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Diario di Santa Gemma Galgani

18-19 agosto, Sabato – Domenica
Maria Teresa, accompagnata da Gesù e dal suo Angelo Custode, viene a ringraziare la Santa e se ne vola al cielo.

Nella S. Comunione stamattina Gesù mi ha fatto conoscere che stanotte a mezzanotte M. M. Teresa, volerà in Paradiso. Nient’altro per ora.
Gesù mi aveva promesso di darmi un segno. Son giunta a mezzanotte: nulla ancora; eccomi al tocco: neppure; verso il tocco e mezzo mi sembrò che la Madonna venisse a darmi avviso, che l’ora si avvicinava.

Dopo un po’ di tempo infatti mi è parso vedermi veire innanzi M. Teresa vestita da Passionista, accompagnata dal suo Angelo Custode e da Gesù. Quanto era cambiata dal giorno che la vidi per la prima volta. Ridendo si avvicinò a me, e disse che era veramente felice, e andava a godere il suo Gesù eternamente; di nuovo mi ringraziò, e soggiunse: «Avvisa M. Giuseppa , che io sono felice e si metta in quiete». Mi fece più volte cenno con la mano di dirmi addio, e insieme con Gesù e il suo Angelo Custode volò al Cielo circa le 2½.

In quella notte soffrii assai, perché io pure volevo anare in Paradiso, ma nessuno fece atto di portarmici.
Il desiderio che da tanto tempo Gesù aveva fatto nacere in me, alfine mi è stato soddisfatto: M. Teresa è in Paradiso; ma anche dal Paradiso mi promise di tornarmi a vedere.

Diario di Santa Gemma Galgani

17 agosto, Venerdì

Che istanti felici si passano con Gesù! Nel toglierle la corona di spine, Gesù la benedice con mano raggiante, versando sopra di lei un’abbondanza di grazie. L’Angelo le raccomanda l’obbedienza e le dà alcuni avvisi per il Confessore. Ripugnanza che prova nello scrivere.

Gesù, appena è arrivato sulla mia lingua (cagione tante volte di tanti peccati), mi si è fatto sentire. Non ero più in me, ma dentro di me Gesù, mi è sceso nel seno. (Dico nel seno, perché il cuore non l’ho più: lo ho dato alla Mamma di Gesù). Che istanti felici si passano con Gesù! Come ricambiare i suoi affetti? Con quali parole esprimere il suo amore, con questa povera creatura? Ma pure si e degnato venire. È proprio impossibile, sì, è impossibile non amar Gesù. Quante volte me lo dimanda se lo amo e lo amo davero. E ne dubiti ancora, Gesù mio? Allora Lui si unisce sempre più a me, mi parla, mi dice che mi vuole perfetta, che mi ama assai anche Lui e che lo contraccambi .

Dio mio, come fare per rendermi degna di tante grazie? Dove non arrivo io, supplirà per me il mio caro Angelo Cutode. Dio voglia che mai mi abbia ad ingannare per me, e non abbia neppure ad ingannare gli altri.

Ho passato il resto della giornata unita con Gesù; soffro un po’, ma nessuno del mio patire se ne avvede; solo di quando in quando mi esce qualche lamento; ma, Dio mio, è proprio involontario.

Oggi poi poco, anzi nulla ci è voluto per farmi raccogliere: la mia mente già era con Gesù, e ci sono subito andata anche con lo spirito. Quanto si è mostrato affetuoso oggi con me Gesù! Ma quanto soffre! Faccio tanto per diminuirglielo, e vorrei fare, se mi fosse permesso. Mi si è avvicinato oggi, mi ha levata la corona della mia testa, e poi non ho veduto come sempre riporla sul suo capo; la teneva nelle sue mani, tutte le piaghe aveva aperte, ma non buttavano sangue come sempre, erano belle.

È solito benedirmi prima di lasciarmi; infatti ha alzato la sua mano destra; da quella mano allora ho veduto uscire una luce più assai più forte che del lume. Esso teneva quella mano alzata; io restavo fissa a guardarlo, non mi potevo saziare di contemplarlo. O se potessi farlo conoscere, vedere a tutti quanto è bello il mio Gesù! Mi ha beneetta con quella stessa mano, che aveva alzata, e mi ha laciata.

Dopo questo che mi era accaduto, avrei saputo volenieri che cosa volesse dire quella luce che usciva dalle piahe, in particolare dalla mano destra, con la quale mi ha benedetta. L’Angelo Custode mi ha dette queste parole: «Figliuola, in questo giorno la Benedizione di Gesù ha versato sopra di te un’abbondanza di grazie [che] quella luce significava» .

Ora mentre scrivevo, si è avvicinato e mi ha detto: «Mi raccomando, figlia mia, obbedisci sempre, e in tutto. Palesa ogni cosa al Confessore; digli che non ti trascuri, ma ti nasconda». E poi ha soggiunto: «Digli che Gesù vuole, che abbia assai più premura verso di te, se ne dia più pensiero; se no tu sei troppo inesperta».

Queste cose me le ha ripetute anche ora che ho già scritto; me le ha dette più volte, sono svegliata , e mi è sembrato proprio di vederlo e di udirlo parlare. Gesù, sia sempre fatta la tua SS. Volontà.

