con voi, di ricevervi nella santa comunione. Cerchi pure chi vuole altri beni, io non amo, non desidero altro che il tesoro del vostro amore. Questo solo voglio cercare a’ piedi dell’altare. Fate ch’io mi scordi di me, acciocché mi ricordi solo della vostra bontà. Serafini beati, io non v’invidio per la gloria, ma per l’amore che portate al vostro e mio Dio: insegnatemi voi che ho da fare per amarlo e dargli gusto.

Giac. Gesù mio, solo voi voglio amare, solo a voi voglio piacere.

A Maria

Un’altra fonte per noi troppo felice è la nostra madre Maria, sì ricca di beni e di grazie, dice S. Bernardo, che non v’è uomo nel mondo che non ne partecipi: Tutti siamo beneficati dalla pienezza della sua grazia. Fu Maria santissima da Dio ripiena di grazia, come l’angelo la salutò: Ave, gratia plena. Ma non solo per lei, anche per noi, soggiunge S. Pietro Grisologo, ricevé ella quel grande abisso di grazia per farne parte poi a tutti i suoi divoti: Tale grazia ricevette Maria, destinata a portare la salvezza al mondo (Serm. 143).

Giac. Causa nostrae laetitiae, ora pro nobis.