Ma quanto soffro nel dovere scrivere certe cose! La ripugnanza che provavo sul principio, anziché diminuirmi, assai più si va a crescere, ed io provo una pena da morire. Quante volte oggi ho tentato di cercarli e bruciarli tutti [i miei scritti]! E poi? Tu forse, o Dio mio, vorresti che scriessi anche quelle cose occulte, che mi fai conoscere per tua bontà, per sempre più tenermi bassa e umiliarmi? Se lo vuoi, o Gesù, son pronta a fare anche quello: fa’ conoscere la tua volontà. Ma questi scritti a che gioveranno poi? Per tua maggior gloria, o Gesù, o per farmi sempre più cadere nei peccati? Tu che hai voluto che faccia così, io l’ho fatto. Tu pensaci; nella piaga del tuo S. Costato, o Gesù, nascondo ogni mia parola.

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16 agosto, Giovedì

Presa da grave timore di dannarsi alla vista dei suoi peccati, è animata dall’Angelo a confidare nella misericordia di Dio. Soffre con Gesù, che le annunzia la prossima liberazione di Maria Teresa dalle pene del purgatorio e le promette nuove dolcezze nella santa Comunione.

Eccomi a Giovedì. La solita ripugnanza mi giunge; il timore di perdere l’anima mi viene; il numero dei peccati e l’enormità di essi, tutto mi si spalanca davanti. Che agitazione! In quei momenti l’Angelo Custode mi suggerì all’orecchio: «Ma la misericordia di un Dio è infinita». Mi quietai.

Cominciai presto assai a patire nel capo: saranno state circa le 10. Quando fui sola, mi buttai sul letto; soffrii un po’, ma Gesù non tardò a comparire, mostrandosi anch’esso che soffriva tanto. Gli ricordai i peccatori, pei quali Lui pure mi animò a offrir tutti i miei piccoli patimenti all’Eterno Padre, per essi.
Nel mentre che ero con Gesù e soffrivo, e soffriva Lui pure, mi venne un forte desiderio, quasi da non poter resitere. Gesù se ne avvide, e mi dimandò: «Che vuoi che faccia?». Ed io subito: «Gesù, per pietà alleggerisci i tormenti a M. M. Teresa». E Gesù. «Già l’ho fatto. Vuoi altro?», mi diceva. Allora mi feci animo e gli dissi: «Gesù, salvala, salvala». E Gesù così mi rispose: «Il terzo giorno dopo l’Assunzione della mia SS. Madre, verrà anch’essa sprigionata dal Purgatorio, e la condurrò con me nel Cielo».

Quelle parole mi ricolmarono di una gioia tale, che non saprei esprimere. Parecchie altre cose mi disse Gesù; io gli chiesi ancora perché dopo la SS. Comunione non mi faceva più gustare quelle dolcezze di Paradiso. Mi rispose prontamente: «Non ne sei degna, o figliuola»; ma mi proise però che la mattina dopo l’avrebbe fatto.

Come fare a arrivare alla mattina? È vero, rimanevano poche ore ma per me erano anni; non ho chiuso mai gli occhi al sonno; mi consumavo, avrei voluto che fosse subito venuta la mattina: in una parola, stanotte mi è sembrata lunghissima, ma è giunta finalmente [la mattina].

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15 agosto, Mercoledì

Alle aridità succedono le consolazioni. Le appare M. Maria Teresa doandandole ancora preghiere. Maria SS.ma prende il cuore di Gemma per conservarlo in cielo.

Sono arrivata in questo stato di aridità e di mancanza di Gesù fino a oggi Mercoldì. Da Venerdì più non l’ho senito. Il Confessore mi accerta che sarà per castigo dei miei peccati o per vedere se posso stare senza Gesù, e per stimolarmi ad amarlo di più. Sono stata sempre sola, voglio dire senza Gesù. L’Angelo Custode non mi ha lasciata neppure un secondo; eppure quante mancanze, quanti difetti, anche in presenza sua! Dio mio, tu abbi misericordia di me! Ho fatto sempre la Comunione, ma Gesù come se più non ci fosse. Ma Gesù voglia lasciarmi sola anche oggi in una solennità sì grande? La Comunione l’ho fatta con assai più consolazione, ma senza sentir Gesù. Ho pregato parecchio in questi giorni, perché voglio una grazia da Gesù.

Oggi M. M. T. [= Madre Maria Teresa] deve andare in Paradiso: io lo spero. Ma come fare a saperlo? Raccogliermi non posso, se non sono in un luogo sicuro. Il mio Angelo Custode oggi farà anche da guardia alla mia porta.

Eccomi alle 9¼ di questo gran giorno. Mi sento al solito un interno raccoglimento; ho pregato l’Angelo Custode di sorvegliarmi e che nessuno veda; mi sono nascosta nella stanza delle monache.

O non è passato gran tempo, che al raccoglimento è giunto il rapimento. (Non creda chi legge queste cose a nulla, perché posso benissimo ingannarmi; che Gesù mai non lo permetta! Lo faccio per obbedienza, e mi sottometto a scriere con gran ripugnanza).

Erano circa le 9½, leggevo : tutto ad un tratto sono scossa da una mano che leggermente mi posava sulla spalla sinistra. Mi volto impaurita; ebbi paura, feci per chiamare, ma mi trattenne. Mi voltai e vidi una persona vestita di bianco: conobbi una donna; la guardai, il suo sguardo mi assicurò che non temessi di nulla: «Gemma, – mi disse dopo qualche minuto – mi conosci?». Dissi di no, perché ben potevo dirlo; soggiunse: «Io sono Madre Maria Teresa del B. Gesù; ti ringrazio tanto tanto che tu ti dia tanta premura, perché presto possa raggiungere la mia eterna felicità».

Tutto questo accadeva, mentre io ero propriamente sveliata e in pieno conoscimento di me stessa.

Soggiunse: «Seguita ancora, ché ho ancora qualche giorno da soffrire». E nel dirmi così mi fece una carezza, e andò via.

Quei suoi sguardi, devo dirlo, m’ispirarono molta fiucia. Da quell’ora raddoppiai le mie preghiere per quel’anima, affinché presto possa raggiungere il suo fine; ma le mie preghiere son troppo deboli; o vorrei che presso le anime del Purgatorio dovessero aver la forza delle preghiere dei Santi!

Da quel momento soffrii sempre, fino alle 11 circa che non potei esser sola. Sentivo dentro di me un certo raccoglimento, una voglia di andare a pregare, ma come fare? Non potevo. Quante volte mi toccò a insistere! Finalmente l’ebbi il sospirato permesso, e me ne andai con la Mamma mia, ma ben pochi momenti; ma furono momenti preziosi!

Per i miei cattivi portamenti, Gesù non permise che la Madonna venisse come sempre sorridente, ma invece assai meta (ed io ne ero la cagione). Mi rimproverò un po’, ma si rallegrò anche di una cosa (che qui credo bene di non noare), e quella cosa fece tanta consolazione anche a Gesù! e per premiarmi di quella fu appunto che venne [la Madonna], ma, come ho detto, seria; mi disse alcune parole, tra le quali disse: «Figlia, quando io andrò in Cielo, staattina porterò con me il tuo cuore».
In quel momento allora mi sembrò che mi si avviciasse… me lo tolse, lo prese con sé, nelle sue mani, e mi disse: «Non temere di nulla, sii buona; io terrò il tuo cuore sempre lassù con me, sempre in queste mie mani». Mi benedì in fretta, e nell’andar via pronunziò ancora queste parole: «A me mi hai dato il cuore, ma Gesù vuole ancora un’altra cosa». «Che cosa?» gli dissi. «La volontà», mi rispose, e sparì.

Mi trovai per terra, ma quello so benissimo quando accadde: quando fece cenno di avvicinarsi e di levarmi il cuore.

Benché queste cose al primo apparire mi impauriscono, pure alla fine finisco coll’essere sempre in infinite consolazioni.

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11 Agosto, Sabato

Desidera ardentemente una visitina della Mamma celeste; l’esserne priva è per lei il maggior castigo.

È Sabato; vado a fare la SS. Comunione. Che farò? In ogni modo obbedisco. Se potessi ottenere una visitina dalla Mamma mia! Ma no, mi ricordo del peccato commesso ieri sera: uno sguardo fatto sopra me stessa. È vero che stamani me ne sono subito confessata, ma che, la Madonna in particolare a me non mi perdona sì facilmente. Mi vuole perfetta.

È Sabato sera; Dio mio! Che castigo! È il maggior castigo che tu possa darmi, di privarmi della visita di Maria SS., e appunto vicina il Sabato che sempre cado in tante mancanze…

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10 Agosto, Venerdì

Gesù la ricolma di consolazioni. In presenza della Signora Cecilia l’Angelo Custode le si fa sempre vedere e la dirige in ogni cosa; le dice che nessuno, all’infuori della Signora Cecilia, sa far con lei le sue veci.

Mi disse la sera avanti l’Angelo Custode che mi avrebbe fatto tenere le spine nel capo fino alle 5 del Venerdì: fu vero, poiché verso quell’ora cominciai un po’ a raccogliermi; mi nascosi in Chiesa dei Francescani e lì Gesù me la venne di nuovo a togliere; fui sempre sola. Quanto mi mostrò di volermi bene! Mi animò di nuovo a soffrire e mi lasciò in un mare di consolazione.

Bisogna però che dica che tante volte, ma in particolare il Giovedì sera, mi prende tanta una tristezza tale, al pensiero di aver commessi tanti peccati, tutti mi ritornano alla mente, che mi vergogno di me stessa, e mi affligge tanto tanto. Ieri sera pure, poche ore prima, mi venne questa vergogna, questo dispiacere, e trovo solo un po’ di quiete in quel po’ di patire che Gesù mi manda, offrendolo prima per i peccatori, e in particolare per me, e poi per le anime del Purgatorio.

Quante consolazioni che mi dà Gesù! In quanti modi mi mostra di volermi bene! Son già tutte cose della mia testa; ma se obbedisco, Gesù non permetterà che mi abbia ad ingannare. Giovedì sera mi promise che in questi giorni che la Signora Cecilia non c’era, non mi avrebbe mai fatta lasciare dall’Angelo Custode. Me lo dette ieri sera, e non mi ha più lasciato un momento.

Questa cosa l’ho osservata parecchie volte, e non ne ho parlato neppure col Confessore, ma oggi glielo dico subito. Se sono con altre persone, l’Angelo Custode non mi lascia mai; quando sono con Lei invece, subito mi lascia (voglio dire che non mi si fa più vedere, se non che per darmi qualche avvertimento); così pure è accaduto oggi: non mai un minuto si è partito d’accanto a me; se devo parlare, pregare, fare qualche cosa, me l’accenna Lui. Gesù voglia che non mi abbia ad ingannare.
Questa cosa mi meraviglia assai, e mi ha costrinta a dimandargli: «In che maniera , quando c’è con me la Sig.ra Cecilia, non ci stai mai?». Mi ha risposto così: «Nessuna persona, al di fuori di Lei, sa fare le mie veci. Povera bambina, – soggiungeva – sei così piccina, che ti abbisona sempre la guida! Ora te la farò io, non temere; ma obbedisci, ve’, perché faccio presto…».
Sono andata a confessarmi; ho detto la cosa al Confessore (glielo avevo [anche] scritto); mi ha spiegato ogni cosa, ciò che io non capivo, ma ora ho capito tutto.

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9 Agosto, Giovedì

L’Angelo Custode le inculca l’obbedienza al Confessore. In questo giovedì la Santa deve soffrire più del solito, per suffragare l’anima della Madre Maria Teresa.

Anche oggi, dopo aver sostenuto con l’aiuto di Dio una battaglia del nemico, assai forte, è venuto l’Angelo Custode, che rimproverandomi e assai severo mi ha detto: «Figlia, ricordati che mancando a qualsiasi obbedienza, commetti sempre peccato. Perché così restìa a obbedire al Confessore? Ricordati ancora che non vi è strada più corta e più vera, quanto quella dell’obbedienza».
Ma perché oggi tutto questo? Per colpa mia. Meriterei forse anche peggio, ma Gesù mi usa sempre misericordia.

Oimè, che ripugnanza che provo stasera! Fin da stamani mi sento così stanca; ma è tutta svogliatezza, cattiva voontà; ma pure mi voglio vincere coll’aiuto di Dio.
È Giovedì e per questo che mi sento sì curiosa; al soraggiungere di questa sera, mi accade sempre lo stesso. Sì, patire, patire per i peccatori, e in modo particolare per le povere anime del Purgatorio, e in particolare per… . E ben lo so perché questa svogliatezza così presto. Le altre sere mi veniva poche ore prima. Perché oggi l’Angelo Cutode mi ha detto che Gesù stasera voleva farmi soffrire qualche ora di più, cioè due ore: alle 9 incomincerebbe, e questo per un’anima del Purgatorio, e questo senza il permesso del Confessore; ma è solito però che non mi grida, anzi vuole, e lo posso fare benissimo.

Ieri sera, verso le 9 circa, cominciai a sentirmi un po’ male; feci presto a andare a letto, ma soffrivo già tanto anche avanti: il capo mi sentiva fuor di modo, ogni movimento che facevo, mi cagionava pene terribili. Soffrii due ore, come Gesù voleva, per M. M. Teresa; poi con gran dolore mi spogliai ed entrai nel letto, e cominciò l’ora. Fu assai dolorosa, ma in compagnia di Gesù che cosa non si farebbe!

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8 Agosto, Mercoledì

Nel timore che il Confessore diminuisca troppo i suoi peccati, l’Angelo la tranquillizza dicendole di rimettersi al giudizio di lui.

Ora veniamo a stamani. Poco dopo che sono uscita dal confessionario, mi è venuto qualche pensiero, dicendo dentro di me che il Confessore diminuisce troppo i miei peccati, ed ero inquieta. Per calmarmi mi si è avvicinato l’Angelo Custode; ero in Chiesa, e pronunziava forte queste parole: «Ma dimmi, a chi vuoi credere: al Confessore o alla tua testa? Al Confessore che ha continui lumi e assistenza, che ha molta capacità, oppure a te che non hai nulla, nulla, nulla di tutto ciò? O la superba! – mi diceva – vuol farsi maestra, guida e direttrice del Confessore!» – Non ho pensato ad altro; ho fatto un atto di contrizione, ed ho fatto la SS. Comunione.

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7 Agosto, Martedì

Le appare S. Gabriele, che con volto sfavillante le parla della fondazione del monastero di Lucca ed invoca a tal fine l’intercessione di Maria.

Ieri il giorno l’Angelo Custode mi promise che alla sera avrei potuto parlare con Confratel Gabriele. Venne la tanto sospirata sera; prima di tutto il sonno voleva vinceri, poi un’agitazione tale mi prese, che fui presa da spavento. Ma siccome Gesù era vicino a darmi quella consolazione, e allora, o prima o dopo la consolazione, mi dà qualhe dolore. Sia sempre benedetto.

Però nel provare questa agitazione non vedevo nessuno, voglio dire il diavolo; solo stavo assai male, ma durò poco. Mi calmai ben presto, sentii ad un tratto che mi veniva il raccoglimento, e quasi subito mi successe al solito: il capo se ne partì, ed io mi trovai con Confratel Gabriele. Che consolazione fu quella! Ma l’obbedienza voleva che non mi avvicinassi per baciargli la veste, e ristetti. La prima cosa fu quella di domandargli perché stava tanto senza venire. Mi rispose che è per colpa mia. Di questo ne sono persuasa, perché sono assai cattiva.

Quante belle cose mi disse del convento, e le diceva con tanta forza, che mi sembrò che gli occhi gli sfavillassero. Da se stesso, senza che io l’interrogassi: «Figlia, tra pochi mesi, tra l’esultanza di quasi tutti i cattolici si farà la fondaione del nuovo convento». «Come, tra pochi mesi? – gli dissi. – Ne mancano ancora 13». «E son pochi», soggiuneva. E poi sorridendo si voltò da una parte e s’inginocchiò, giunse le mani e diceva così: «Vergine benedetta, vedi: qui in terra si gareggia per la propagazione del nuovo istituto; via, te ne prego, fa’ che sovrabbondi sopra tutti quelli che ne faranno parte, la copia dei doni e favori celesti. Accresci a loro la forza, accresci altresì lo zelo. Sarà tutto vostro dono, o Vergine Benedetta».

Parlava come se avesse presso di sé la M. [= Madonna] dei Dolori; io non vedevo nulla, ma con quanta forza, con quanta espressione diceva queste parole, che io ne rimasi meravigliata; sembrava anche Lui fuori di se stesso.
Ora poi dovrei parlare di P. Germano, ma il Confessore ha detto che qui sopra no, perché…
Parlai anche del povero mio peccatore; sorrise anche Lui: tutto buon segno. Infine mi lasciò piena di consolazione.

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6 Agosto, Lunedì

L’Angelo Custode si trattiene con lei tutta la notte e l’esorta ad offrire ogni patimento al Signore per le anime del purgatorio.

Eccomi giunta al 6 Agosto. I giorni passano, e io eccomi sempre nell’abisso del mondo.
Stasera, l’Angelo Custode, mentre facevo le preghiere della sera, mi si è avvicinato, e battendomi sopra una spalla mi ha detto: «Gemma, come mai tanta svogliatezza per la preghiera? A Gesù gli dispiace». «No – ho risposto – , non è svogliatezza: sono due giorni che non mi sento bene». Ha soggiunto: «Fai il tuo dovere con applicazione, e vedrai che Gesù ti amerà ancora di più». È stato un momento zitto, poi mi ha dimandato: «E Confratel Gabriele?». «E non lo so». «Quanto tempo è che non l’hai veduto?». «È tanto tanto tanto». «Ma stanotte Gesù te lo manda». «Come? Stanotte no, disubbidirei: di notte non vuole il Confessore». O con quanto desiderio l’avrei voluto! ma volevo obbedire. Lo pregai che me lo mandasse di giorno e presto, affinché potessi scrivere quella lettera a P. G. [= Padre Germano]. Mi raccomandai all’Angelo Custode che andasse da Gesù a dirgli se gli permetteva di passare la notte insieme con me. Sparì subito.

Avevo terminato le preghiere: andai a letto. Quando ebbe avuto da Gesù il permesso di venire, ritornò; mi diandò: «Quanto tempo è che non hai pregato per l’anime del Purgatorio? O figlia mia, ci pensi così poco! M. M. Teresa soffre sempre, sai?».

Era dalla mattina che non avevo pregato per loro. Mi disse che avrebbe piacere che ogni cosetta piccola che soffro, la regalassi alle anime del Pur-gatorio. «Ogni piccola pena, loro le solleva; anche ieri e oggi, se tu avevi offerto per loro quel poco». Ma risposi un po’ meravigliata: «Mi sentiva il corpo; e che i dolori di corpo sollevano le anime del Purgatorio?». «Sì – mi disse – ; sì, figlia: ogni più piccolo patimento le solleva». Gli proisi allora che da quel momento ogni cosa avrei offerto per esse. Soggiungeva: «Quanto soffrono quelle anime! Vuoi fare qualche cosa stanotte per esse? vuoi soffrire?». «E che cosa? – gli dissi. – È lo stesso soffrire di Gesù nel giorno di Venerdì?». «No – rispose. – Di Gesù non sono; saanno dolori corporali». Io dissi di no, perché fuori di Gioedì e di Venerdì Gesù non vuole; le altre notti vuole che dorma. Ma siccome le anime del Purgatorio, e in particolare M. M. Teresa, mi sta molto a cuore, gli dissi che un’ora volentieri avrei patito.

Gli bastarono queste parole, ma vedeva bene che facendo questo avrei disobbedito; mi ha lasciata dormire.
Stamattina, quando mi sono svegliata, era sempre presso di me; mi ha benedetto ed è andato via.

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5 Agosto, Domenica

Gesù le fa intendere esser sua volontà che ella mediti sempre sulla Passione.

Oggi Domenica ho pregato l’Angelo Custode, se mi faceva la grazia di andare [a] dire a Gesù che allora la meditazione non l’avrei potuta fare, perché non mi sentivo bene; l’avrei fatta la sera. Alla sera poi, non ne avevo nessuna voglia; andai a letto, feci la preparazione alla meditazione e rimasi raccolta soltanto internamente. Il capo non mi andò via; mi trattenni un’ora. Anzi devo dire ancora che la meditazione della Domenica è sempre sopra la Risurrezione ovvero il Paradiso; ma Gesù mi fa chiaramente conoscere che quella meditazione da me non la vuole ancora, perché la mente mi corre subito a qualche punto principale della sua passione. Sia fatta la sua volontà.

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4 Agosto, Sabato

Mirabile apparizione di Maria SS.ma Addolorata.

Eccomi a Sabato: è il giorno a me destinato per vedere la Mamma mia, ma che dovrò sperare?

Infine son giunta anche a stasera. Mi metto per recitate la corona dei Dolori; sul primo mi ero abbandonata, vale a dire ero rimessa al volere di Dio, di passare anche quel Sabato senza vedere la Madonna dei Dolori; ma [a] Gesù gli bastò l’offerta del sacrifizio e mi contentò. Non so a che punto della corona, mi sentii raccogliere internamente; al raccoglimento, come sempre, successe ben presto che mi andò via il capo, e senza avvedermene mi trovai dinanzi (a me mi parve) alla Madonna dei Dolori.

Al primo vederla, mi fece un po’ di paura; feci di tutto per assicurarmi se veramente era la Mamma di Gesù: mi dette ogni segno per accertarmi. Dopo qualche momento, mi sentii tutta contenta; ma fu tanta la commozione che mi prese nel vedermi così piccola davanti a Lei, e tanta la contentezza, che non potei pronunziare parola, altro che ripetuamente il nome di mamma.

Lei mi guardava fissa fissa, rideva , si avvicinò per accarezzarmi, e mi diceva che mi calmassi. Ma sì, la conentezza e la commozione mi crescevano, e Lei forse temendo che mi facesse male (come altre volte mi è accaduto; anzi una volta, e non l’ho anche notato, per la gran consolazione che provai nel rivedere Gesù, il cuore mi cominciò a batere con tanta forza, che fui costretta, per ordine del proprio Confessore, a mettermi in quel punto una fascia strinta strinta), mi lasciò, dicendomi che mi andassi a riposare. Obbedii prontamente: in un secondo fui a letto e non tardò a venire; allora mi quietai.

Bisogna ancora che dica, che al primo veder queste cose, queste figure (che certamente potrei essere ingannata), mi sento presa subito da paura; alla paura succede ben presto la gioia. In ogni modo che sia questo, è ciò che provo io. Gli parlai di alcune mie cose, la principale però fu quella che mi conducesse con Lei in Paradiso; questa più volte gliela dissi. Mi rispose: «Figlia, devi ancora soffrire». «Soffrirò lassù – volevo dire -, in Paradiso». «E no, – soggiungeva – in Paradiso non si soffre più; ma ti condurrò ben presto», mi diceva.
Era presso al letto, era tanto bella, non potevo saziarmi di contemplarla. Le raccomandai il mio peccatore; allora sorrise: fu buon segno… Le raccomandai ancora parecchie persone a me tanto care, in particolare quelle con le quali ho un grosso dovere di riconoscenza. E questo dovevo farlo ancora per ordine del Confessore, che l’ultima volta mi pregò di raccomandarle caldamente a M. SS. dei Dolori, dicendoi che io non posso far niente per esse, ma la Madonna supplisca per me, conceda loro ogni grazia.

Temevo che da un momento all’altro mi lasciasse, e per questo la chiamavo più volte, e dicevo che mi conducesse con Lei. La sua presenza mi fece dimenticare il mio protettore Confratel Gabriele. Gli chiesi di Lui, come mai non l’aveva portato; mi disse: «Perché Confratel Gabriele esige da te obbedienza più esatta». Aveva da dirmi una cosa per P. Germano; a quest’ultime parole non mi rispose.

Mentre parlavamo insieme, che mi teneva sempre per la mano, me la lasciò; io non volevo che andasse, ero quasi per piangere, e allora mi disse: «Figlia mia, ora basta; Gesù vuole questo sacrifizio da te, per ora conviene che ti lasci». Le sue parole mi misero in quiete; risposi tranquillamente: «Ebbene, il sacrifizio è fatto». Mi lasciò. Chi potrebbe descrivere al minuto quanto sia bella, quanto cara la Madre Celeste? No, non vi è paragone al certo. Quando avrò la fortuna di rivederla di nuovo?

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3 Agosto, Venerdì

Preparata da Gesù, sostiene una battaglia col demonio; l’Angelo corre in suo soccorso.

Oggi ho un po’ dormito, poi mi sono sentita racogliere internamente; dopo il raccoglimento mi sono sentita andar via il capo: ero con Gesù. Come ero contenta! Ho sofferto, sì, tanto nel capo; mi sono un po’ lamentata, perché mi lascia sola. L’ho pregato ancora di farmi sapere di M. M. T. [= Madre Maria Teresa] quando sarà in Cielo. Mi ha detto: «Non anche; soffre sempre». Gli ho raccomandato il mio povero peccatore, e ha dato la benedizione a tutti i membri del S. Collegio e mi ha lasciata contenta.

Stasera sentivo di non potermi raccogliere; ho fatto le poche preghiere vocali della sera e sono andata a letto. Per dire il vero, prevedevo un po’ di burrasca, perché Gesù mi aveva avvisata già qualche giorno fa, dicendomi: «Ancora un’ultima battaglia il nemico ti tenterà, ma sarà l’ultima, perché ora è assai». Non potei fare a meno di ringraziarlo della forza che mi aveva sempre data, e lo pregai che mi volesse darla anche nell’ultimo momento, vale a dire ieri sera .

Andai a letto, si sa bene, coll’intenzione di dormire; il sonno non tardò a venire, e mi comparve quasi subito un omino piccino piccino e nudo, ma coperto tutto di pelo nero. Che spaento! Mi posò le mani sul letto, credevo [io] che volesse picchiarmi.. «No no, – disse – non ti posso picchiare, non aver paura», e nel dire così, si era allungato per farmi cose sudicie.

Chiamai Gesù in aiuto, ma non venne; non per questo mi lasciò: dopo invocato il suo nome, mi sentii subito libera, ma fu tutto ad un tratto.
Altre volte avevo chiamato Gesù, ma mai fu pronto come ieri sera. Averlo veduto il demonio dopo: quanto si arrabbiò! S’avvoltolava per terra, bestemmiava; fece infine un ultimo sforzo per riuscire a portarmi via il Crocifisso che avevo con me, ma ricadde subito indietro.

Quanto fu buono ieri sera Gesù con me! Il diavolo, dopo quell’ultimo sforzo, si voltò verso di me, si scoprì tutto, ma io avevo già chiusi gli occhi. Lo chiamai sudicio e mi rispose che già che non aveva potuto far nulla, voleva tormentarmi tutta la notte. «No», gli dissi; chiamai l’Angelo Custode, aprì le sue ali, si posò accanto a me, mi benedì e berliffo scappò. Sia ringraziato Gesù.

Stamattina poi ho saputo che nel momento che il diavolo montò sulle furie, mi era stato posto addosso lo scapolare di M. SS. dei Dolori, e allora ho capito che quando fece per togliermi da dosso la roba, non poteva essere altro che quello. Sia ringraziata pure la mia Mamma Addolorata .

Diario di Santa Gemma Galgani

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1 e 2 Agosto, Mercoledì e Giovedì

Teme d’ingannarsi, ma l’Angelo la rassicura. La corona di spine al capo. Gesù le raccomanda di pregare per Madre Maria Teresa, monaca Passionista defunta.

Mercoldì non mi potei mai raccogliere, Giovedì pure; di quando in quando il mio Angelo Custode mi diceva qualche cosa, ma sempre però svegliata; anzi Mercoldì sera, dentro di me pensavo che potrei essere ingannata dal diavolo; mi quietava, dicendomi solo: «Obbedienza».

Eccoci infatti a stasera . Al solito mi misi per pregare, mi raccolsi subito. Era già un po’ che mi sentivo maletto. Stetti sola sola: quando pativo, Gesù non c’era, e patii solo nel capo .

Il Confessore stamani mi ha dimandato se avessi anche avuti i segni; ho risposto di no. Sieno pure forti anche quelli, ma non mai a paragone del capo.
Povero Gesù! Mi fece stare circa un’ora sola, ma poi venne e si presentò in questo modo, tutto sangue, dicendomi: «Sono il Gesù di P. Germano». Non ci credevo, e perché? Temo sempre sempre. Pronunzio quelle parole: «Benedetto Gesù e Maria» , e allora capii. Mi dette un po’ di forza, e poi io internamente avevo paura, e Lui diceva: «Non temere: sono Gesù di P. Germano». Mi raccomandò poi da sé, senza che io ci pensassi neppure, di pregare per M. M. Teresa di Gesù Bambino, perché è in purgatorio e soffre tanto. Gesù la vuole presto con sé, mi pare.

Diario di Santa Gemma Galgani

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31 luglio, Martedì

Chiede a Gesù che le mandi la Mamma celeste, di cui ha gran bisogno.

Siamo a Martedì; corro a far la SS. Comunione, ma in quale stato! Ho promesso a Gesù di esser buona e cambiar vita; gliel’ho detto, ma Lui non mi ha risposto nulla; gli ho, detto pure che mi mandi la Mamma sua, e anche mia, e mi ha risposto: «Ne sei degna?». Mi sono vergognata, e non ho detto altro. Ha aggiunto poi: «Sii buona e verrà presto con Confratel Gabriele».

È da Domenica che non mi sono potuta più raccogliere; in ogni modo ho ringraziato Gesù. Quando viene l’Angelo Custode, sono svegliata, e non via con la testa; Gesù, la Mamma mia e qualche volta Confratel Gabriele, loro mi fanno andar via il capo; ma io resto sempre dove mi metto, mi trovo sempre al solito posto, ma la testa parte. Che gran bisogno che ho della Mamma mia! Se Gesù mi volesse contentare, dopo sarei più buona. Come devo fare a star tanto senza la Mamma?

Diario di Santa Gemma Galgani

St Gemma Cross and Chalice

 

30 luglio, Lunedì

Afflitta per alcune contraddizioni, è confortata dall’Angelo, che l’anima a patire e a meditare ogni giorno la Passione di Gesù.

Stamani Lunedì 30 Luglio sono andata per fare la SS. Comunione. Non la volevo fare: non ero quieta di coscienza; ma pure mi sono gingillata fino alle 9, sempre se dovevo o no farla; poi ha vinto Gesù, e l’ho fatta, ma come? Che freddezza! Gesù non l’ho sentito per niente.

Oggi poi non ho potuto mai raccogliermi; sono stata cattiva, mi sono inquietata, ma da me sola, nessuno mi ha veduta; ho pianto tanto tanto, perché la mia sorella non mi voleva uscir di camera. Ieri sera Domenica, per dispetto, fino alle 11 stette in camera mia, dicendomi per canzonare, che mi voleva vedere andare in estasi; oggi poi era lo stesso. Scrisse una lettera ieri ai B. S. G. [= Bagni di S. Giuliano] e parlava assai di me e delle cose mie . Queste cose, che dovrei accoglierle bene e ringraziare Gesù, invece m’inquieto, e quasi quasi ho dei momenti di disperazione .

Mentre ero in quello stato, l’Angelo Custode che mi stava a vedere, mi disse: «Perché t’inquieti così, figlia mia? Bisogna soffrire qualche cosa ve’ per Gesù». (Veramente la cosa che più mi era dispiaciuta a me, erano certe parole che [mia sorella] aveva detto forte), e per questo l’Angelo mi disse: «Tu sei degna solo di essere disprezzata, perché hai offeso Gesù».

Poi mi fece tornare quieta; si mise a sedere accanto a me, e mi diceva ammodino ammodino: «O figlia, ma non sai che tu devi essere in tutto conforme alla vita di Gesù? Egli patì tanto per te, e tu non sai che devi in ogni occasione patire per Lui? E poi perché dai questo dispiacere a Gesù, di lasciare ogni giorno la meditazione sopra la Passione?». Era vero: mi ricordai che la meditazione sulla Passione la faccio solo il Venerdì e Giovedì. «Devi farla ogni giorno, ricordatelo».

Infine mi diceva: «Coraggio, coraggio! questo mondo non è mica il luogo del riposo: il riposo sarà dopo morte; ora tu devi patire, e patire ogni cosa, per impedire a qualche anima la morte eterna». Lo pregai tanto che dicesse alla Mamma mia di venire un po’ da me, ché avrei tante cose da dirgli; mi disse di sì. Stasera però non è venuta.

 

Diario di Santa Gemma Galgani

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29 luglio, Domenica

L’Angelo Custode l’assiste; Gesù la rimprovera di aver lasciato la santa Comunione e l’invita a sé.

Durai in questo stato fino a ieri mattina Domenica senza potermi più raccogliere; il mio Angelo Custode però non mi manca: mi fa forza, e devo dire anche che Domenica non avevo fame, e lui stesso mi obbligò a mangiare; e così ha fatto pure stamani. Ogni sera non manca di benedirmi, e anche di castigarmi e di gridarmi.

Oggi Domenica sento un gran bisogno di Gesù, ma è già tardi, e non ho ancora nessuna speranza [di vederlo]; aspetto stanotte di essere libera e sola.

È venuto veh! Gesù; quanti rimproveri, perché non ho fatto la S. Comunione! Ecco in che modo Gesù mi rimproverava: «Perché, o figlia, così spesso devo essere privo delle tue visite? E sai quanto bramo che tu venga da me, quando sei buona».

M’inginocchiai davanti a Gesù, e piangendo gli dissi: «Ma come, Gesù mio, non sei ancora stanco di soffrirmi con tutta la mia freddezza?». «Figlia, – mi rispose – fa’ che d’ora in poi non passi giorno senza che tu venga da me, procura di tenere il cuore purificato e ornato con ogni cura possibile. Allontana pure dal tuo cuore ogni amore a te stessa, e qualunque cosa che non sia interamente mia, e poi vieni pure e non temere».

Mi benedì, insieme a tutti i membri del Sacro Collegio, e andò via; anzi in ultimo mi raccomandò di avere un po’ più di forza contro il nemico, dicendomi che non faessi conto delle sue parole, perché è un vero bugiardo, e cerca ogni mezzo per farmi cadere specialmente con l’obbedienza. «Obbedisci, figlia mia, – mi ripeteva – obbedisci subito e allegramente, e per meglio riuscire e vincere [in] questa bella virtù, prega la Mamma mia, che ti ama tanto». Avrei voluto dirgli che ieri la sua Mamma non volle venire, ma scappò.

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28 luglio, Sabato

Dall’Angelo Custode riceve santi ammaestramenti. Gesù nella santa Comunione le si fa sentire; la Madonna non le fa la solita visitina.

La notte la passai benissimo; la mattina mi venne l’Angelo Custode: era contento, mi disse che prendessi della carta, e scrivessi quello che Lui mi dettava.
Ecco tutto:

«Ricordati, figlia mia, che chi veramente ama Gesù, parla poco e sopporta tutto.

«Ti comando, per parte di Gesù, di non dire mai il tuo parere, se non ne sei dimandata; di mai non sostenere il tuo sentimento, ma subito cedere.

«Ubbidire puntualmente al Confessore e a chi Lui vuole, e senza replica; e nelle cose che tu devi, farai una replica sola, ed essere sincera con l’uno e colle altre.

«Quando hai commesso qualche mancanza, accusati subito, senza aspettare che te lo dimandino.

«Infine ricordati di custodire gli occhi, e pensa che l’occhio mortificato vedrà le bellezze del Cielo».

Dopo dette queste cose mi benedì, e mi disse che andassi pure a fare la S. Comunione. Ci corsi subito: fu la prima volta, dopo quasi un mese, che Gesù si fece sentire.

Gli dissi tutte le mie cose, mi trattenni con Lui assai, perché mi comunicai alle 8½ e, quando ritornai in me, era assai tardi. Corsi a casa, e per la strada sonarono le ma fui buona : mi trovai sempre nella solita posizione di quando mi ero comunicata, e vidi nell’alzarmi che l’Angelo Custode era sopra il mio capo con le ali spiegate. Mi accomagnò lui stesso a casa, e mi avvisò di non pregare nel corso del giorno, fino alla notte, perché non ero sicura . Infatti me ne avvidi: per gli altri di casa più che sicura, ma per la mia sorella no, perché mi aveva tappato il buco della serratura e mi fu impossibile chiudere; allora ci si misero le zie, e la sera potei chiudere.

Verso sera andai ai 15 Sabati in S. M. [= Santa Maria] ; la Madonna mi disse che non mi avrebbe fatta la solita visitina, perché nei giorni passati avevo disgustato Gesù. Gli dissi che Gesù mi aveva perdonato, ma Lei: «Io non perdono tanto facilmente alle mie figlie; io voglio assolutamente, che tu diventi perfetta: vedremo se Sabato potrò venire a condurti C. Gabriele»; nondimeno mi benedì, e io mi rassegnai.

Non mi manca però qualche tentazione; una un po’ forte l’ebbi ieri sera Sabato: venne il demonio e mi disse: «Brava, brava! scrivi pure ogni cosa: non sai che quelle cose lì è tutta opera mia, e se tu vieni scoperta, figurati che vergogna! dove andrai a nasconderti? Ti faccio passare per Santa, e in-vece sei un’illusa».

Stetti così male, che dalla disperazione giurai che, quando fosse tornata la Sig.ra Cecilia, avrei distrutto quello scritto. Intanto feci per rompere questo, ma non mi riuscì, non ebbi forza, oppure non so come andasse.

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27 luglio, Venerdì

In questo venerdì soffre più del solito, specialmente per la corona di spine.

Questo Venerdì soffrii assai di più, perché fui obbligata a fare certe piccole faccende, ed a ogni movimento credevo di morire. Anzi la zia mi aveva comandato di tirare su dell’acqua: durai tanta fatica, mi pareva (ma era tutta mia idea) che le spine mi andassero al cervello, e mi cominciò a venire una goccia di sangue dalle tempie. Mi pulii in fretta e se ne avvide poco. Mi dimandò se fossi cascata e rotta il capo; gli dissi che mi ero graffiata con la catena del pozzo. Dopo andai dalle monache; erano le 10 e stetti con loro fino alle 5. Dopo tornai a casa, ma Gesù me l’aveva già tolta.